Flavia Pennetta ha giocato un gran bel ottavo di finale contro la testa di serie numero quattro Maria Sharapova costringendola al terzo set e a due ore e mezza abbondanti di match. Alla fine però la spunta la russa, peccato. E’ successo a Wimbledon, day VII
Con gli asciugamani sulle gambe e il ghiaccio sul collo, tra un cambio di campo e l’altro, ha dovuto così sudare Maria Sharapova per riuscire a giungere nei quarti di finale del torneo che è stato suo solo due anni or sono. Merito della nostra Flavia Pennetta autrice di un match con poche sbavature e che ha trascinato la fredda siberiana in lunghi scambi e faticose rincorse per due ore e mezza abbondanti. Sfuggitole dalle dita il primo set al tie-break la “nostra” non ha mollato di un millimetro, né mentalmente né fisicamente. Masha, colpevole di troppi doppi errori, almeno fino agli sgoccioli del secondo set, portato a casa grazie a un break in apertura. Nella partita decisiva poi la russa, al continuo grido di “come on” e sotto lo sguardo sempre severo del padre, ha innalzato notevolmente il livello di gioco, aumentando la velocità di palla e sistemando alquanto il mirino. Qualche riga e una condizione fisica migliore le hanno permesso di avere la meglio sull’azzurra che però non ha proprio nulla per cui recriminare visto che non si è certo trattato di un’occasione persa per colpe proprie, semmai l’unica “colpevole” di questo mancato passaggio ai quarti è stata la grinta e l’attitudine mentale della sua avversaria, lanciata verso le ultime fasi dei Championships. E, la Sharapova vista oggi sul campo numero 2 dell’All England Club, come può non essere additata come favorita?
Non si può però dire che sia l’unica a meritarsi questo titolo, provate a dirlo alle belghe. Justine Henin si è semplicemente allenata con una sparring partner di lusso, Daniela Hantuchova (che non si deve essere divertita molto: ha raccolto solo quattro giochi in due set) e Kim Clijsters che ha lasciato lo stesso numero di game alla polacca dal nome-scioglilingua Agnieszka Radwanska. Risolve senza patemi, un match che alla vigilia poteva procurargliene non pochi, Amelie Mauresmo. La numero uno del mondo ha infatti superato la croata Ana Ivanovic in due set scacciando i fantasmi degli incontri precedenti. La bella Ana infatti aveva avuto la meglio ben due volte sulla numero uno del ranking, ma oggi non c’è stata storia. E’ stata lei a chiudere il programma degli ottavi di finale femminili dei Championships che vivrà martedì la fase dei quarti di finali, tutto in un giorno dunque per stabilire le quattro semifinaliste a Church Road.
Non finiscono con le parate del portoghese Ricardo le delusioni legate alla union-jack. Lo scozzese Andy Murray ha infatti lasciato strada a Marcos Baghdatis, ricordate? Quello che dopo la finale degli Australian Open sembrava non prenderla più. Evidentemente, terra rossa a parte, al cipriota piace esaltarsi e far esaltare gli spettatori negli slam. Qui però il pubblico non è andato in visibilio, gli inglesi, oltre alla loro naturale pacatezza, si sono dovuti accollare anche l’eliminazione di Murray, dopo quella prematura ma inevitabile di Timbledon conto Re Roger al secondo turno.
Non smette d’impressionare nonno Jonas. Bjorkman infatti dopo aver eliminato il nostro Bracciali, con una buona percentuale di masochismo, ha fatto fuori anche la bestia, intesa come il bielorusso Max Mirniy. Il cui continuo serve & volley è stato come una preda perfetta per il più abile dei doppisti impegnati nel singolare. Sull’erba, uno che risponde alla sua maniera ai servizi di oggi dì, sia pure alla sua veneranda età, non che fare molta strada sui prati. Uno che di passeggiate sull’erba se ne intende, è Re Roger; lo svizzero infatti ha avuto fretta di eliminare Berdych. Più lento ma con lo stesso risultato il match di “Rusty” Hewitt che con un terraiolo doc come lo spagnolo Ferrer ha speso quattro set e un sacco di energie per strappare un biglietto per i quarti.
I main-draw dei Championships
Wimbledon, singolare maschile
Wimbledon, singolare femminile
The Championships’ Archive
Lu nedì 26 giugno, Day I