Seconda puntata dell’approfondimento settimanale di Fabio Colangelo che si sofferma sulla crisi della Coppa Davis partendo dalla rinuncia di Seppi….

di Fabio Colangelo – foto Getty Images

 

La notizia della settimana per il nostro tennis è senza dubbio la rinuncia di Andreas Seppi a giocare la coppa Davis per tutto il 2010.  A pochi mesi di distanza dalla risoluzione “dell’affaire Bolelli”, arriva una tegola ancora più pesante per la nostra nazionale maschile che puntava a tornare finalmente in serie A, forte del reintegro del Bolognese e di una (apparente) ritrovata serenità e compattezza di squadra (non dimentichiamo le polemiche pre e post Italia-Slovacchia).

 

 

L’aspetto più importante rimane quello tecnico. Ovvero che senza l’altoatesino difficilmente riusciremo a risalire.  La Bielorussia verrà comunque sconfitta agevolmente, ma l’Olanda in trasferta (probabilmente sull’erba) potrebbe già risultare un ostacolo difficile da superare. Seppi nelle ultime stagioni è sempre stato il migliore dei nostri sull’erba.  Ipotizzando di riavere per maggio il vero Bolelli, chi dovremmo schierare per avere la meglio su De Bakker, Haase & co.?  Fognini e Starace non hanno mai nascosto che l’erba preferiscono mangiarla piuttosto che giocarci. Lorenzi e Volandri come sopra.  Cipolla potrebbe adattarsi bene, ma non ha mai brillato, forse per via di un servizio troppo tenero su certe superfici. Chi ci rimane?  Viene in mente Bracciali, che sui prati ha spesso incantato e potrebbe essere d’aiuto anche in doppio. Ma dopo l’operazione non ha mai dato l’impressiome di poter essere competitivo a certi livelli. Soprattutto al meglio dei cinque set.  Nel caso superassimo l’Olanda bisognerebbe affidarsi alla sorte, sperando di incontrare una nazione di “velocisti” in casa (India o Israele) o che Fognini dimostri in questi mesi di valere Seppi anche su superfici rapide. Ritornare nel world group era già complicato, è ovvio che senza il nostro numero 1 lo sarà ancora di più.

 

 

Come si può leggere nella sua lettera, Seppi spiega che non giocherà la coppa Davis perché negli ultimi match sentiva troppa pressione e non riusciva ad esprimersi al meglio, e che quindi si concentrerà solo sui tornei Atp.  Motivazioni più o meno condivisibili ma che si possono comprendere.Non ci è dato sapere se ci siano altri motivi che giustamente non possono essere resi pubblici, quindi analizzeremo ciò che ha scritto Seppi.Il calendario è sempre molto ricco di eventi, e la coppa Davis spesso risulta “d’intralcio” alla programmazione dei giocatori. Sembra strano, ma in tanti hanno dimostrato di avere altre priorità. A poco è servito assegnare punti per la classifica anche nei match di Davis. In questo specifico caso infatti, l’Italia giocherà sulla terra contro la Bielorussia, e le settimane successive sono in programma i Master 1000 sul cemento americano. E’ ovvio che le condizioni di Castellaneta Marina non siano quelle ideali per arrivare al meglio negli Stati Uniti. Non possiamo sapere se avrebbe accettato nel caso fosse stato scelto per questo incontro un campo in cemento all’aperto. C’è chi dice di si perché avrebbe potuto essere un “buon allenamento”, ma a nostro avviso avrebbe solo posticipato la questione.

 

 

Quello che emerge, tralasciando il caso Seppi, è che moltissimi giocatori (Federer, Murray, Roddick…) trattano la Davis come gli altri tornei ai quali possono decidere se partecipare o meno.  Bisognerebbe fare in modo che questa storica competizione riacquisti la giusta importanza. In che modo?  Modificando il calendario in modo tale che non possa essere ignorata, oppure facendola giocare ogni 2-4 anni stile Mondiali di calcio. Incentivare maggiormente (punti e prize money) gli atleti a prendervi parte. Non è facile per molti motivi (la coppa è un evento Itf, ricordiamolo), ma si sta parlando di una competizione storica, che meriterebbe cambiamenti atti a riconsegnarle il giusto valore.

 

 


 

 

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