Scesi in campo, se ne avverte subito la facilità di movimento: lo swing è veloce, la racchetta si muove bene nell'aria.
Senza fraintendimenti, stiamo parlando di un telaio adatto ad agonisti di club, quarta e terza categoria, di conseguenza ogni valutazione è commisurata al pubblico di utilizzo.
L'impatto è pieno, consistente, molto simile a quello di una Clash - quello che l'azienda chiama 'effetto Wow' -, complice probabilmente una bassa rigidità, ma questo è tutto da verificare.
Da fondo i colpi coperti riescono bene. Lo schema corde agevola il topspin, ma senza addentrarsi nel campo della cattiveria. Le rotazioni spinte, con impugnature molto girate, non sono per questa racchetta.
L'equilibrio tra potenza e controllo è ben gestito. Confrontata con le parenti, la Shift spinge meno di una Ultra ma più di una Clash e non ha certamente la precisione di una Blade.
Il back corre via veloce e facile. Come per il top, però, sembra mancare un po' di peso una volta colpito il terreno. Stiamo pur sempre parlando della versione da 300 grammi, quindi di prestazioni in linea con i telai di categoria.
Del colpo piatto se ne apprezza ancora una volta l'impatto pieno. E la stessa impressione si evidenzia nei pressi della rete, quando, grazie alla massa in testa, le volée riescono sicure e decise, quasi definitive.
Il gioco sopra la testa beneficia in generale di questa sensazione. Smash e soprattutto servizio risultano i colpi migliori. In particolare, il colpo di inizio gioco convince sia in versione slice, sia in insidioso kick, sia nella proposta cannonball.
A chi sembra rivolgersi? Ad attaccanti da fondo, amanti dele variazioni, giocatori per cui i modelli Blade si presentano troppo impegnativi.
Ma per un giudizio completo e avvalorato dai dati strumentali, c'è ancora da attendere…