di Fabio Colangelo – foto Ray Giubilo
Dopo una lunga serie di polemiche ha preso il via il tabellone di qualificazioni del torneo Masters 1000 di Roma. Tra le Wild Card non figurano i nomi di Matteo Trevisan e Andrea Arnaboldi, ovvero i due giovani che meglio avevano figurato in questa prima parte di stagione sul rosso. Leggendo i nomi degli invitati scopriamo che Federico Gaio e Alessandro Giannessi, nonostante i risultati non proprio esaltanti di questi ultimi mesi, hanno potuto beneficiare dell’invito, tanto da portarci a pensare che questo privilegio fosse riservato agli under 20. Quando però scopriamo che gli altri due inviti sono finiti a Gianluca Naso e Thomas Fabbiano, capiamo che “c’è qualcosa che non va”. Naso e Fabbiano infatti (bravissimi ragazzi e ottimi giocatori), sono rispettivamente coetanei di Arnaboldi e Trevisan, e secondo le ultime classifiche risultano parecchio attardati rispetto ai loro colleghi. Perché tutto questo? Prima di spiegare, è però doveroso fare una premessa. I quattro ragazzi sono tra i migliori giovani del nostro tennis, con un ottimo potenziale (chi più, chi meno), e non sono assolutamente responsabili di questo “pasticcio”.
Per l’assegnazione delle Wild Card delle qualificazioni, infatti, era previsto un torneino con otto giocatori. Quattro partite che avrebbero decretato i beneficiari degli inviti. Anche in alcuni Slam utilizzano questo sistema per assegnare una o più Wild card, quindi l’idea era anche intelligente. Il (grosso) problema è stato l’organizzazione dell’evento. Questo playoff infatti, è stato allestito con troppo ritardo (martedì sera i giocatori non sapevano ancora nulla), e soprattutto gli incontri erano programmati nella giornata precedente all’inizio delle qualificazioni, nonostante da giorni le previsioni dessero pioggia ininterrotta per la giornata di venerdì. Come previsto la pioggia ha avuto il sopravvento, e tre giocatori (Di Mauro, Miccini e Fioravante) sono stati rispediti a casa, mentre Cipolla per sua fortuna è entrato grazie alle numerose rinunce, risparmiando a un quarto azzurro un viaggio a vuoto.
Altro aspetto che ha destato molte polemiche, è stato la scelta degli otto giocatori. Tra questi infatti figuravano Alessio Di Mauro e Flavio Cipolla, che non erano né giovani come gli altri sei, né reduci da risultati tali da essere convocati “per forza”. Sarebbe stato molto più semplice ragionare in base alla classifica, o in base all’età. In questo modo invece sono rimasti tutti scontenti. A proposito, sembra che Trevisan abbia rinunciato perché convinto di meritarsi le qualificazioni senza dover passare attraverso i play off, mentre Arnaboldi, impegnato nel secondo turno del challenger di Roma, abbia perso troppo tempo prima di confermare la sua presenza. E cosi ecco spiegata la loro assenza dal tabellone cadetto. La speranza ora è che da questa sfortunata esperienza si possa imparare a gestire meglio situazioni di questo genere.
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