dalla nostra inviata a Roma, Roberta Lamagni – foto Getty Images
Un recupero in scivolata, un’uncinata di diritto in back e il sogno si è frantumato. David Ferrer conquista così il break e si porta 3-1 al terzo, ipotecando il passaggio del turno.
Filippo Volandri, il gladiatore di Roma, esce ancora una volta a testa alta dal torneo. Trattasi di primo turno, è vero, ma le condizioni quest’anno sono diverse da quel glorioso 2007, quando batté Federer e raggiunse la semifinale. Ha trascinato il Centrale fino a che ha potuto, ha illuso ed emozionato Filo, portandosi avanti di un set con autorità, imponendo il servizio, da sempre suo tallone d’Achille che ora, “dopo averci lavorato tanto”, appare molto più incisivo.
La quindicesima partecipazione al Foro Volandri se l’era sudata emergendo dalla palude delle qualificazioni, superando da numero 203 Atp un altro noto come Radek Stepanek. “Quando sono arrivato al Foro non pensavo nemmeno di giocare. Speravo di entrare come alternate, come poi è successo, e l’emozione più grande è stata vincere con Stepanek proprio sul Centrale, mi sembrava di aver chiuso un cerchio”.
Tra Filippo e il Centrale fu colpo di fulmine, come ricorda “Mi sono innamorato subito di questo campo. Ci ho esordito in Coppa Davis da bimbetto, avevo 19 anni, e vinsi contro Ivanisevic 64 al quinto. Giocare al Foro è più facile, questo è un campo che ti dà tanto o ti toglie tanto, ma per me è speciale e il pubblico mi ha dato una bella spinta”.
Per 1 ora e mezza le 200 posizioni che separavano gli avversari si sono annullate. “Anche se il livello non cambia la classifica purtroppo e sabato mi ritroverò a giocare le qualificazioni del Roland Garros”. Qualche recriminazione? “Ho ancora in testa il tie-break del secondo set, avrei voluto giocarmelo! Però mi do 10 e lode per l’impegno e 9 e mezzo per il gioco”.
Niente male per un giocatore che, a tempo perso, si diletta con telecronache in tv. Sulla rossa, oggi l’ha dimostrato, il suo tennis può ancora dire molto. Di fronte aveva un Ferrer indebolito, più falloso e irregolare rispetto alla macchina da guerra dei vecchi tempi ma pur sempre il numero 9 delle classifiche. Il match di oggi potrebbe cambiare qualcosa? “Quando vedi il livello che ho tenuto oggi, la voglia di proseguire ti viene. Oggi ero emozionato perché sapevo che poteva essere l’ultima partita su questo campo, ma adesso è presto per dirlo, a ottobre tirerò le somme e deciderò”.
Nel pomeriggio altri due italiani erano scesi in campo, portando a un impietoso 1 a 10 il bilancio vittorie-sconfitte di primo turno dei nostri.
Claudia Giovine (wild card ottenuta attraverso le pre-quali) era riuscita a strappare un set alla McHale. Una buona prestazione, quella della cugina della Pennetta, che da Flavia ha ereditato la naturalezza del rovescio e che, dopo annate burrascose e svariati cambi di allenatori, ammette di aver finalmente trovato serenità.
Stessa sorte per Paolo Lorenzi, opposto a Bautista Agut, cui si è limitato a strappare 4 giochi.
In un’edizione decisamente minore per il tennis azzurro, c’è stato comunque spazio per celebrare chi fino a pochi mesi fa ha reso grande l’Italia nel mondo. La Wta ha confezionato un momento di lacrime e gioia per Flavia Pennetta, festeggiata dalle amiche-nemiche di sempre. Chi in campo, come Errani, Schiavone, Kuznetsova e Suarez Navarro, chi con un video (Serena, Chris Evert, Martina Hingis e Gisela Dulko) le ex colleghe hanno ringraziato la Penna pubblicamente, augurandole il meglio per la vita.
Domani, le speranze tricolore si aggrappano a Roberta Vinci, in programma sul Centrale contro Johanna Konta, e ad Andreas Seppi che, su quello stesso Pietrangeli che lo vide trionfare su Wawrinka, riproverà a riaccendere le folle contro Richard Gasquet.
Risultati azzurri:
Ferrer b. Volandri 46 75 61
McHale b Giovine 61 26 62
Bautista Agut b. Lorenzi 63 61