di Giorgio Valleris – foto Getty Images
Dimentichiamoci la Serena spietata dell'anno scorso. Quella che concedeva appena le briciole – e talvolta nemmeno quelle – alle avversarie. In questo 2014, la numero uno del mondo è tornata sulla Terra. Giocatrice sempre eccezionale ma giocabile; con le sue pause e le sue debolezze. Lo sa bene Angelique Kerber che nella finale di Stanford di poche ore fa ha accarezzato il sogno di vincere…
La tedesca si è ritrovata avanti 5-1 in una manciata di minuti. Merito suo e anche di Serena Williams, lenta e imprecisa come poche altre volte. Ma proprio quando il primo parziale sembra in cassaforte, ecco che la tedesca incappa nel più classico dei black out e non ne combina più una giusta. Un passaggio a vuoto che restituisce fiducia alla Williams che inizia la sua rimonta. La numero uno del mondo sale sul 6-5 prima che Angie riesca ad acciuffare il tie break. Ma non c'è storia: l'inerzia della finale è cambiata totalmente e la Kerber raccoglie appena un punto.
Nel secondo parziale Serena ricomincia da dove aveva lasciato. Ha alzato l'asticella e la tedesca non sembra in grado di tenere il ritmo. Forse paga lo scotto di un primo set perso in maniera davvero rocambolesca. Vince la Williams per 7-6(1) 6-3, raddrizzando una finale che sembrava compromessa.
Serena conquista il 61esimo titolo in carriera, il quarto stagionale dopo quelli di Brisbane, Miami e Roma. Tra lei e la seconda (Na Li) ci sono oltre 2700 punti di distacco. Tanti, ma il campo ha dimostrato che oggi più che mai, il divario tra la numero uno e le avversarie è colmabile. Buone notizie per Halep, Sharapova, Kvitova…