dalla nostra inviata a Londra Roberta Lamagni – foto Ray Giubilo Chissà cosa deve avere pensato Tony Roche, appollaiato sul muretto del campo 18. L’osservato speciale doveva essere Fernando mano di pietra Gonzalez, prossimo avversario, immaginava lui, del pupillo Lleyton Hewitt. Invece si è ritrovato ad assistere a una sessione tra pesi massimi, da cui Simone mano di granito Bolelli ne è uscito vincitore. I precedenti tra i due già la dicevano lunga sulla sfida che ci avrebbe atteso: due incontri conclusisi al terzo, il primo con due tie-break, il secondo addirittura con tre. E visto che il match odierno si disputava tre set su cinque, come non attendersi almeno tre giochi decisivi? Simone Bolelli è cresciuto, è maturato, e dopo la prestazione contro il numero 14 del mondo ha avuto accesso all’università dei campioni. 7-6 7-6 3-6 7-6: in quattro set elimina dal torneo il quarto finalista di Wimbledon 2005 e si ritrova, a distanza di un anno, di nuovo contro Hewitt, di nuovo su un campo importante. “Lo scorso anno ho racimolato cinque game, ma ora sono diverso, penso di potermela giocare alla pari”. Ai giornalisti australiani che lo accolgono in sala stampa lancia questo messaggio. La consapevolezza di poter competere con tutti i più forti, o quasi, è forte in Simone, e a chi gli chiede cosa pensa dell’ennesimo terzo turno in uno Slam (l’altro era arrivato solo un mese fa a Parigi) risponde: “Non mi stupisce, con il mio gioco posso fare bene su ogni superficie”. Per suggellare una giornata indimenticabile infine ecco la dedica, a Simona, sua sorella, che ieri ha compiuto 24 anni, uno più di lui. Come nella migliore delle favole… ma qui il finale è ancora da scrivere. Il ragazzo di Budrio però non è l’unica freccia italiana a centrare il bersaglio del terzo turno. Andreas Seppi, il nostro miglior giocatore in classifica, si guadagna il lasciapassare contro Florent Serra, numero 74 Atp. Dopo l’incerto esordio di primo turno l’allievo di coach Sartori dà prova di forma e condizione. E’ la tenuta mentale che lascia ancora a desiderare o, per vedere il bicchiere mezzo pieno, lascia ampi margini di miglioramento. Si difende egregiamente dalla fiammata iniziale del francese, lo fa sfogare e lo cuoce lentamente, fino a 6-3 6-5 e 40-0 in suo favore, poi un lungo blackout lo porta a perdere game e set. Il 6-2 del terzo e un break in apertura di quarto sembrano aver segnato la strada verso la vittoria, ma di nuovo è in agguato un’interruzione di corrente, cede 7-6 (forse che il fato abbia voluto concedere tutti i tie-break all’altro italiano?) e chiude con urlo liberatorio e con il 6-4 nel set finale. Venerdì se la dovrà vedere con Marat Safin, il “guastafeste”di giornata, colpevole di aver estromesso dal tabellone la terza stella Novak Djokovic. Poca fortuna invece per le ragazze ancora in gara. Maria Elena Camerin è costretta ad arrendersi a Elena Dementieva nella prosecuzione del match di martedì, non senza prima averle dato filo da torcere. Conquista il secondo set al tie-break (l’ennesimo azzurro) e chiude con un onorevole 6-3, battagliando e rispondendo colpo su colpo alle bordate della russa. Come del resto si difende e arriva a un punto dalla vittoria Francesca Schiavone, impegnata nel match-rivincita contro la spagnola Anabel Medina-Garrigues. Tanta era stata la gioia per il 10-8 del giorno precedente, tanta è l’amarezza per un 9-7 che giunge impietoso dopo che la “Schiavo” aveva sciupato un doppio match point sul 5-4 del terzo set e servizio. Senza tanti proclami, ma facendo ciò che gli riesce meglio fare, giocare a tennis, sua Maestà Roger Federer si sbarazza di Robin Soderling in tre facili set. Chi voleva il suo primato in bilico, dopo la prematura sconfitta del giovane serbo e il saggio di tennis mostrato agli “ospiti” del Centre Court, sarà costretto a ricredersi. Oggi le speranze azzurre sono affidate a Stefano Galvani, in programma nel primo match di giornata contro Mikhail Youzhny (17 Atp), a Flavia Pennetta, opposta nel quarto incontro ad Ai Sugiyama (38 Wta) e a Mara Santangelo, di fronte a Nadia Petrova (18 Wta). |
Wimbledon 2008 – Bolelli è più duro della… Piedra
dalla nostra inviata a Londra Roberta
Lamagni – foto Ray GiubiloChissà
cosa deve avere pensato Tony Roche, appollaiato sul muretto del campo 18