In un Centre Court festoso, con cori d’incitamento e clima da esibizione, termina la favola a Wimbledon di Marcus Willis, battuto in tre set da Roger Federer. Lo svizzero si presta al gioco, e ne viene fuori una bella pagina di sport, col britannico protagonista assoluto nonostante la sconfitta.

Era praticamente già scritto che sarebbe finita così. Nel punteggio, prima di tutto, ma anche nel clima surreale che la sfida fra Marcus Willis e Roger Federer ha saputo creare. È durata poco, allo svizzero sono bastati 85 minuti per chiudere 6-0 6-3 6-4, ma è stata sufficiente per regalare l’ultima, splendida pagina della favola di Marcus Willis e della sua Willbomb Barmy Army, un gruppetto di rumorosi sostenitori, bandana in testa e scarpe in mano al motto di “Shoes off if you love Willis”, che hanno iniziato a cantare ancor prima del lancio della monetina, trascinando il pubblico in un’atmosfera inedita per il Tempio del tennis. Perché dopo Brexit-1, dall’Unione Europea, e Brexit-2, dai Campionati Europei di calcio, il volto paffuto di Marcus Willis ha portato un po’ di sole nelle case degli inglesi. Si sono appassionati sul serio alla sua storia (“una delle migliori del nostro sport da molto tempo a questa parte”, parola di Federer), e non c’è quotidiano che non ne abbia scritto, telegiornale che non ne abbia parlato. Un po’ come quella di Jamie Vardy, al quale la simpatica mamma Cathy ha paragonato suo figlio, il “disordinato che non pulisce mai” e vive ancora con i genitori. Vero: ma la favola dell’attaccante-muratore è stata inglobata da quella del suo Leicester, perché a calcio si gioca in undici, mentre Willis sul Centre Court contro Roger Federer ci è entrato da solo, con un sorriso che non è riuscito a togliersi fino alla fine del riscaldamento. Chissà quante volte l’ha sognato quel momento, così lontano fino a tre giorni fa, così vicino oggi: da una parte il Signore di Wimbledon, dall’altra lui. “Jet privato contro compagnia low cost”, come ha twittato un giornalista australiano, o Roger Federer contro uno con la sua t-shirt, come aggiungiamo noi, visto che sulla manica della polo Nike di Willis (sotto uno dei due ben retribuiti “patch” offerti a chi gioca sui campi televisivi più importanti) c’era proprio il mitico logo “RF”, come già nelle qualificazioni.

CLIMA SURREALE NEL TEMPIO
Quello è stato il primo segnale di come Willis ha affrontato il match, provando a godersi il più possibile la giornata, il palcoscenico, un numero di spettatori che probabilmente non ha mai visto in tutta la carriera (sommando match su match) e pure l’avversario. Durante il riscaldamento è scappato un sorriso pure a Federer, che si è ben prestato a un match diverso dal solito, dal clima dell’esibizione. “Willbomb” ha dato proprio l’impressione di badare poco al punteggio, molto di più a garantirsi un bel finale per il suo film. Ma, tolto un primo set che gli è servito a sciogliersi, ambientarsi e provare per la prima volta nella sua vita l’occhio di falco, ha fatto vedere anche qualcosa di interessante, con un tennis mancino non bellissimo esteticamente ma efficace, con un buon servizio, un ottimo rovescio slice, tante palle corte. Quando ha vinto il primo game ha esultato a braccia aperte come se avesse vinto il match, poi ha continuato a dar spettacolo, ma nel secondo e nel terzo set c’è anche stato match, con un solo break a fare la differenza e addirittura un parziale di 12 punti consecutivi al servizio per l’inglese, da 1-1 a 4-3. Poi ne ha persi 4 di fila, ha subito il break e detto addio ai Championships, ma raramente era capitato di vedere gli spettatori applaudire così lo sconfitto, e pure di vedere il tifo per Federer in netta minoranza rispetto a quello per l’avversario. Il pubblico lo sapeva che Roger oggi non ne aveva affatto bisogno, così ha mollato un po’ di aplomb e si è lasciato andare dalla parte di Willis, balzando in piedi (quasi) a ogni punto del britannico come il suo lunghissimo box: c’erano i genitori James e Cathy, la sorella Chloe, il fratello Joe, i cugini, degli amici e pure un paio di giocatori britannici di seconda fascia, che chissà quanto l’hanno invidiato, quel loro collega capace di rubare la scena a Federer sul Centrale di Wimbledon, prima dell’inizio, durante il match e pure dopo il caloroso abbraccio a rete. Di solito a prendere l’applauso del pubblico ci va il vincitore, stavolta ci è andato Willis, faticando a trattenere le lacrime dalla commozione.

ORA IL BIVIO: JENNIFER O IVANISEVIC?
A lui resterà un’esperienza unica, un bel balzo in classifica (circa 350 posizioni: avvicinerà i primi 400) e un assegno da 50.000 sterline, il più corposo della sua carriera. Ai Championships, invece, una storia difficile da replicare. A 25 anni, dopo aver detto addio al professionismo, con la valigia pronta per fare il maestro negli Stati Uniti, un passato con più amore per i pub che per le palestre e tanto altro, finire per un mix fra bravura e fortuna a sfidare Federer nel suo giardino, davanti agli occhi dei propri cari, è qualcosa di difficile solo da pensare. “Saremo quelli che di solito le TV inquadrano in continuazione, dovrò cercare di comportarmi bene”, aveva detto ieri la madre di Willis al Guardian, spiegando che il match di suo figlio con Federer a Wimbledon le pareva una buona scusa per saltare le prove di canto col suo coro di Reading, a ulteriore riprova dell’umanità della famiglia Willis. Gente normale, un ragazzo normale, che ha smesso i panni di Cartman, il personaggio grasso di South Park al quale lo paragonarono quando sfiorava i 100 kg, e per qualche giorno ha indossato quelli di Superman, sempre con la regola di non prendersi troppo sul serio. Una ricetta semplice per diventare il beniamino della gente pure nel posto più complicato da conquistare, quello che di solito appartiene solo ai grandissimi. Per un giorno è stato di Marcus Willis, numero 772 del mondo, e della sua festa, celebrata a suon di sorrisi e applausi, e non di Snickers e Pepsi come da (cattive) abitudini di un tempo, e non solo fuori dal campo. Ora gli resta un bivio: ascoltare i consigli di Ivanisevic, visto che qualcosa di simile non gli ricapiterà più, e magari riprendere a lavorare come maestro al Warwick Boat Club (con un ritocchino allo stipendio di 30 sterline l’ora, come ha scherzato nei giorni scorsi Dan Evans), oppure continuare a provarci, per far contenta la fidanzata Jennifer Bate. Lei che durante il riscaldamento le ha scattato qualche foto con l’iPhone, e alla quale deve buona parte della sua favola. Chiusa dall’abbraccio di mamma e papà in mondovisione.

WIMBLEDON 2016 – Secondo turno uomini
Roger Federer (SUI) b. Marcus Willis (GBR) 6-0 6-3 6-4