Filippo Volandri deve dare fondo a tutte le energie per superare il baby fenomeno. E' stato un match pieno di tensione e nervosismo. A GQ non manca certo la personalità.
Pur perdendo, Gianluigi Quinzi ha mostrato una forte personalità
(Foto Costantini – FIT / La foto in home page è di Francesco Panunzio)
Di Riccardo Bisti – 7 agosto 2013
Dodici mesi fa, quando vinse Wimbledon Junior, il canadese Filip Peliwo era numero 573 ATP. Dodici mesi dopo, è salito in 355esima posizione e oggi festeggia il passaggio del turno al Masters 1000 di Montreal. Peliwo, bravissimo a ballare il Gangnam Style, ha approfittato del ritiro di Jarkko Nieminen quando era avanti 3-0 nel terzo set. Dove sarà Gianluigi Quinzi tra 12 mesi? Sarà già in grado di competere a livello Masters 1000? Dopo quanto visto a San Marino, l’ipotesi non è così azzardata. Oggi Quinzi è numero 385 ATP e ha giocato alla pari, in un match nervoso e spettacolare, contro Filippo Volandri. Il livornese, 15 anni più anziano di lui, è numero 102 ma sulla terra vale molto di più. E a livello challenger è un cobra. Quest’anno si è imposto a Milano e Orbetello, mantenendo una buona classifica a quasi 32 anni (li compirà il 5 settembre). Non poteva esserci avversario peggiore. Ma Quinzi ha lottato alla pari, giocando una partita piena di rabbia e coraggio prima di cedere con il punteggio di 6-3 3-6 6-3. Sul Campo Centrale di Fonte dell’Ovo, nel cuore della Repubblica di San Marino, non vedevano così tanta gente da una vita. Di sicuro, non l’avevano mai vista per un match di primo turno, neanche ai tempi del torneo ATP. Tutto esaurito, una Quinzi-Mania favorita anche dalla vicinanza con le Marche, regione natale di GQ. Forse l’entusiasmo è eccessivo, ma Quinzi non fa nulla per contenerlo. Ed anzi, con il suo atteggiamento in campo, prova ad essere all’attesa delle aspettative. Prova a mostrare personalità, anche contro un mostro sacro come Volandri.
E per poco non infilava il colpaccio. Volandri ha fatto la sua partita, lasciando che fosse Quinzi a prendere più rischi. L’azzurrino ha accettato la sfida, spingendo e alzando il margine di rischio. Cercava il punto soprattutto con il dritto, il colpo meno naturale ma più potente. Qualche palla di troppo gli è finita fuori, ma ciò che conta è il modo in cui sta in campo. Fiero, gasato, a testa alta. Non ha paura di nessuno. Nel primo set è stato avanti 3-2 e servizio prima di perdere quattro game di fila. Il break decisivo (quelo del 5-3 Volandri), l’azzurrino ha giocato una pessima volèe, denotando ancora qualche incertezza in fase di tocco. Nel secondo, Quinzi ha continuato come se nulla fosse, approfittando del nervosismo di Volandri. Paradossalmente, questa partita era molto difficile per il livornese. Sapeva che in caso di sconfitta sarebbe stato sbeffeggiato, allora ha dato il meglio di sè. Sull’1-1 nel secondo set si è lamentato perchè il pubblico dietro Quinzi si muoveva, infastidendo la sua visuale. E Quinzi non aspettava. Il nervosismo di Volandri era sempre più evidente. E Quinzi si gasava, tanto che "Filo" è rivolto polemicamente a coach Eduardo Medica. “Gliela insegni tu l’educazione?”, prendendosi una risposta imbarazzata, dettata dalla concitazione del momento: “No, io sono l’allenatore”. Un rovescio lungo di Volandri allungava la battaglia al terzo, in un clima sempre più caldo e favorevole al marchigiano. Ogni suo punto era accompagnato da un boato. Facile comprendere la rabbia di “Filo”, uno che ha dato tanto al tennis italiano e a San Marino ha vinto nel 2008. Lo trattavano come uno straniero qualsiasi.
Tensione alle stelle in avvio di terzo, quando Eduardo Medica sussurrava: “Bisogna dare un warning a Volandri per perdita di tempo” già nel secondo punto. Si erano spente alcune luci e Volandri voleva che il match fosse interrotto. La corrida si faceva incandescente quando Quinzi prendeva per due volte un break di vantaggio. “Non parlare, Gian!” gli diceva l’allenatore quando capiva che tensione ed esaltazione stavano prendendo una piega pericolosa. Volandri ha tirato fuori tutta l’esperienza e ha evitato una sconfitta che gli avrebbe creato qualche problema sul piano dell’immagine. Il fatto è che Quinzi è già fortissimo e compie progressi mese dopo mese, giorno dopo giorno. Sia Volandri che coach Fabrizio Fanucci, interpellato da Lorenzo Baletti nel nostro “Dossier Quinzi”, spesero belle parole sul marchigiano, ma dissero che non era ancora pronto per giocare ad alti livelli. “Ci metterà poco” disse Volandri, mentre Fanucci fu più prudente: “Ci vorranno anni, non mesi”. Chissà quale sarà il loro pensiero dopo una partita tesa, vissuta male da entrambi e una stretta di mano freddissima, quasi inesistente, in “Camila Giorgi Style”. A fine partita, Volandri era ancora molto agitato: "Faccio i complimenti a Quinzi, deve entrare tra i primi 10, altrimenti è un fallimento. Se poi impara l'educazione è tutto perfetto". Il tutto mentre Filip Peliwo volava al secondo turno di un Masters 1000. Tra dodici mesi, Quinzi saprà fare altrettanto?
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