Sull’erba del All England Club è Roger Federer a battere Rafael Nadal superando spagnolo e cabala
Sull’erba del All England Club è Roger Federer a battere Rafael Nadal superando spagnolo e cabala. E’ il quarto successo in fila per Re Roger che si unisce ai pochi che possono vantare tanti titoli all’interno dei Doherty Gates. E’ successo a Wimbledon, day XIII







Alla fine ha potuto esultare lui, su quell’erba che ormai è la sua, per il quarto anno consecutivo ha potuto alzare al cielo la coppa dorata con iscritti tutti i vincitori dei Championships, non molti quelli che possono vantare quattro righe: Roger Federer è uno di quelli. Prevedibile quest’anno certo, ma quando di fronte alle quattordici, ore della City, si è visto scendere in campo Nadal, tutto è sembrato meno scontato. Come fa a vincere questo terraiolo prestato ai giardini, pensavano tutti alla vigilia. Però sotto sotto il dubbio c’era. E chissà che abbia sfiorato anche il cervello di Federer. Se questo è succeso dev’essere stato per un fugacissimo istante, un attimo. Appena meno di quanto ci abbia impiegato Roger a confezionare l’"uovo" per il suo avversario, seizero in 25 minuti. Allora quel dubbio era proprio senza senso, scriteriato, dovuto solo ai precedenti, sei favorevoli a Nadal, uno solo, e il più lontano cronologicamente dalla parte di Federer. Ma come fanno i grandi campioni, e solo i grandi campioni, Rafa Nadal ha saputo dissotterarlo di nuovo quel dubbio adeguandosi al tipo di match. E’ stato in grado di assorbire la botta psicologica del primo secchissimo parziale e si è rimesso a macinar gioco, puntando su un rovescio molto efficace e sulla calante percentuale di prime palle dell’avversario. Meno funzionale ed efficace il diritto ma non perché si trattasse di una giornata no, la spiegazione è più tecnica, troppo ampi i movimenti, meglio il rovescio bimane solidamente appoggiato sull’equilibrio dello spagnolo: movimento secco, utilissimo per passare Federer ogni qual volta tentasse la sortita a rete. Ed è così che i due set centrali dei quattro utili a Ruggero per chiudere i conti si siano risolti al tie-break.

Due storie simili ma opposte, non solo per il risultato finale, il primo a favore di Federer, il secondo per Nadalito, ma per come sono arrivati. Il primo con un Federer sotto di un break e a rischio, con un numero di prime palle in campo vertiginosamente crollato e con un umore simile a quello di chi sa che dovrebbe farcela ma con una serie lunga così di "però", soprattutto psicologici e ovviamente tutti legati al nome dell’avversario di giornata. Quando Rafa
ha servito per il set tuttavia è giunto il break che ha spedito il set a Federer e Nadal sotto di due partite a zero. Nel terzo invece si è giunti al "taglio della cravatta" dopo un cammino pulito, senza break né da una parte né dall’altra. Qui però i troppi errori di Federer e la grinta di Nadal hanno allungato il match fino al quarto, per il terrore di chi temeva un’altra maratona stile Roma che avrebbe comportato pericolosi sovrapponimenti con altri eventi sportivi piuttosto importanti.

E invece nel quarto set, rivelatosi poi decisivo, Federer ha subito sparigliato i conti, rimasti pari solo fino all’uno a uno. Al secondo break di vantaggio, quello che ha portato lo svizzero a condurre per cinque giochi a uno, sembrava proprio dover finire nell’arco di pochi secondi e invece tre drittacci sparacchiati fuori dalle righe di Re Roger hanno allungato la partita di altri due game ritardando solo di pochi minuti il poker servito sul verde, ma non del tavolo da gioco, di Sua Maestà. Che a soli 24 anni può puntare a sbriciolare i record di Sampras e Borg. Nadal permettendo però; già perché con tutti i progressi che ha mostrato in questo torneo e la sua grande duttilità e capacità d’adeguare il proprio tennis a ogni superficie potrebbe anche mettergli i bastoni fra le ruote. Seguendo le orme di uno che ha scritto la storia secondo queste modalità, proprio quel Bjorn Borg che potrebbe anche essere felice di tutto ciò visto che preserverebbe il suo nome sul libro dei record.

A fine gara, nella rituale cerimonia di premiazione, davanti alle autorità inglesi, Duca di Kent compreso, Rafael Nadal ha tenuto per prima cosa a fare i complimenti al rivale, come ha sempre fatto anche da vincitore a Monte Carlo come a Roma e a Parigi, e lo ha fatto nel solito "spanglish" che ha divertito abbastanza gli spettatori deviandoli dal rigido protocollo tipico dei Championships. "Complimenti a Roger, è il migliore su questa superficie. Da parte mia spero di tornare a giocare un’altra finale qui e magari, se avrò la fortuna di incontrare un altro avversario e non questo fenomeno, spero anche di vincerla". Dal canto suo Roger spiega come questo successo non fosse proprio scontato "All’inizio del torneo ero teso, forse per un tabellone non facilissimo, forse perché sapevo che avrei dovuto incontrare Nadal. So che a voi la nostra rivalità di quest’anno è piaciuta, a me un po’ meno. Oggi sono tornato ad apprezzarla anch’io". I complimenti vanno fatti davvero a Federer, che con il suo sorriso educato riesce a far sorridere anche chi ha appena sconfitto. In una giacca ormai fuori moda perché le vittorie a Wimbledon sono già quattro, non più tre, come raffigurato sul taschino, ha poi aggiunto, "spero che possano anche diventare cinque le mie vittorie qui. Ci proverò già dall’anno prossimo…", tutti gli altri sono avvisati.  
 
I main-draw dei Championships
Wimbledon, singolare maschile
Wimbledon, singolare femminile

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Lu nedì 26 giugno, Day I