di Fabio Colangelo – foto Getty Images
Per i Maya e tutti quelli che credono alla loro profezia (e non sono pochi), il 2012 sarà anno di grandissimi cambiamenti per il pianeta terra. Purtroppo noi umani poco possiamo fare di fronte a queste predizioni, quindi non ci resta che attendere poco meno di 12 mesi per sapere se si trattava di una bufala, o c’era un fondo di verità in ciò che ha ispirato anche film e scritti di successo.
Nel piccolo microcosmo del tennis la situazione non pare essere tanto differente. Ovviamente non si parla di eventi tragici che potrebbero sconvolgere l’umanità, ma la prossima stagione potrebbe e dovrebbe essere il vero punto di svolta per quello che molti (a ragione considerando i risultati) ritengono essere il più grande giocatore di tutti i tempi. Sono già alcuni anni che si sente parlare di declino per Roger Federer, e lui puntualmente con grandi prestazioni e successi di prestigio smentisce tutti, ma per una serie di motivi il prossimo anno sarà decisivo anche per il campione elvetico.
Nel corso del 2008, primo periodo in cui la critica più eccessiva parlava di inizio della parabola discendente, Federer dichiarava di non aver assolutamente intenzione di smettere, anzi di puntare fortemente alle Olimpiadi di Londra 2012 che si sarebbero disputate nel “suo” Wimbledon. Nel frattempo lo svizzero ha battuto record su record, ma l’ultima stagione, pur terminata in maniera eccezionale, è stata la prima dopo ben otto anni in cui non ha vinto neanche una prova dello Slam ed è uscito dai primi 3 della classifica Atp.
Nel suo incredibile palmares mancano “solo” l’oro olimpico in singolare e la Coppa Davis, che “casualmente” sembrano essere i due successi più alla sua portata. Un nuovo successo in uno Slam non è utopistico, a Parigi e New York ci è stato vicino, ma gli anni passano per tutti, i match tre set su cinque non aiutano, e la concorrenza è sempre più agguerrita. Federer ha spesso dimostrato di tenere particolarmente a tutti i suoi record, ed ha sempre programmato le sue stagioni molto intelligentemente in funzione dei suoi obiettivi.
L’Olimpiade si gioca sull’erba ed al meglio dei tre set, dove ha dimostrato nel recente Master di poter essere ancora il migliore, mentre la Davis senza Nadal e Ferrer vede al via la nazionale più forte priva dei suoi migliori giocatori ed artefici del recente successo di Siviglia. E’ plausibile quindi pensare che queste potrebbero essere le sue priorità per la stagione che è alle porte, e che se dovesse centrare almeno uno o entrambi gli obiettivi, all’alba dei 32 anni (quelli che avrà nel 2013) potrebbe essere pronto a ritirarsi da eroe del suo paese e godersi le gemelle.
E’ indubbio che tanto dipenderà anche da come riuscirà ad esprimersi nei major (difficile che abbandoni se dovesse conquistare almeno un altro titolo), ma il pericolo tra 12 mesi di non vedere più il suo tennis elegante e spettacolare è più alto di quanto non sia stato in passato. La speranza è che sia, come per i Maya, una fandonia, ma come si dice in questi casi è meglio prepararsi al peggio sperando comunque per il meglio.
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