THE TEST – La nuova racchetta Wilson di Grigor Dimitrov: telaio classico da 19,5 mm di profilo, piatto corde sotto i 100 pollici e Spin Effect. In certi momenti è goduria pura, soprattutto se il tuo livello di gioco è molto alto.
Lunghezza 68,5 cm
Profilo 19,5 mm costante
Ovale 97 pollici
Peso 326 gr
Bilanciamento 34,3 cm
Inerzia 336
Rigidità 65
Schema incordatura 18×17
 
A chi la consigliamo
Al giocatore agonista, molto agonista, che vuole avvertire le vecchie sensazioni della palla sulla racchetta, che colpisce quasi solo di piatto o back, con leggere rotazioni in top spin, che “sente” bene la palla ed è abbastanza allenato da gestirla per due ore e passa. Insomma, una bella nicchia. Oppure, per chi vuol godere un’oretta in cui è consapevole che quel che gli riesce è merito suo e non della racchetta bionica che gli hanno messo tra le mani.
 
Giudizio finale
Racchette meravigliosa per il suo genere, con la pecca di adattarsi ad una piccola schiera di giocatori veramente agonisti. Certo, alcune sensazioni all’impatto, con le tubolari te le scordi. Il back fila via che è un gioiello, il servizio slice è micidiale, la precisione assoluta. Una cosa è fondamentale: il punto di impatto. Intesto come altezza dell’impatto. Perdona poco, quindi se la colpisci ben piazzato, gambe vicine alla palla e all’altezza delle anche, allora riesci a fare quello che vuoi (anche a dare rotazione, vuoi per il sistema Spin con più corde verticali che orizzontali), ma se gli chiedi di perdonarti un piccolo ritardo, un impatto troppo basso… amen! Sotto rete si muove bene, con un impatto solido: ma anche qui, siete voi a dover dirigere le azioni e le direzioni, non basta la semplice opposizione. Poi quando volete giocare di tocco, per qualche istante vi sentite Grigor. E’ un gioiellino (anche nella grafica), quasi da collezione, da tirar fuori nelle grandi serate, quando si vuol dimostrare di saperci fare. Ma non certo un telaio da tutti i giorni, se non sei un seconda categoria (o un terza basso con passato più che buono) con caratteristiche old style. Insomma, in generale, il futuro è della Burn, non di questa Pro Staff.
 
La corda ideale
Il budello è la morte sua. L’ibrido di RF ancora accettabile. Il multifilo una soluzione sensata. Se ci mettete l’Alu Power siete Dimitrov, o giù di lì.
 
Test in laboratorio
Piatto da 97 pollici, peso importante ma non fuori logica (326 grammi), bilanciamento bello in testa (sopra i 34 grammi, per questo serve forza a muoverla), inerzia inevitabilmente significativa (sfiora i 340, quindi si pyò spingere alla grande se la si colpisce piena), ma soprattutto il profilo da 19,5 millimetri, non facile da domare, ma che bella sensazione! E poi… e poi lo Spin Effect, la nuova tecnologia che da oltre un anno accompagna tutte le racchetta Wilson col suffisso S. In sostanza, vi sono più corde verticali che orizzontali e gli studi condotti a Chicago dimostrano che si può ottenere maggior spin, con una curva più accentuata e sicura. Magari negli States va alla grande, in Italia c’è sempre molto scetticismo sulle rivoluzioni.
 
Test in campo
 
Lorenzo, 43 anni, classifica 3.5
Nemmeno volevo prenderla tra le mani, pensando all’inevitabile ghiaccio post-match. Poi cominci a giocarci e ti accorgi che se la prendi a livello delle anche, nello sweet spot, la palla esce perfino facile, quasi non si avvertissero i 97 pollici, i quasi 330 grammi e soprattutto i 19,5 mm di profilo. Certo, appena vai fuori sweet spot, la paghi, ma lo slice è una goduria, le smorzate un orgasmo. In palleggio ti sembra una favola, in partita (quando cominci ad arrivare tardi sulla palla) fatichi di più. Ma in certi momenti, quando ti vien voglia di vecchi sensazioni, sarebbe bello averla nella sacca.
 
Francesco, 24 anni, classifica 2.2
Mi piace perché riesco a spingere ma anche a dare sufficiente rotazione quando serve. Se impatti preciso, la metti dove vuoi e sotto rete è una macchina. Lo slice è perfetto e col servizio escono cannonate. Devo solo fare attenzione alle corde: appena perdono le loro prestazioni, devo cambiarle o l’assetto cambia totalmente.
 
Flavio, 34 anni, classifica 4.2
Dov’è la mia Burn, please?
 
Michele, 18 anni, classifica 3.2
Capisco quelli che mi dicono che con i telai sottili “senti” meglio la palla. In effetti mi pare di essere più preciso nelle traiettorie, di mettere la palla dove voglio ma anche di fare più fatica, di non farla partire nei momenti di tensione. Insomma, mi sembra pretenda troppo: non sono mica Dimitrov!
 
Tiziano, 28 anni, classifica 3.1
Potrei giocarci perché l’impatto non è così duri, prende abbastanza spin, lo slice è fulminante e la precisione assoluta. Se ho la pazienza di tenere sempre il set up con le corde a livello decente,, con la mia mobilità e il gioco d’attacco che mi ritrovo, onestamente la metto dove voglio. Pretende tanto, è vero, però restituisce pure, eh!
 
Gigi, 45 anni, classifica nc
Io gioco solo con la Federer, perché adoro Federer, e godo solo con la RF. Questa non è niente male: e si ritira Roger e Dimitrov vince uno Slam, ho trovato la mia nuova racchetta. Scusa? Ah, giocherei meglio con qualsiasi altro telaio? Lo so, ma certe godurie compensano le sconfitte.