Dal nostro inviato a Londra Max Grassi foto Ray GiubiloElegante come nessuno tra i tennisti moderni sa essere, Roger Federer ha inaugurato la 121ª edizione dei Championships con un completo giacca, gilet e pantalone lungo, il tutto rigorosamente bianco
Dal nostro inviato a Londra Max Grassi
foto Ray Giubilo

Elegante come nessuno tra i tennisti moderni sa essere, Roger Federer ha inaugurato la 121ª edizione dei Championships con un completo giacca, gilet e pantalone lungo, il tutto rigorosamente bianco. Lo ha fatto solo per la durata del riscaldamento, e a chi gli chiedeva perché, in omaggio alla tradizione, non avesse tenuto i pantaloni anche durante il match, lo svizzero ha risposto sorridendo: “Beh, è vero, faceva freddo, ma non così freddo…”. 6-3 6-2 6-4 è il punteggio con cui è stata rapidamente archiviata la pratica Gabashvili. In tribuna, ospite nel suo box a fianco alla fidanzata Mirka, anche Valentino Rossi: “l’ho conosciuto lo scorso anno ai Laureus Awards, è un ragazzo davvero simpatico. Mi ha detto due settimane fa che sarebbe venuto a trovarmi e a vedermi giocare – ha spiegato Federer – è un grande campione e la sua visita mi ha fatto molto piacere. Se posso aiutarlo con i biglietti sono felice di farlo”. E riguardo al nuovo Centre Court senza tetto ecco che cosa ha detto il Migliore: “E’ diverso, c’è costantemente un po’ di vento che lo rende molto simile a tutti gli altri stadi del mondo… è semplicemente diverso dal Centre Court. Decisamente preferivo quello vecchio!”.

Esordio lampo anche per la nostra Roberta Vinci: 6-2 6-1 alla Harkleroad. Troppo forte la tarantina che, grazie al suo efficace back di rovescio ha dominato l’americana sotto gli occhi del fratello Francesco che l’ha seguita per la prima volta in uno Slam come regalo per la recente laurea. L’erba è la sua superficie, non lo ha mai nascosto, e quest’anno vuole arrivare almeno al terzo turno ed eguagliare così la sua miglior prestazione a Church Road datata 2005. Al prossimo turno se la vedrà contro la temibile svizzera Patty Schnyder (per la verità non tanto temibile sull’erba…) che oggi ha dovuto faticare parecchio per avere ragione per 8-6 al terzo della francese Camille Pin. Match complicato ma da vincere.

Su un erba resa ormai scivolosa dall’ora tarda, ha lasciato il torneo la prima italiana. Flavia Pennetta ha ceduto alla francese Marion Bartoli per 6-3 6-1. Semplicemente la francese ha giocato meglio. Per l’azzurra solo il rammarico di non aver saputo sfruttare le tante opportunità che il match le ha concesso. Alla fine del primo set un fatto curioso: la Bartoli quasi si rifiutata di continuare il match a causa delle condizioni dell’erba. L’intervento del giudice arbitro la riporta alla ragione e la partita, per la francese, finisce meglio di come fosse cominciata.

Sul campo 2, quello soprannominato “la tomba delle teste di serie” ci stava per cadere subito la numero 9 Martina Hingis, una che questo torneo lo ha pure vinto ma nel lontano 1997. La svizzera, al rientro dopo lo stop per infortunio che l’ha tenuta lontana dai campi dal torneo di Berlino (e le ha fatto saltare Roma e Roland Garros), ha dovuto salvare due match point nel secondo set contro la mancina e tracagnotta wild card inglese Naomi Cavaday prima di affossarla nel terzo set (6-7 7-5 6-0).

Confortato dalla quarta vittoria in cinque anni al Queen’s, sul campo 1 ha vinto e divertito Andy Roddick che ha dominato il connazionale Justin Gimelstob (6-1 7-5 7-6). “Mio fratello ha contato addirittura otto tuffi nel match – ha commentato A-Rod – certamente Justin è uno dei migliori in questa particolare ‘disciplina’, se non altro per quanto riguarda la frequenza con la quale si tuffa a caccia della palla. Di certo è nella Top 3 dei migliori tuffatori” ha chiuso ridendo Andy. Roddick, da molti considerato il vero numero 2 sull’erba, purtroppo è stato sorteggiato nella stessa parte di tabellone di Federer che, non a caso, è stato proprio il suo carnefice nelle due finali sino a oggi disputate dall’americano a Wimbledon (2004 e ’05).

SCATTI DA WIMBLEDON
Sarà forse perché io vengo da una città, Sesto San Giovanni, che di aree dismesse ne ha a volontà, ma approfittando della pioggia che è caduta a inizio giornata, ho voluto scoprire dove fossero finiti i resti del mitico tetto, la cui assenza è stata la vera novità di questa prima giornata. Ebbene, dopo un attenta investigazione l’ho trovato in un’area poco distante dal circolo. Allego ovviamente la foto di questo reperto storico.




Un ringraziamento particolare all’amico e coach – oltre che columnist di Tennis ItalianoClaudio Pistolesi, che tra un allenamento di Bolelli e uno di Sanguinetti è stato così gentile da accompagnarmi alla scoperta degli angoli più remoti dell’All England Club. Nonostante qui, il grande Claudio, non sia mai andato oltre il primo turno, inutile dire che ogni angolo del circolo, ogni Court, era condito da un aneddoto divertentissimo e che certamente il coach romano inserirà nei prossimi “Globetrotter” che potrete leggere sulla rivista (il primo, intitolato “Gli stoppatori di Wimbledon”, già sul numero di luglio). Anche in questo caso allego la foto di Claudio davanti al Court n.2.