Tre giorni dopo la batosta in Fed Cup, Angelique Kerber si prende una sontuosa rivincita su Petra Kvitova al torneo di Stoccarda. Lo ha vinto nel 2015 e nel 2016, ma la terra non è la sua superficie. “Quest'anno sarà importante perché preparerà cose che le serviranno su erba e cemento. Ma se prende fiducia in fretta…"

Angelique Kerber ci ha ricordato che nel tennis non esiste la proprietà transitiva. Soltanto tre giorni prima aveva incassato un duro 6-2 6-2 da Petra Kvitova, in Fed Cup. Sullo stesso campo, in condizioni identiche, ha ribaltato il punteggio. Imponendosi 6-3 6-2, “Angie” ha colto un risultato che rilancia la sua stagione: dopo un inizio travolgente (vittoria a Sydney, splendida semifinale a Melbourne) si era un po' bloccata, anche se aveva colto i quarti sia a Indian Wells che a Miami. La Fed Cup aveva alimentato la sensazione di crisi, subito scacciata in un torneo che ha già vinto due volte, nel 2015 e nel 2016. “Sapevo cosa aspettarmi, domenica Petra aveva giocato davvero bene – ha detto la tedesca – ho cercato di essere più aggressiva, in modo che il match dipendesse da me. Non avevo niente da perdere e sul campo ho avuto sensazioni diverse, anche perché nei tornei ritrovi la routine, mentre in Fed Cup è un po' diverso. La chiave? Pensare a un punto alla volta”. Le sono bastati 77 minuti per mettere KO la ceca, autrice di 32 errori gratuiti e incapace di trasformare le tre palle break ottenute. Se in Fed Cup c'era il neocapitano Jens Gerlach, al Porsche Tennis Grand Prix ha ritrovato Wim Fissette, l'uomo che l'ha rilanciata come top-player. Non sappiamo se tornerà al numero 1, ma dopo un 2017 disastroso l'ha rimessa a lucido. E ha progetti importanti, anche sull'ostica terra battuta.

TERRA TUTTA DA SCOPRIRE
“Sarà una fase della stagione molto importante, perché preparerà cose che le serviranno sia sull'erba che sul cemento – ha detto Fissette – non è un segreto che la terra sia la superficie dove fa più fatica, quindi le aspettative non sono enormi. Al contrario, sull'erba trova subito la fiducia”. In fase di allenamento, il clan Kerber ha cambiato qualche dettaglio tecnico in modo da fronteggiare lo stile delle giocatrici più giovani, molto incentrato sul topspin esasperato. Se la Kvitova gioca piuttosto teso, quello di oggi contro Anett Kontaveit (ore 18.30, diretta SuperTennis) sarà un test importante. “Difficile dire se i due mesi sul rosso saranno un periodo di transizione – continua Fissette – dipende molto dalla fiducia che si prende nei primi tornei. Però posso dire che la motivazione di Angie è al 100%. Ovviamente, ha una reputazione migliore altrove. Esempio: quando siamo arrivati in Australia ha subito ripensato alla vittoria del 2016 e questo l'ha aiutata. A Parigi non ha ricordi altrettanto positivi, ma magari li costruirà quest'anno”. In virtù della sua lunga esperienza, la Kerber non lavora con uno psicologo dello sport, e lo stesso Fissette – in virtù delle sue precedenti collaborazioni – ha una discreta base sull'argomento. Per lavorare sulla sua motivazione le ha mostrato alcune immagini del torneo di Charleston 2015, quando vise un gran torneo (in finale sulla Keys). Si giocava sull'har-tru, un po' diverso rispetto alla terra rossa europea, ma in fondo si scivolava anche lì. E la Kerber, pur avendo un tennis più adatto alle superfici dure, aveva dimostrato di potersi muovere bene anche sulla terra. “Da quando lavora con me, non abbiamo ancora visto la miglior Kerber – dice sicuro Fissette – paradossalmente, i successi a gennaio hanno avuto una controindicazione: pensavamo di allenarci di più”.

SENSAZIONI POSITIVE
Con un po' di tennis in più sulla gambe, adesso gli obiettivi sono ancora più alti. “Angie ha un sacco di talento, ma per vincere le partite deve essere al 100%. Riuscirci per tutto l'anno è difficile, ma sono sicuro che vedremo la miglior Kerber. E la miglior Kerber è stabile tra le top-5 ed è sempre tra le favorite per vincere uno Slam”. Sensazioni positive che sono nate lo scorso inverno, quando hanno iniziato a lavorare insieme. Fissette ha trovato una giocatrice disposta a lavorare duramente e ricettiva ai consigli. Era un po' indietro sul piano fisico, ma il programma studiato dal preparatore Rob Brandma (un vero guru del settore) l'ha rimessa a nuovo in poche settimane. E allora, con l'eliminazione di Julia Goerges, i tedeschi si affidano alle sue gambe possenti, così simili a quelle di alcuni calciatori tedeschi degli anni 80-90 (Karl-Heinz Rumenigge, Lothar Matthaus, Andreas Brehme…). Puntare sulla Kerber, il più delle volte, è una scommessa vincente. Li accontenterà anche stavolta?