di Max Grassi – foto Getty Images
Serena Williams ha vinto, ancora. Per il terzo anno consecutivo (e per la quinta volta in carriera in sette finali disputate), la pantera di Compton si aggiudica le Wta Finals battendo la neo n.3 del mondo Simona Halep per 6-3 6-0.
Vendicata così la tremenda batosta subita dalla 33enne n.1 al mondo nel round-robin dove Serena ha incassato un netto 6-0 6-2 (peggior sconfitta per lei in 18 anni).
Parte subito forte la rumena che sale 2-1 e avrebbe anche una palla per il 3-1 poi torna Serena e riesce in 45' a portare a casa il primo parziale con il punteggio di 6-3.
Su 54 finali in cui ha vinto il primo set, Serena ha poi conquistato il titolo in 51 casi. E, nel 2014, ha vinto 47 match di cui ha vinto il primo parziale, perdendo solo in 4 occasioni.
Una statistica che forse conosceva molto bene la 23enne rumena che probabilmente ha pensato di lasciar perdere.
Secondo set che si apre subito con il break dell’americana. Poi è un assolo della sorellina di Venus che vince 11 degli ultimi 12 giochi, prende a schiaffi la rumena a cui deve dire grazie se ha potuto giocare questa finale, e diventa la prima giocatrice a vincere il Masters in quattro città diverse: dopo Monaco, Doha e Istanbul arriva anche Singapore 2014.
Sorge spontanea una considerazione. Nel tennis esiste una regola (si chiama lack of best effort) che sanziona chi scende in campo e non dà il massimo per vincere il match. E per la stragrande maggioranza dei tornei dell’anno è una regola sacrosanta. Tutti tranne uno. Il Masters di fine anno dove si gioca con i gironi all’italiana (round robin).
Ora, a mio avviso, visto che la formula del torneo è differente, è giusto gareggiare adattando le proprie tattiche di gioco al torneo che si sta disputando.
Entrando nello specifico, nel girone rosso, se Simona Halep avesse perso in due set contro Ana Ivanovic (la serba ha vinto invece per 7-6 3-6 6-3), Serena sarebbe tornata a Los Angeles col primo aereo (i più informati dicono che avesse infatti già chiamato la sua assistente dopo il primo set per prenotare il volo). E la Halep avrebbe “eliminato” dalla competizione l’avversaria più temibile per lei.
Così però non ha fatto. Aggiudicandosi quel secondo set, ha eliminato la serba e rimesso in gioco l’americana che oggi le ha tolto – com’era prevedibile – la gioia della sua prima vittoria alle Wta Finals.
Qualcuno potrebbe pensare che si sia comportata in modo corretto, e forse lo ha fatto. Però il primo obiettivo di una grande giocatrice non dovrebbe essere quello di vincere i tornei che contano?