di Fabio Colangelo – foto Fabrizio Stipari
Simone Bolelli è tornato a vincere una partita. Dopo 14 sconfitte consecutive al primo turno è arrivata una vittoria che mancava da troppo tempo. Per dovere di cronaca Simone ha sconfitto 6-4 6-2 nel challenger di Marrakech il tunisino Malek Jaziri, numero 333 del mondo, giocatore col quale Simone in condizioni “normali” vincerebbe anche con un occhio bendato.
Ma dopo una serie cosi lunga di sconfitte per un tennista risulta difficile vincere anche alla playstation. Purtroppo chi non ha giocato, o chi gioca per puro diletto non può neanche immaginare quello che sta succedendo a Bolelli. E’ facilissimo criticare chi non vince un match da mesi, cercando di dare le più disparate motivazioni per giustificare questo crollo.
Per qualcuno è colpa di Pistolesi, per altri di Piatti, del matrimonio, della Fit, sua che non ha saputo reagire… A me non interessa di chi sia o no la “colpa”, ma vorrei far capire che in questo momento tutto quello di cui ha bisogno è sostegno e tranquillità, non di attacchi spesso gratuiti.
Capisco benissimo la delusione di tutti gli appassionati, anche per me è strano vederlo perdere ai primi turni di tornei da 50.000$, ma l’importante ora è recuperare un giocatore ancora giovane che potrà regalare tante soddisfazioni all’Italia tennistica.
Il tennis purtroppo (o per fortuna a seconda dei punti di vista), è uno sport molto strano in cui tutto può cambiare da un momento all’altro senza che sia sempre e solo colpa o merito tuo. Simone non aveva avuto un inizio di 2009 positivo come quello dell’anno precedente, ma aveva comunque sconfitto Soderling, Berdych, tolto un set al Nadal di inizio stagione. Niente che lasciasse presagire una crollo di risultati di questo genere.
Dopo l’infortunio patito a Wimbledon, era giunto nei quarti di finale a Umago e New Heaven, risultati non esaltanti ma che indicavano uno stato di forma più che accettabile. Agli Us Open è stato sconfitto da Stepanek col quale “si può perdere”. A mio avviso sono i match persi dopo lo slam americano che hanno scalfito la fiducia del bolognese.
Dopo tanto tempo a certi livelli, non si sarebbe mai aspettato di uscire al primo turno di un challenger (Mons) o di non riuscire a superare il 250 del mondo (Millot nelle qualificazioni di Parigi). Queste sconfitte, unite alle altre di fine anno gli devono aver creato un’insicurezza che lo ha ovviamente accompagnato anche in questo inizio di stagione.
Il “problema” di Simone è che al suo livello se non sei al massimo (soprattutto mentalmente) è quasi impossibile riuscire a portare a casa un singolo match, visto il valore degli avversari. Il modo con cui ha ceduto a Melzer a Dubai, o i tie break persi con Gicquel a Melbourne, sono la dimostrazione che il problema è solo mentale, visto che contro Nadal a Doha ci ha fatto vedere che a tennis gioca ancora piuttosto bene.
Ha ricevuto molte critiche per aver disertato la trasferta americana per giocare dei challenger sulla terra battuta, e invece secondo me ha fatto molto bene. Purtroppo dopo tante sconfitte si arriva a un punto (è brutto da dire ma è cosi) in cui “ti serve una mano”. Perché nella sua situazione, in campo tutto sembra andare storto, gli altri diventano “fenomeni” solo contro di te e vincere sembra quasi impossibile.
Ecco che un sorteggio (molto) favorevole, un avversario che ti regala il match diventano fondamentali per uscire da questa situazione. E sicuramente per Bolelli è più facile trovare queste situazioni in tornei “minori”. Ritrovare il feeling con la vittoria (contro chiunque) per un tennista è fondamentale, e sono convinto che rivedremo Simone tornare sui suoi livelli. Sicuramente c’è ancora tanto da fare, ma in questo momento le vittorie sono l’unica medicina.
Non vedo l’ora di rivederlo giocare come a Roma due anni fa… Forza Simo!
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