Prosegue alla grande la riabilitazione di Stan Wawrinka, che dopo un tentativo (andato male) di tornare nel circuito ha scelto di saltare la trasferta a Indian Wells e Miami. Lo svizzero si sta allenando da trenta giorni, attualmente al Monte Carlo Country Club. Mentre Federer ha scelto di snobbare di nuovo la terra, lui proverà a sfruttarla per rinascere.I ripetuti forfait di Nadal e Murray, e i continui problemi di Novak Djokovic hanno fatto passare in secondo piano le sue difficoltà, ma non va dimenticato che fra i tanti assenti dell’ultimo periodo c’è anche Stan Wawrinka. Sarebbe stato il principale candidato a sfruttare i buchi nel tabellone lasciati dagli altri big, invece la doppia operazione al ginocchio sinistro alla quale si è sottoposto la scorsa estate ha rovinato anche i suoi piani, obbligandolo a un lungo stop e soprattutto a un rientro più doloroso del previsto. Ha provato a giocare a Melbourne, ma non era pronto e vien da chiedersi come sia riuscito a vincere una partita in certe condizioni, e non pago ha fatto subito anche un tentativo nei tornei indoor europei. È finita che fra Sofia a Rotterdam ha perso contro Mirza Basic e Tallon Griekspoor, entrambi fuori dai primi 100 del mondo, e a Marsiglia si è ritirato dopo un set contro Ilya Ivashka: tre batoste che l’hanno messo spalle al muro, convincendolo che era il caso di fermarsi un’altra volta, soprattutto per lavorare su una condizione fisica ben lontana da quella che gli ha permesso di acciuffare tre titoli Slam e diventare il giocatore più temuto dai Fab Four. “Devo essere paziente, quindi mi fermo ancora un po’ e ci rivediamo sulla terra”, ha detto rinunciando alla trasferta americana per Indian Wells e Miami, e finalmente sembra giunto il momento di tornare in campo. L’obiettivo fissato sulla tabella di marcia è il Masters 1000 di Madrid, e anche se il passato recente suggerisce che è meglio star fuori una settimana in più piuttosto che una in meno, la situazione è incoraggiante. Il tennista di Losanna, che mercoledì ha spento 33 candeline, si sta allenando a tempo pieno da un mese esatto, come documentato sui social network, e dopo qualche settimana di sola attività atletica è passato al campo. In questi giorni è al Monte Carlo Country Club, dove oggi si è allenato con l’altro rientrante Andreas Seppi.PUÒ FARE SUBITO BENE?
Visto lo stato dei lavori, non sarebbe una sorpresa vederlo in campo già per il torneo monegasco: non è iscritto, ma gli organizzatori non avrebbero problemi a concedergli una wild card, sia per il suo spessore sia perché nel Principato ha vinto il suo unico Masters 1000, nel 2014 battendo in finale Roger Federer. Col ritorno di Stan nel tennis svizzero si creerà una situazione particolare, con il numero due del mondo che la stagione sulla terra la salterà a piedi pari, ripetendo la mossa vista Wimbledon che nel 2017 ha funzionato alla perfezione, e Wawrinka che invece tenterà di sfruttarla per provare a rinascere. Come è saggia la scelta di Federer lo è anche la sua: preferisce il mattone tritato a tutte le altre superfici, e la terra è quella che gli ha regalato le soddisfazioni più grandi. È vero che dei suoi sedici titoli in carriera solo sette sono arrivati sul rosso, ma dentro ci sono il primo e il più recente (nel 2006 a Umag e lo scorso anno a Ginevra), il più difficile (il Roland Garros di tre anni fa) e come detto l’unico Masters 1000. Senza dimenticare la finale parigina di dodici mesi fa, quando dopo un periodo negativo ha sfoderato di nuovo un torneo magico, arrendendosi solo a uno dei migliori Nadal mai visti sul Philippe Chatrier. In più, proprio per caratteristiche tecniche la terra è la superficie che esalta di più i suoi fondamentali. Il fatto di aver giocato comunque 7-8 match nei primi mesi della stagione lo aiuterà a ritrovare più rapidamente la confidenza con la partita, senza dimenticare che rientrerà in campo (intorno alla 25esima posizione della classifica) con almeno un mese e mezzo di allenamento alle spalle, quindi prontissimo dal punto di vista fisico. Tradotto: potrebbe riuscire a far bene fin da subito, e aiutato da condizioni che resteranno favorevoli anche nei prossimi mesi (leggi Federer e Murray fuori), ritrovare in fretta una condizione da Top-5, in barba alla carta d’identità che dice 33. Dopotutto, nella conferenza stampa dello scorso dicembre raccontò di voler giocare almeno altri 3-4 anni, segno che il tempo non gli fa paura.
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