Dal nostro inviato a Londra Max GrassiSar&agra ve; capitato anche a voi
Dal nostro inviato a Londra Max Grassi

Sar&agra ve; capitato anche a voi. Te ne stai lì davanti al carrello sputa-valigie e ti chiedi perché la tua deve sempre essere l’ultima. Oh, mai una volta che arrivi – non dico prima – ma almeno a metà gruppo. Comunque l’attesa questa volta è stata davvero sofferta e non tanto perché col passare dei minuti lo spettro della valigia smarrita si fa sempre più reale, quanto perché era davvero una valanga di tempo che aspettavo. Mi ci sono volute due ore per arrivare da Malpensa a Londra (che poi con l’ora di qua in realtà è una sola) e più di un’ora e mezza per tornare a riabbracciare il mio amico Samsonite… (nella foto, l’aereoporto di Londra)

Fuori da Heathrow non vi dico. Dunque, sono partito da Milano che c’erano 30 gradi con bermuda e camicione caraibico… qui mi sembra di essere tornato in pieno novembre; 15 gradi e pioggia fitta, ho girato per un quarto d’ora per l’aeroporto alla ricerca delle caldarroste… Per strada facevo quello che “tanto non c’ho freddo” ma vi assicuro che è stata dura. Intanto spero di non aver compromesso la mia trasferta londinese per un errore che mai avrebbe commesso il saggio direttore del giornale, grande analista e attento osservatore delle previsioni del tempo. L’unica volta che personalmente mi sono interessato alle previsioni del tempo, è stato nei tre giorni precedenti al mio matrimonio: ovviamente è andata a finire che ha piovuto a dirotto per tutta la giornata e da lì avevo deciso di smettere di guardare le previsioni del tempo: fino ad oggi.

A proposito di tempo. Giusto per cominciare a parlare un po’ di tennis (che è poi il motivo per cui mi hanno spedito qui) ecco quello che si dice da queste parti. Appena sbarcato, ho comprato alcuni quotidiani e l’osservazione più curiosa l’ho trovata su “The Sunday Telegraph”. Si parlava delle condizioni dell’eroe locale (che per chi non lo sapesse non è più nonno Henman ma Andy Murray) e si faceva notare che siccome il meteorologo della city per domani prevede pioggia, ebbene questo favorirebbe senz’altro il torneo dello scozzese che potrebbe approfittare di qualche giorno in più di recupero. Mah, sperare in un exploit dell’antipaticone dopo più di un mese di stop per l’infortunio al polso occorsogli ad Amburgo mi sembra assurdo (e non è che a Roma Andy avesse impressionato… anzi!). Capisco l’esigenza dei giornali inglesi di cercare un eroe di casa ma quest’anno per l’allievo di Brad Gilbert la vedo davvero dura. Ottava testa di serie, il suo lato di tabellone non sarebbe poi malaccio (Moya e poi Gasquet le sue teste di serie), ma questo Murray non batterebbe Roddick nei quarti nemmeno con l’aiuto magico di Harry Potter e tutta l’Ordine della Fenice al gran completo (m’è venuto in mente perché le librerie londinesi sono tappezzate di manifesti che annunciano l’arrivo a giorni del settimo e ultimo libro della serie. Beati loro, noi chissà quando potremo sapere come va a finire…).

Ah, dimenticavo. Mentre atterravo ho avuto la fortuna di sorvolare proprio i sacri campi di Wimbledon e così ho potuto vedere la faccia del nuovo Centre Court senza tetto. Visto così, dalle nuvole, fa un certo effetto. Chi guarderà in alto e proverà per primo la sensazione del centrale senza tetto sarà Roger Federer (a cui spetta, in qualità di campione uscente, l’onore di aprire le danze della 121ª edizione dei Championships, la prima col montepremi tra uomini e donne parificato). Le sue impressioni le conosceremo presto; anche perché dopo che lo svizzero avrà sbrigato la pratica del primo turno (l’esordio sarà contro il 22enne russo Gabashvili – quello che si è ritirato al quinto contro Cipolla al Roland Garros – al debutto a Wimbledon) a noi giornalisti non resterà che chiedergli le sue sensazioni sul “nuovo” centrale: gli piace, non gli piace e bla bla bla…

Giusto dire che qui tutti ci aspettiamo il quinto successo consecutivo del fidanzato di Mirka (uguaglierebbe il record di Borg che vinse dal 1976 all’80). I pericoli per il Migliore arrivano però già al terzo turno dove potrebbe trovare il principe dell’incostanza, il genio e la sregolatezza di Marat Safin; solo un quarto di finale per lui a Wimbledon (e nel 2001) ma comunque uno capace di vincere Us Open e Australian Open non va sottovalutato. Poi via liscio il Fed-Express fino alla semifinale contro A-Rod.
Dall’altra lato della strada, Rafael Nadal esordisce contro Mardy Fish (due volte 3° turno a Wimbledon) ma i problemi seri potrebbero arrivare per il maiorchino dai quarti contro Berdych, poi Djokovic o Davydenko o Hewitt in semifinale.
Gli inglesi poi non vedono l’ora di gustarsi un intrigante (per loro) match di terzo turno tra Murray e Henman… secondo me al terzo turno non ci arriva nessuno dei due…
Appunto: nemmeno il tempo di accreditarmi e posare il computer che arriva la notizia della rinuncia di Andy Murray al torneo. “Ho fatto il possibile per essere pronto per Wimbledon, mi sono allenato parecchio nei giorni scorsi ma ancora non riesco a giocare il top spin come dovrei. Non sono al 100% e il mio infortunio al polso non è completamente riassorbito. Non voglio compromettere la mia stagione, i dottori mi hanno raccomandato di non giocare per i prossimi 10 giorni. Sinceramente, non credo che pioverà per dieci giorni…” queste le parole dello scozzese che in tabellone sarà sostituito dallo statunitense Kevin Kim.

A domani ragazzi, vado a mangiarmi una gustosissima crépe “londoner” (ci mettono dentro pancetta, uova, prosciutto e altro ancora che non riconosco) prima che il chiosco qui di sotto abbassi definitivamente le serrande.
Passo e chiudo.