Spin Effect è la tecnologia che consente al telaio di imprimere alla palla un considerevole aumento di spin. Siamo stati all’unica tappa italiana del tour, per verificarne di persona gli effetti… di ROBERTA LAMAGNI

dalla nostra inviata a Lugo, Roberta Lamagni

 

Wilson vuole un 2013 a effetto. La “S” che accompagna i modelli Steam 99 e Steam 105 della nuova collezione, infatti, sta per Spin Effect, qualcosa di più di una semplice tecnologia: una nuova filosofia, una frontiera della ricerca che ha come oggetto le rotazioni che il telaio imprime sulla palla al momento dell’impatto.

Perlustrato in lungo e in largo l’universo dei materiali di nuova generazione, gli ingegneri di Chicago si sono rivolti a un altro aspetto dell’attrezzo che fino a oggi forse era stato poco considerato: il reticolo corde.

Caratteristica delle Steam S (da non confondere con le semplici Steam, a schema tradizionale) è proprio un intreccio di 16 corde orizzontali per 15 verticali. Il risultato è un piatto a maglie molto larghe, che per effetto della fisica produce un considerevole spostamento delle corde e un rapido ritorno delle stesse (snap-back, in gergo tecnico), aumentando esponenzialmente lo spin.

Questo è quanto ci è stato raccontato in occasione della seconda tappa europea – l’unica in Italia – dello Spin Effect Tour.

 

Un pubblico di specialisti radunato presso il circolo Villa Bolis di Lugo di Romagna (Ra) ha assistito alla presentazione di Marco Goretti, responsabile Wilson Italia, prima di scendere in campo e verificare di persona gli effetti che il telaio “diabolico” avrebbe generato sulle proprie esecuzioni.

La prova consisteva nel ribattere i colpi di una macchina lanciapalle, inizialmente impugnando il modello Steam e poi in rapida successione alcuni telai della concorrenza. Stesso giocatore, stessa esecuzione ma differente strumento, dunque.

A misurare il tutto uno speciale radar, chiamato trackman. L’efficacia della nuova tecnologia era già stata dimostrata nelle pagine test della nostra rivista, ma che un computer possa rilevare differenze evidenti e oggettive su importanti valori di gioco solo sostituendo l’attrezzo, è senza dubbio l’aspetto più interessante emerso dalla giornata.

In un gioco che si sta sempre più allontanando dai canoni classici dell’esecuzione semplice e pulita per avvelenare la palla con rotazioni esasperate che solo un braccio ben allenato può imprimere, un aiuto proveniente dal mezzo di certo non guasta. Per questo scommettiamo che gli studi del Centro ricerche di Chicago non si fermeranno qui.

Curiosi di conoscere il responso del trackman? Per un resoconto completo della prova vi rimandiamo alle pagine della nostra rivista.