di Gabriele Riva
foto Ray Giubilo
Wimbledon continua a far aprire gli ombrelli e a chiudere i campi sotto i teloni verdi. Con buona pace degli spettatori costretti a un continuo su e giù di mantelline e parapioggia, e con quella degli addetti pronti a scattare, telo alla mano, a ogni scroscio, anche la giornata di ieri non ha smentito quelle precedenti, né tanto meno ha invertito una tendenza meteorologica da lametta. “Wimbledon è allucinante, ti fanno entrare e uscire quattro volte dal campo, alla fine anche se sei l’uomo più calmo del mondo ti innervosisci, è naturale”, parola di Gianluca Pozzi, che ai Championships arrivò fin negli ottavi e quindi sa di cosa si sta parlando. Bene, qualcuno che si è innervosito ci sarà stato anche ieri, e forse più di qualcuno, nei vari intermezzi che il cielo, più irriverente che comprensivo, ha concesso agli organizzatori. Come a dire, siete proprio sicuri di non voler giocare di domenica? Anche se le previsioni non sono buone? Anche se già siete indietro col programma? Benissimo, vi faccio vedere io…
Bisogna cominciare però da lui, il Migliore. L’unico che anche ieri s’è fatto beffa del tempaccio che ha investito l’ottava giornata della 121esima edizione dei Championships. Oltre a non essere proprio scarsino sull’erba, Roger Federer ha avuto la fortuna di trovarsi, senza quasi saperlo, e soprattutto senza giocare, nei quarti di finale del draw a lui più caro. Motivo, il ritiro, anzi il forfait di Tommy Haas per un infortunio agli addominali che non gli ha lasciato scampo né campo.
Altr’acqua, altra Williams. Ma qui la sceneggiatura si complica. Serena, sul centrale, era opposta a Daniela Hantuchova, in un match non scontato alla vigilia ma sicuramente ben indirizzato. Il primo set scorre via rapido, senza intoppi, 6-2 Miss Williams. Nel secondo invece succedono un po’ di cose. Intanto la bella Daniela tiene testa, e resta attaccata all’avversaria fino al 5-6. Serve la slovacca, 15-15, "slice" e rovescio vincente, Serena fa per andare a rispondere a sinistra quando contrae la gamba sinistra, indurisce il polpaccio, lo scuote con qualche racchettata e poi crolla a terra urlando dal dolore. Cosa le sia successo in presa diretta non è stato chiaro, si poteva intuire che il problema era proprio al polpaccio, e sicuramente di natura muscolare. Sta di fatto che, dopo 8 minuti di interruzione, Serena torna “dritta” e fa qualcosa che assomiglia a giocare a tennis, sparacchia un paio di palle per arrivare al tie-break. L’idea, non ne avremo mai conferma ma è possibile fare delle ipotesi, era di chiuderla comunque lì alla fine del secondo set: due set a zero e vittoria, oppure un set pari e sconfitta per ritiro. E invece si alza dal Players’ Box papà Richard che grida, “It’s raining, it’s raining”, incredibile, ha ragione, piove, manco l’avesse chiamata…