IL DIBATTITO – Il nostro articolo sulla risonanza mediatica riservata al doppio di Wimbledon vinto da Errani-Vinci ha acceso una viva discussione. E’ opportuno chiarire il nostro pensiero.
Di Riccardo Bisti – 9 luglio 2014
L'indirizzo e-mail info@tennisbest.com è stato preso d’assalto. In tanti ci hanno scritto in merito all’articolo “Quei titoloni effimeri..”, in cui abbiamo analizzato il comportamento dei media mainstream sul successo di Sara Errani e Roberta Vinci nel doppio di Wimbledon. Un comportamento – a nostro modo di vedere – esagerato nel glorificare un successo che, sul piano TECNICO, non rientra tra i più significativi nella bella carriera delle Cichis. Tanti sostenevano che abbiamo sminuito il successo di Sara e Roberta, cercando di “smontarlo” perchè abbiamo citato i nomi delle avversarie battute. Menzionare le gemelle Kichenok piuttosto che Timea Babos è certo meno esaltante che strillare “Vittoria a Wimbledon!”, ne siamo consapevoli, ma il compito del giornalista è raccontare la verità. O perlomeno cercare di avvicinarla il più possibile. Ed è quello che proviamo a fare in ogni singolo articolo. Le osservazioni, tuttavia, sono state così numerose da consentirci di spiegare il nostro pensiero in modo più chiaro. Da parte nostra non c’è nessuna (nessuna!) intenzione di sminuire il successo di Sara e Roberta. Se l’articolo avesse avuto questa intenzione, avremmo inserito passaggi come questo?
“Sono una della poch(issim)e coppie ad adottare schemi classici, in cui la volèe è prevista nel disegno tattico. Senza contare che sanno adottare con efficacia anche la “I formation” all’australiana, schema sconosciuto a tante coppie per…manifesta inadeguatezza.”
O come questo?
"Completare il Career Grand Slam è un risultato di prestigio, e riuscirci a Wimbledon ne ha alimentato il fascino. Una vittoria a Wimbledon, laddove l’Italia non aveva mai trionfato (junior a parte), ha un sapore speciale"
O magari quest’altro?
"Il messaggio più bello che emerge da questo Career Grand Slam, in fondo, sta proprio nella grande amicizia tra Sara e Roberta. Tra loro si è creato un rispetto tale da decidere di affrontare il doppio come se fosse una missione, anche a discapito (ogni tanto…) del singolare. Si è visto al Foro Italico, quando la Errani ha provato ugualmente a giocare la finale del doppio dopo essersi fatta male contro Serena Williams".
Il Career Slam di Sara e Roberta è stato ampiamente celebrato sabato scorso subito dopo il successo. Oltre a ricordare la vittoria sulle sorelle Williams all'Australian Open 2013, abbiamo specificato che le azzurre sono la quinta coppia più titolata dell’Era Open e che Suarez-Ruano Pascual, con i loro otto titoli (peraltro senza Career Slam), non dormiranno sonni tranquilli. Il nostro titolo è stata una semplice reazione alla rassegna stampa di domenica 6 luglio. Come vedete nel collage in home page, il più importante quotidiano italiano (il Corriere della Sera) e i tre quotidiani sportivi (Gazzetta dello Sport, Corriere dello Sport e Tuttosport) hanno dedicato al successo delle azzurre un importante spazio in prima pagina. In quel momento, ancor più che il cronista specializzato, è venuto fuori l’appassionato. L’appassionato che segue Sara e Roberta in ogni angolo del globo, sfidando fusi orari per passione ancor prima che per lavoro, ci è rimasto male nel vedere i titoloni per un successo che tecnicamente vale meno di tanti successi in singolare. “Se hanno dato la prima pagina per questa vittoria, cosa avrebbero dovuto fare QUELLA VOLTA CHE…?”. Per loro (e nostra) fortuna, Sara e Roberta ci hanno regalato decine di “quelle volte” che avrebbero meritato la prima pagina del Corsera. Non ci lamentiamo – sarebbe da pazzi – per l’esposizione avuta dal tennis nei media generalisti. E’ esattamente il contrario: ci lamentiamo della mancata esposizione nelle tante vittorie degli ultimi anni. L’elenco dei successi delle azzurre è decisamente lungo, ma in rare occasioni c’è stato un clamore paragonabile. Ed è un peccato.
TENNIS DA PRIMA PAGINA
Prendete Sarita Errani: giocare le WTA Finals per due anni di fila è un risultato strabiliante. Significa restare tra le prime otto al mondo per oltre 100 settimane. Eppure i grandi giornali – a nostro parere – non l’hanno esaltato a dovere. Sarebbe bello che gli stessi media, magari, dessero il giusto spazio all’esaltante rincorsa di Sara a un clamoroso tris. Attualmente è dodicesima nella “Road to Singapore” a circa 700 punti dall’ottavo posto della Ivanovic. Dovesse giocare bene nell’estate americana potrebbe tornare in lizza, e sarebbe un risultato “da titolone”. In altre parole: va benissimo esaltare il doppio a Wimbledon e il relativo Career Slam, ma ci sono decine di altre situazioni – legate al singolare – che meriterebbero la stessa risonanza, forse anche di più. E la carriera di un tennista è legata al singolare. E poi, senza cadere in stupido vittimismo, l'accusa ci ha anche fatto male. Siamo stati noi i primi a intervistare la Errani quando entrò tra le top-100: era il 2007 e il suo cellulare non era certo ambito come oggi. Sempre noi, nel 2008, abbiamo scovato la Vinci al torneo ITF di Saint Malo per farci raccontare le peripezie del suo rientro dopo l’infortunio, quando era fuori dalle top-200. Semplice giornalismo. Ma alla luce di questo, con un bagaglio umano ed emotivo del genere, come potremmo pensare di “sminuire” un successo delle Cichis? Fosse per noi, il tennis sarebbe SEMPRE in prima pagina. Dalla finale di Wimbledon ai gironi della Serie A1.
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