L’agenzia mondiale antidoping pesante sul caso metanfetamine. E Marion Jones finì in carcere per aver mentito a un giudice. I commenti e le reazioni…

 

di Fabio Bagatella – foto Ray Giubilo

Andre Agassi si è drogato. Il tennis mondiale incassa un colpo da knock-out. Come un pugile prossimo al ko tentenna, barcolla ma reagisce. E lo fa con la forza di un fiume in piena. Gli argini faticano a tenere, i  commenti tracimano, diventano veri e propri giudizi. Pesante l’Agenzia Mondiale Antidoping (Wada: organo indipendente preposto al controllo antidoping dei tennisti dal 2006) la quale, pur negando l’eventualità di sanzioni per doping, appare decisa ad accertare le responsabilità del 39enne di Las Vegas. “Il limite degli otto anni per la prescrizione è stato superato e l’Atp ha la competenza del caso”, ha dichiarato il direttore generale David Howman, “ma ci sono due aspetti che vanno indagati un po’ meglio. Le bugie che ha ammesso di aver detto portano ad altri capi d’imputazione. Marion Jones ha mentito a un giudice… ed è finita in carcere. Agassi aveva un avvocato” – prosegue Howman – “anche lui sapeva di quelle bugie? Se non si può superare lo scoglio della prescrizione, va valutato se si può fare qualcosa di diverso. Comportamenti del genere vanno perseguiti.” Per la cronaca Marion Jones fu condannata a sei anni di reclusione per aver mentito alla giustizia americana…

Ma anche tra I colleghi molti hanno voluti dire la loro. Tra i primi a parlare ci sono Roger Federer e Rafael Nadal. “Sono scioccato e deluso. Spero che l’outing abbia fatto bene ad Agassi” – dice l’elvetico – “con la sua fondazione Andre ha devoluto oltre 100 milioni di dollari. E questo viene prima di tutto”, riconosce Roger. Che conclude: “in futuro però cose del genere non dovranno più succedere. Lo sport deve rimanere pulito.” Meno tollerante lo spagnolo: “Se l’Atp ha veramente coperto Agassi è stato un grandissimo errore. Non punire lui ma aver sanzionato altri che hanno fatto come Andre è stata una mancanza di rispetto verso tutti i tennisti e credo verso tutto il mondo dello sport”.

Per altri due top 10, Murray e Roddick e per il russo Dmitri Tursunov, Agassi resta un “idolo”. Grazie a lui si sono innamorati del tennis, conoscendolo e giocandoci contro è diventato ancora di più il loro eroe. Pungente Venus Williams, che pronostica grandi vendite per l’Andre-scrittore, più conciliante Nick Bollettieri (primo mentore del kid di Las Vegas): “non lo perdono ma le sue buone azioni superano di gran lunga quelle riprovevoli”. Categorico il quasi pensionato Safin: “da me non sentirete mai niente del genere!”.

La vicenda-Agassi divide pure i protagonisti del passato. La grande Billie Jean King, il connazionale Jim Courier e l’australiano Darren Cahill (suo ultimo allenatore) si soffermano “sul coraggio che ha dimostrato nell’aver detto la verità”. Navratilova, Becker e Muster sono increduli. La prima condanna “la bugia reiterata”, il secondo sentenzia che “sarà costretto a guardare Andre sotto una nuova luce”, il terzo afferma che “i successi di Andreino esulano dalla droga”. Comprensivo infine il nostro Adriano Panatta: “Non me l’aspettavo ma se se lo sentiva ha fatto bene a raccontarlo”.

Reazioni anche dal mondo dello sport senza racchetta. Sulla stessa lunghezza d’onda di Nadal e Federer il plurimedagliato dell’asta e membro del CIO (Comitato Olimpico Internazionale), Sergey Bubka: “E’ dannoso e terribile non averlo punito per aver usato stupefacenti e aver mentito a tal proposito ai giudici”.

Ad aprire questo autentico vespaio sono state alcune anticipazioni della autobiografia di Andre Agassi (che uscirà il 9 novembre). Nel 1997, anno peggiore della sua vita sportiva (e forse personale), il kid di Las Vegas fece uso di sostanze illecite (metanfetamine). Fu l’Atp a salvarlo dalla squalifica accettando le sue false giustificazioni (un drink contaminato).

 

CORRADO BARAZZUTTI Diversa la reazione di Corrado Barazzutti, che nel suo blog scrive: “già parecchi anni fà l’Equipe pubblicò un articolo nel quale si insinuava l’esistenza di un dossier confidenziale in mano all ‘ATP su giocatori trovati dopati. Ma perchè confidenziale, visto che molti giocatori erano già stati beccati? Vedi Coria, Puerta, Korda ecc ecc. Si diceva che forse dentro quel dossier ci fossero nomi illustri. Giocatori dei quali non si poteva rendere noti i nomi. Sarebbe stato un disastro per tutto il tennis internazionale con, probabilmente come è successo in altri sport, l’allontanamento di tutti o almeno una parte degli sponsor. L’ immagine del tennis ne sarebbe venuta fuori completamente distrutta. Con danni economici che avrebbero coinvolto non solo i giocatori, ma tutto l’ambaradam dell’ATP e naturalmente gli organizzatori dei tornei. Dunque, meglio tenere tutto nascosto e semmai picchiare duro sui giocatori che contano meno per far vedere che il doping viene combattuto duramente mentre, se beccato, un giocatore di grosso nome obbligarlo per il bene di tutti ad una bella vacanza forzata fingendo magari un infortunio. Guarda caso Agassi qualche anno fa agli Australian Open, dopo aver vinto il torneo esibizione che si disputa la settimana prima di questo Slam e dopo aver dichiarato in conferenza stampa che si sentiva in grande forma il giorno di inizio del torneo in una nuova conferenza dichiarò che invece si sarebbe ritirato per un grave problema al polso e che non sapeva quando avrebbe ripreso. Dopo alcuni mesi, comunque, ritornò a giocare. Certo, dopo questa sua dichiarazione, quel suo ritiro diventa davvero sospetto”.

PAT CASH Secondo Pat Cash Agassi è sempre stato il tipo di persona pronta a sorprenderti, ad impressionarti. La confessione di aver assunto delle droghe illegali dunque sembra rientrare nella norma. Ai tempi infatti c’era più di un sospetto tra i giocatori che lui potesse star facendo uso di sostanze per diventare uno dei giocatori più forti e più in forma del circuito, anche se non ce n’è mai stata la prova. “Ci sono state alcune circostanze dubbiose, come ad esempio il suo ritiro di prima mattina agli Australian Open 2002, citando un infortunio al polso. Allora ricordo che il capo dell’Agenzia di Droga dello sport australiano sostenne che le droghe erano un problema fondamentale e che l’ATP stesse coprendo dei casi positivi. Ricordo anche che Magnus Norman, finalista ai French Open, scrisse un libro che fu però stampato solo in svedese nel quale accennava a sospetti su Agassi, che lui fosse uno dei sei nomi trovati positivi ma che non venne mai allo scoperto. Agassi fu tenuto ore nello spogliatoio con i “piani alti” del tour a Melbourne ma credo che non conosceremo mai le risposte a queste domande”.

MARTINA NAVRATILOVA La Navratilova ha paragonato Agassi al campione di baseball Roger Clemens. “Sono scioccata. Non tanto per quello che ha fatto, ma perché ha mentito alle istituzioni. Per quanto mi riguarda è come Roger Clemens”. Clemens, pluridecorato campione della Major League Baseball, ha sempre negato di aver fatto uso di sostanze stupefacenti. Ma il suo ex trainer, Brian McNamee, ha rivelato di avergli iniettato steroidi ed ormoni della crescita nel periodo compreso tra il 1998 e il 2001.

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