Da New York, Alessandro Terziani – foto Getty Images
Stan Wawrinka si conferma l’uomo dei grandi appuntamenti vincendo il suo primo Us Open, terzo titolo Slam su altrettante finale. Come nelle altre due occasioni (Nadal agli Australian Open 2014 e lo stesso Djokovic al Roland Garros 2015) lo ha fatto superando il numero uno del mondo.
I detrattori dello svizzero dicevano che in Australia aveva vinto solo per l’infortunio di Nadal e a Parigi perché aveva indovinato il match della vita. Questa volta Wawrinka ha semplicemente vinto perché ha giocato una grande partita ed è stato più forte e lucido nei momenti topici del match.
Una finale estremamente equilibrata, alla fine lo svizzero ha vinto un solo punto in più del serbo, 144-143, dove Wawrinka è stato più abile nello sfruttare le palle break avute, 6/10, rispetto alla disastrosa percentuale di Djokovic, 3/17. Alla fine questi pochi aridi numeri sono la chiave di volta dell’incontro.
Una finale di quasi 4 ore, 3 ore e 55 minuti per la precisione, dove alla fine ad andare in apnea è stato il serbo dopo 3 ore di gioco spese a rincorrere le bordate di Wawrinka. Pensare che Djokovic arrivava alla finale decisamente più fresco, essendo stato in campo solo 8 ore e 58 minuti, giocando 13 set completi, contro le 17 ore e 54 minuti in 23 set dello svizzero.
Lo svizzero ha vinto il torneo grazie a un crescendo rossiniano. Dopo aver rischiato l’eliminazione salvando un match point nel terzo turno a Evans e lasciato un set a Marchenko negli ottavi, Wawrinka ha offerto due grandi prestazioni con Del Potro e Nishikori prima della stupenda finale.
Potevano risultare ingannevoli i precedenti nettamente a favore di Djokovic, 19-4, ma solo 3-2 nelle ultime sfide Slam dagli Australian Open 2013 (12-10 al quinto per il serbo) alla finale del Roland Garros 2015 (Wawrinka in 4 set); nel mezzo altre sfide al quinto set (Djokovic Us Open 2013, Wawrinka Australian Open 2014, Djokovic Australian Open 2015).
Wawrinka diventa il decimo giocatore nell’Era Open ad aver vinto tre delle quattro prove dello Slam. Gli fanno compagnia: Ashe, Becker, Connors, Edberg, Lendl, Newcombe, Rosewall, Sampras, Vilas, Wilander.
La finale si è finalmente giocata in condizioni climatiche ottimali con il vento che aveva spazzato via l’irrespirabile afa degli ultimi giorni. Partenza sprint per Djokovic che va subito 3-0. Sul 5-2, servizio Wawrinka, il serbo spreca due set point consecutivi. Nel gioco successivo è lo svizzero a recuperare il break di svantaggio per poi riportarsi in parità, 5-5. Si giunge al tie-break. Il serbo lo gioca alla perfezione, Wawrinka fa un solo punto, sul 2-0, che è poi lo scambio del match. E’ stato lo svizzero a comandare il gioco ma Djokovic ha risposto colpo su colpo alle sue bordate costringendolo spesso all’inevitabile errore.
Nel secondo set è Wawrinka a portarsi avanti di un break, sul 2-1, grazie a uno splendido rovescio lungolinea. Djokovic, sul 3-1, spreca ben 3 palle break consecutive. Il serbo riesce finalmente a strappare il servizio allo svizzero sul 4-2 per poi agguantarlo sul 4-4. Quando ci si apprestava ad assistere al secondo tie-break, sul 5-4 Wawrinka pareggia il conto dei set alla terza occasione.
Il terzo set è un po’ la fotocopia del secondo. Un break per parte e Djokovic serve nuovamente per andare al tie-break, stavolta sul 6-5. Due errori del serbo regalano il set point a Wawrinka che lo mette a segno. Le tre ore di gioco sono passate da un minuto.
Djokovic appare decisamente stanco. Subisce il break subito nel primo gioco. Nel secondo inizia a toccarsi l’inguine e mostra una leggera zoppia. Sul 3-1 chiede l’MTO per farsi medicare un'unghia sanguinante del piede destro. Alla ripresa il serbo spreca tre ennesime chance di riportarsi sotto. Djokovic è adesso semimobile. Sul 5-2 chiede un secondo MTO. La partita è ormai segnata. Sul 5-3 Wawrinka serve per il match. Il secondo championship point, un rovescio lungo di Djokovic, è quello buono. Dopo 3 ore e 55 minuti, Stan Wawrinka è il nuovo campione degli Us Open.
Wawrinka b. Djokovic 6-7(1) 6-4 7-5 6-3