Sotto due set a zero contro l’americano Kendrick, rischia l’eliminazione nel tie-break del terzo, che poi vince. Così come i due restanti set, ora per Nadal c’è Agassi che ha battuto il nostro Seppi. Dei nostri, solo Bracciali e Pennetta arrivano al fine settimana. E’ successo a Wimbledon, day IV
Dal nostro inviato a Londra Federico Ferrero
Con la stessa passione che mette sulla sua terra di conquista, il rosso, Rafael Nadal ha preso per i capelli un match di secondo turno a Wimbledon studiato a tavolino dalla sorte per celebrare un’uscita di scena storica: la seconda testa di serie dei Championships sconfitta dal numero 237 del mondo. Robert Kendrick, spilungone di Fresno uscito dalle qualificazioni e particolarmente a suo agio sull’erba, ha costretto Nadal agli straordinari: due set di vantaggio, per due volte a due punti dal match, lo statunitense ha ceduto il servizio per la prima volta alla fine del quarto set ma, perso il tie-break del terzo, ha accusato la personalità di Nadal che mai ha mollato un solo punto, irriguardoso del punteggio e dell’avversario che da due anni abbondanti non vinceva una partita a livello Atp. Probabilmente Kendrick meritava miglior sorte ma il torneo saluta la vittoria di Nadalito pensando a quella di Andre Agassi, un Agassi decisamente più in palla rispetto a quello visto contro Pashanski e della cui forma crescente ha fatto le spese “un ragazzo che si muove molto bene, che con il rovescio sa mettere la palla dove vuole e riesce a tenere la traiettoria molto bassa, e che su un’altra superficie probabilmente mi avrebbe messo ancora più in difficoltà”. Il ritratto agassiano è quello di Andreas Seppi, messo alla prova del campo numero uno, di un pubblico non ostile ma tutto per il Kid e di una leggenda della racchetta. E’ andata male, non malissimo: Andreas ha tenuto botta e, con una battuta più ficcante, avrebbe dato qualche grattacapo in più al divo pensionando, trovatosi non di rado in ambasce nello scambio da dietro nei primi due set.
Se Nadal ha negato la sorpresa da prima pagina poco ci è mancato che Venus Williams coprisse il buco facendosi sbattere fuori da campionessa uscente al secondo turno. Venere è arrivata a un gioco dalla sconfitta ma Lisa Raymond ha improvvisamente smesso di scendere a rete, permettendole di continuare una marcia che, però, non potrà durare a lungo se la detentrice del titolo non cambierà decisamente registro.
Il derby italico tra Galvani e Bracciali è finito con l’aretino in ginocchio come Bjorn Borg ma per tutta la partita i due si sono scambiati scortesie: un teatrino che sul campo dieci non ha espresso uno spettacolo utile alla reputazione del tennis italiano in terra della Regina. Braccio il toscanaccio, che evidentemente non ha visitato il museo dei Championships, ha espresso un gioco migliore e, com’era prevedibile, ha approfittato delle ferite riportate in battaglia da Galvani contro quell’energumeno di Alexander Waske. Avrà tutti i suoi problemi contro Jonas Bjorkman ma il pronostico è aperto.
Altri risultati
AGGRAPPATI A FLAVIA
Delusi da Francesca Schiavone, non impressionati da tutte le altre, non ci resta che sperare nelle sorti di Flavia Pennetta che ha raggiunto il terzo turno con autorità contro la statunitense Laura Granville dandole solo la gioia di tre game, nulla di più. Ora la pugliese numero 16 del seeding incrocerà la propria strada verso la seconda settimana con quella della cinese Shuai Peng che ha dovuto faticare ma l’ha risolta in due set contro Shahar Peer. Mentre Venus gioca a fare la Nadal del circuito femminile, nel senso che arriva a un passo dalla sconfitta ma poi si salva in extremis e passa il turno, vita comoda per altre due delle favorite, Amelie Mauresmo, sul centrale, schianta Amanda Stosur con un secco 6-4 6-2 e peggio va alla sua connazionale Harkleroad che quattro game li raccimola nel complesso contro una Sharapova apparsa splendente in forma e aspetto, come al solito, nel suo vestitino bianco-Wimbledon.
In perfetto stile Safin la sconfitta del Marat. Il russo, avanti due set a zero è riuscito a distruggere ciò che di buono aveva fatto all’inizio e così al momento della stretta di mano si è ritrovato perdente di fronte a Fernando Gonzalez, numero dieci del seeding. Due che di colpi di testa non ne vogliono sapere e a questi preferiscono le bordate dei loro servizi si guadagnano il terzo turno in maniera agevole ed entrambi in tre set. Stiamo parlando di Andy Roddick, che ha superato Florian Mayer, e di Ivan Ljubicic che ha battuto Gimelstob. Un set di troppo, almeno secondo pronostici, è quello che ci è voluto a James Blake per avere la meglio di Yeu-Tzuoo Wang. (g.r.)
Ecco i due tabelloni completi di ogni singolo risultato dei Championships
Wimbledon, singolare maschile
Wimbledon, singolare femminile
The Championships’ Archive
Lu nedì 26 giugno, Day I