Deve essere successo qualcosa tra Stan Wawrinka e Thierry Grin, direttore del torneo ATP di Ginevra. Tre anni fa, raccogliendo i cocci da Dusseldorf, la città svizzera si è ripresa il circuito ATP dopo un "buco" di 24 anni. Visto che è impossibile coinvolgere Roger Federer, e che si gioca non così distante da casa di Stan, il successo del torneo è decretato dalla sua partecipazione. “Stan the Man” ha fatto di più, vincendo le ultime due edizioni. Quest'anno Ginevra ha una valenza tecnica ancora maggiore, perché Stan è tornato nel tour la scorsa settimana a Roma dopo tre mesi di pausa, necessari visto il pessimo rientro di inizio 2018. È l'occasione per mettere un po' di partite nelle gambe, a partire dal primo turno di oggi (ore 18, diretta Eurosport) contro Jared Donaldson. Da parecchi anni, i tornei hanno la possibilità di pagare un ingaggio ai migliori giocatori, un incentivo per migliorare il campo di partecipazione. Accade ovunque e spesso si tratta di cifre importanti: per intenderci, difficilmente Federer e Nadal si muovono per ingaggi che non abbiano almeno sei zeri. Qualche tempo fa, lo staff dello stesso Federer ebbe qualche problema con gli organizzatori di Basilea, giacché l'offerta di Roger Brennwald non era stata ritenuta sufficiente. Finì che Federer andò a giocare gratis. A quanto pare, gli svizzeri non sono propensi a questo tipo di operazioni: dopo un lungo tira e molla, Wawrinka ha accettato di giocare a Ginevra anche quest'anno. Lo farà gratis, perché non c'è stato nessun accordo. Ma se Federer aveva tenuto bassi i toni, Wawrinka non le ha mandate a dire. “Sin dal'inizio, ho avuto la sensazione di non essere il benvenuto. Per me, tuttavia, la priorità era giocare in Svizzera. Capisco che il pubblico possa fare fatica a capire che non ho firmato un contratto per motivi economici, ma quando c'è una trattativa entrambe le parti devono essere soddisfatte. Nessuno lavora gratis, nemmeno nello sport. Sono molto amareggiato perché sono circolate notizie false sul mio conto. Voglio essere chiaro: il torneo di Lione mi ha fatto una proposta importante, ma ho rinunciato perché per me è importante giocare davanti al mio pubblico. Sono qui per le gente e per i volontari che si sono sempre comportati bene con me, ma non per l'organizzazione”.
GLI INGAGGI NEI TORNEI ATP
Frasi che decretano una spaccatura insanabile tra Wawrinka e il torneo. Quest'anno ha bisogno di giocare, ma probabilmente sarà la sua ultima apparizione al Tennis Club de Genève, situato presso il Parc des Eaux-Vives (è il più grande e antico circolo del paese) A quanto pare, gli organizzatori gli hanno fatto una proposta che lui ha definito “offensiva”. Meglio non svendere la propria immagina e giocare gratis, con la speranza di giocare il più possibile prima del Roland Garros. Da qualche settimana, Stan ha ripreso ad allenarsi con coach Magnus Norman, l'uomo che in quattro anni e mezzo ha dato una svolta alla sua carriera. “Avverto buone sensazioni: fisico e livello stanno migliorando, ma sono ancora lontano dalla mia migliore versione. Ogni gioco, ogni scambio, ogni dettaglio positivo mi dà un mano. Più che i risultati, mi interessa migliorare di giorno in giorno”. Wawrinka ha detto che il clima di tensione con i vertici del torneo non gli creerà nessun problema al momento di giocare. A parte il caso specifico, resta il dubbio se sia stato opportuno legalizzare gli ingaggi, o meglio, le “garanzie” per i giocatori. Certe cifre vanno a coprire buona parte del montepremi e, destinate a un solo giocatore, creano uno sbilanciamento notevole. Detto che nei tornei Challenger sono vietate per tutelare i tornei ATP (ma un modo per “premiare” i giocatori si trova sempre… ), probabilmente è meglio così: se la pratica fosse vietata, si passerebbe ai “sottobanchi”. Sarebbe meglio se il fenomeno non esistesse, ma per gli eventi più piccoli (soprattutto gli ATP 250) ci sarebbe il rischio di non avere nomi di richiamo. E allora, nel tentativo di tenere il delicato equilibrio tra giocatori e tornei, forse è la soluzione migliore. E non c'è da stupirsi se poi si creano situazioni come questa. Tra l'altro, a Ginevra c'è anche Fabio Fognini, reduce dall'ottimo torneo a Roma e che ha accettato una wild card in extremis. Nel suo caso, evidentemente, l'offerta del torneo è stata ritenuta soddisfacente. C'è da sperare che giocare quattro tornei di fila (Monaco, Madrid, Roma e Ginevra) non lo stanchi troppo per l'appuntamento più importante. Ma questa è un'altra storia.