Dal nostro inviato a Londra Max Grassi
foto Ray GiubiloTre a tre e palla al centro
Dal nostro inviato a Londra Max Grassi
foto Ray Giubilo
Tre a tre e palla al centro. E’ finita
in perfetta parità la giornata a Wimbledon per i colori azzurri, senza
che il match che avrebbe potuto spostare l’ago della bilancia, quello
di secondo turno tra Roberta Vinci e la svizzera Patty
Scnhyder,
sia andato in scena a causa della pioggia che ha interrotto i match rimandando
tutto a giovedì, ore 11 (le 12 in Italia), quando sui prati di Church
Road
si riapriranno le ostilità.
Il programma di giornata prevedeva tre
italiane al via contemporaneamente (Knapp, Santangelo e Garbin), cosa che
ci ha costretti a un vero e proprio tour de force tra gli angusti
vialetti dei campi secondari dove le nostre atlete erano impegnate. Molto
più semplice sarebbe stato starsene comodamente seduti al tepore della
sala stampa a fare zapping col telecomando… ma, non scherziamo, qui siamo
a Wimbledon, e non baratteremmo nemmeno un minuto sui campi con 10 ore
di tv. Eccoli, allora, uno per uno, nell’ordine in cui sono terminati,
i match degli azzurri.
Vaidisova b. Knapp 7-6
6-2
Sorteggio
sfortunato per Karin che, tra tante giocatrici mediocri in tabellone, ti
va a beccare la n.10 del mondo, la 17enne ceca (nel senso della nazione
dove è nata) Vaidisova. Primo set combattuto palla su palla, il che fa
capire il potenziale della 19enne azzurra, un solo break a testa, poi il
tie-break manda avanti Nicole. Nel secondo set, la top 10 sale in cattedra,
alza le percentuali delle sue prime (mentre calano quelle della Knapp),
ingrana la quinta spingendo moltissimo su ogni palla e chiude rapidamente
set e partita a suo favore. “E vero – ci ha detto sorridendo a fine match
Karin – il sorteggio non è stato fortunatissimo però
c’erano comunque
altre 9 giocatrici più forti che avrei potuto
pescare…”.
Santangelo b. Morita 6-1
3-6 6-3
Nel
giorno del compleanno della madre scomparsa, Mara regala ai suoi tifosi
un match altalenante contro l’insidiosa 17enne giapponese Morita (ne
sentiremo
parlare, e bene, in futuro). Un primo set giocato tutto all’attacco, di
altissimo livello. Poi, nel secondo set l’azzurra arretra il baricentro
del suo gioco e va subito sotto per tre a zero. Per fortuna arriva la pioggia
che lascia alla Santangelo una ventina di minuti per riordinare le idee.
“In realtà – ha detto Mara nel post-partita – non ho mai perso la
tranquillità,
ho continuato a fare il mio gioco e alla fine sono stata brava a portare
a casa il match”. Ultimo momento di panico quando, dopo essere andata
avanti 5-0 nel terzo, l’azzurra perde tre giochi: “Ho molta tensione
addosso in questo torneo, perché giocare bene qui e vincere partite a
Wimbledon
è il mio sogno. Qui ho visto vincere il mio mito Navratilova e quando
sognavo
di diventare una professionista volevo soprattutto giocare questo torneo”.
Adesso c’è il match con la Wozniacki, per regalarsi (oggi Mara
compie
26 anni) un prestigioso terzo turno contro la Mauresmo che potrebbe donargli
un sogno: giocare sul Centre Court della Cattedrale del tennis.
Garbin b. Yan 3-6 6-2
6-3
Insidiosa
era anche l’avversaria della nostra numero uno. Zi Yan gioca molto bene
sull’erba (l’anno scorso qui ha vinto il titolo di doppio), colpisce
forte sia il dritto che il rovescio (che gioca entrambi a due mani), ed
è rapidissima negli spostamenti. C’ha messo un po’ Tathiana
a capire
come venire a capo della cinesina. Poi la soluzione è stata trovata:
giocare
lo slice sul diritto bimane e la Yan è andata in palla.
“Mi sono
allenata bene per Wimbledon. A Bologna, precisamente a Castenaso,
c’è
un bellissimo campo con un’erba perfetta, mica come questi campi qua che
fanno schifo, tutta terra (ride, n.d.r.). Per me comunque giocare qui è
difficilissimo, fatico a trovare gli appoggi giusti per cui devo concentrarmi
punto su punto”. Ora l’attende la 18enne americana (ma è
nata a Minsk)
Azarenka, buon servizio e buon rovescio.
Schiavone b. Kremer 5-7
6-4 6-3
Fatica
ma alla fine, con un po’ di mestiere, porta a casa il match la
“Schiavo”.
Avanti 5-4 nel primo set, la 27enne milanese è stata interrotta dalla
pioggia
e al rientro non è riuscita a difendere il vantaggio, cedendo poi i
successivi
tre game e quindi la prima partita alla lussemburghese Kremer. Nella seconda
frazione, però, l’azzurra è stata brava a rimanere nel match e
sul 4 pari
a mettere a segno il break che le ha consegnato il secondo set. Nella terza
e decisiva partita, dopo lo 0-2 iniziale, la leonessa riesce a rimettere
in parità il match e quindi chiudere per 6-3. “Sono molto critica
ultimamente
con me stessa – ci ha detto Francesca – Accetto la mia vittoria oggi,
sono stata contenta di aver reagito quando ero già con un piede nella
fossa.
Io sull’erba sento di poter giocare bene. Però c’è da
dire che mentre
sulla terra hai tempo di recuperare, qua appena ti distrai, hai perso il
match. E’ tutta una questione di concentrazione. I vuoti mentali
sono il mio principale problema adesso perché per il resto il mio tennis
è tornato a buon livello”. Nel secondo turno la Schiavone
troverà dall’altra
parte della rete la francese Aravane Rezai. “Sarà importante
variarle
il ritmo e muoverla senza mai darle la stessa palla visto che lei, quando
colpisce da ferma, fa veramente male”.
Morigami b. Brianti 6-4
6-0
Esordio
sull’erba di Church Road per la Brianti che ha tenuto per un set,
poi ha dovuto inchinarsi alla giapponese che, nella seconda frazione, le
ha inflitto una severa lezione. Le due giocatrici avevano già un
precedente
nel 2007, a Las Vegas, e anche in quell’occasione si era imposta in due
set la 27enne di Osaka.
Verdasco b. Seppi 6-3
6-2 6-4
Ci aveva perso tre volte su tre Andreas,
contro il mancino spagnolo. E oggi, sul Court n.3, è arrivata la
quarta lezione. Per Seppi non c’è mai stata una chance di
entrare
veramente in partita. Bravo Verdasco, soprattutto in risposta dove ha fatto
la differenza (anche se Seppi ha servito decisamente peggio di ieri) e
anche durante gli scambi da fondo era sempre l’iberico a comandare.
SCATTI DA WIMBLEDON
La sorpresa al “desk”
Dovete
sapere che nel banco di fianco al mio siede una giornalista americana di
origine indiana molto carina. Viso, capelli, corpo, ogni cosa è al posto
giusto e ha le giuste proporzioni. Ci siamo capiti insomma. Si chiama
Kamakshi
Tandon e lavora per il sito di Tennis Magazine Usa (se siete
curiosi di vedere la sua foto andate pure su www.tennis.com). Questa premessa
è necessaria per capire meglio il resto della storia. Ebbene, dovete
sapere
che da quando sono qua mi capita sempre la stessa cosa, il che è
irritante.
Insomma, ogni volta che mi alzo per andare a seguire un match o una conferenza
stampa, ma anche solo per andare al bagno, al mio ritorno trovo sempre
qualche omaccione stravaccato sulla mia sedia in posa da latin lover.
Il motivo per cui il mio desk sia così gettonato a questo punto credo sia
chiaro a tutti. Ebbene, oggi decido di imporre il mio metro e ottantatre
e di spaventare con una qualche intimidazione i pretendenti alla principessa
in modo da essere lasciato in pace a lavorare (non metto il verbo lavorare
tra virgolette altrimenti chissà cosa pensate…). Detto fatto, eccomi
all’azione. Giuro, è tutto vero. Mi avvicino al desk, gonfio i
pettorali,
e con il dito indice della mano destra colpisco ripetutamente la spalla
sinistra dell’uomo col cappello che si è appropriato della mia
postazione.
Aspetto che si giri per sfoderare gli artigli, eee… chi mi trovo davanti?
Ma sì, proprio lui, quel simpaticone di Vince Spadea. Inutile dire
che ci siamo messi a ridere e scherzare… errore fatale per il buon Vince
che, dopo aver perso il match ieri contro Ljubicic, ha perso anche la bella
indiana che nel frattempo, con discrezione, è sgattaiolata via…
(Nella
foto, scattata col cellulare, Vincent Spadea seduto al desk di Tennis Italiano
a Wimbledon).
I trucchi del coach
Vabbè,
il mio cellulare questa volta non ha fatto due grandi foto, comunque vi
racconto la storia. Sono a Aorangi (è il circolo accanto a Wimbledon dove
i giocatori vanno ad allenarsi anche se in realtà qui l’erba
è meno curata
di quella di Wimbledon e molto, molto, più veloce) per seguire
l’allenamento
di Simone Bolelli che al secondo turno dovrà affrontare Lleyton
Hewitt. Ebbene se voi doveste scegliere il miglior sparring partner possibile
per preparare il match contro Rusty chi scegliereste? Ve lo dico
io: Nikolay Davydenko. Gioca come Hewitt, solo meglio. Il problema
è che il russo in questione è numero 4 al mondo ed è un
veterano del circuito
e Simone è 65 e sul circuito comincia ora ad affacciarsi. Come fare? Ce
lo ha rivelato il coach di Bolelli, Claudio Pistolesi. Controllare
sul tabellone in cui si prenotano i campi d’allenamento che Davydenko
non avessero già un compagno, quindi seguire come un segugio il fratello
di Nikolay, Eduard. Affiancarlo al bar, casualmente, e poi, una volta
agganciato,
buttare lì quasi per ridere la richiesta di fare allenare insieme i
propri
atleti. (Nelle foto, detto fatto:
sopra, sul campo dietro a quello di Nalbandian, in primo piano, c’è
Simone
bolelli; più sotto, il suo "sparring" d’eccezione, Nikolay
Davydenko)
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