Lui non ha davvero bisogno di presentazioni. Doveva esserci, all’Atp Orbetello Challenger (64.000 euro), 2° trofeo “Stefano Bellaveglia”. Ma una brutta influenza lo ha messo k.o. all’ultimo momento. Sarà una magra consolazione, ma pur non giocando Filippo Volandri è apparso mercoledì pomeriggio nella welcome area. Quasi all’improvviso, anche se in fin dei conti si trattava di una visita necessaria, nell’ambito delle ferree regole del circuito Atp. Impossibile non approfittarne, specialmente per verificare le attuali condizioni del campione livornese. Che di buon grado ci ha concesso un’intervista. Assolutamente in esclusiva.
– Sei il giocatore più famoso del torneo e di conseguenza il più chiacchierato, specie dopo la tua defezione. Puoi dirci cosa è successo?
“Dalla settimana scorsa, quando ho giocato a Rimini, non sto bene. Mi sono ritirato contro Di Mauro dopo due ore e mezzo di gioco perché ero completamente disidratato, avevo crampi e non avevo più forze. Il giorno dopo infatti ho avuto la febbre molto alta con mal di gola e tonsillite. Ci ho provato fino alla fine ma proprio non ce l’ho fatta. Mi dispiace molto perché era il primo anno qui al Challenger”.
– Come stai adesso? Quali sono i tempi di recupero?
“Ho ancora un forte mal di gola e abbassamento di voce. Sto recuperando le forze un poco alla volta anche se non ne avevo a sufficienza per scendere in campo qui ad Orbetello. Sono venuto per sbrigare le solite pratiche e andrò subito a casa per riguardarmi ulteriormente. Ho appena fatto le visite mediche e a breve avrò gli esiti. Nel giro di un’altra settimana spero di tornare in campo, anche se con questo caldo avere delle ricadute è un attimo”.
– Un periodo da dimenticare, insomma…
“L’ultimo mese sono stato molto sfortunato. Ho avuto uno stiramento all’adduttore e un altro stiramento al retto addominale. Ho continuato a giocare, mi sono ripreso ma poi c’è stato quest’altro stop forzato”.
– Quale il prossimo appuntamento dove ti rivedremo in campo?
“Dovrei rientrare a Umago, un Atp da 400.000 euro, poi San Marino subito dopo, tutti tornei di terra rossa. Credo sia uscita la lista degli Us Open dove sono qualche posto fuori, se ci dovesse essere qualche defezione, sarò felice di entrare”.
– A parte il momento, ci sono le condizioni per vederti con la classifica di tre anni or sono?
“Adesso sto meglio sicuramente di qualche mese fa. Il periodo è buono, a febbraio ero 240 del mondo, fino a pochi giorni fa ero 102, adesso credo 109. Le condizioni ci sono per tornare al massimo, anche se pensavo di riuscirci in minor tempo. I tornei sono tutti pieni di giocatori agguerriti, che non mollano niente anche a livello Challenger. Comunque le cose stanno andando bene, come confermano le 140 posizioni che ho scalato negli ultimi quattro mesi”.
– Vista la tua esperienza, le tue vittorie e tutti i tornei ai quali hai partecipato, com’è giocare contro campioni come Nadal e Federer? Che tra l’altro hai anche battuto…
“Giochi ancora meglio perché ti portano ad avere un’attenzione altissima punto dopo punto, quindi ti portano sempre a dare il 110 per cento e ancora di più. Ho battuto Federer quando era ancora il numero uno del mondo. La vittoria più bella in carriera. Averlo fatto agli Internazionali di Roma ha avuto quel gusto in più. Ha fatto bene a me ma anche a tutto il movimento del tennis italiano e a tanta gente che si è riappassionata a questo sport”.
– Per i giocatori che, come te, vogliono tornare in alto, magari tra i primi cinquanta, è meglio giocare per la vittoria finale in tornei come questo, o magari provare a fare il primo turno di un Atp maggiore?
“I tornei così vanno vinti. O comunque devi puntare alla finale. Se non li vinci non ti danno abbastanza punti. Tornei come Orbetello sono il massimo del livello Challenger, dopo ci sono gli Atp più grandi, giocatori come me qui vengono per vincere”.
– Hai qualche nome da proporre come tuo “erede”?
“Di sicuro vedo molto bene Trevisan, anche se spesso è infortunato e deve migliorare su alcune cose, però è quello che ha il potenziale più alto di tutti”.
– Qualche giocatore del tabellone orbetellano che vedi come possibile favorito?
“Di sicuro Lorenzi, poi gli argentini che sono sempre agguerritissimi. Un torneo però che può lasciar spazio a sorprese. I challenger sono tutti equilibrati e da qualche anno il livello si è appiattito così tanto che tutti partono con le stesse possibilità”.
– Ti senti di dire qualcosa a tutti gli appassionati?
“Mi dispiace per il direttore del torneo Raffaele Cirillo, che mi ha visto crescere sul campo e mi ha voluto fortemente in questo torneo. A tutti i tifosi vorrei dire che mi dispiace molto perché ci tenevo a fare bene qui alla prima partecipazione, sono toscano e venivo volentieri. Vorrei rifarmi il prossimo anno. Penso e spero di tornare perché anche se avrò una classifica più alta queste sono settimane di tornei ottimi da giocare, come questo sulla terra rossa, che un giocatore come me gioca per vincere”.
ufficio stampa Challenger Orbetello