L'azzurro ritrova una finale ATP oltre 5 anni di distanza. A San Paolo batte in tre set un Bellucci menomato e sfiderà Nicolas Almagro. Comunque vada, si avvicinerà ai top 50.
Filippo Volandri ha raggiunto la nona finale ATP in carriera. Ne ha vinte due
Di Riccardo Bisti – 19 febbraio 2012
Bravo, bravo Filippo. Cinque anni e mezzo fa, quando giocò e vinse la finale al torneo ATP di Palermo, Filippo Volandri non immaginava che qualche mese dopo avrebbe battuto Roger Federer al Foro Italico. Ma nemmeno di avere tante sfortune che ne hanno condizionato la seconda parte di carriera. Per questo, la finale al torneo ATP di San Paolo (475.300$, terra) è un risultato che vale doppio. In pochi ci avrebbero creduto, e poco importa se Thomaz Bellucci si è infortunato alla caviglia sinistra sul finire del primo set. La fortuna bisogna saperla cercare e trovare. Proprio come Volandri, che al primo turno ha battuto Montanes e nei quarti ha sfoderato la migliore prestazione degli ultimi anni contro David Nalbandian. E comunque non è facile giocare contro un avversario che zoppica vistosamente ed è sostenuto a gran voce da 10.000 spettatori. Invece, dopo aver perso il primo set, "Filo" ha ceduto appena due giochi negli ultimi due set e ha firmato il 5-7 6-0 6-2 finale, con il break tagliagambe giunto sul 2-2 al terzo. Bellucci non faceva finta, era menomato per davvero. Se non fosse stato in Brasile, probabilmente si sarebbe ritirato. "Ero molto stanco, avevo dolori in tutto il corpo, crampi, non riuscivo nemmeno a pensare" ha detto il carioca, che ha dunque fallito l'accesso alla seconda finale al Brasil Open (ne ha raggiunta una nel 2009 quando si giocava ancora a Costa do Sauipe).
In finale, Volandri se la vedrà con Nicolas Almagro, a caccia del terzo successo in Brasile. Il campione in carica si è imposto 6-4 7-6 su Albert Ramos e cercherà di infilare il tris dopo le vittorie a Costa do Sauipe nel 2008 e nel 2011. "Non sono mai stato tranquillo in campo – ha detto Almagro – sapevo che sarebbe stata una partita difficile. Tuttavia credo di aver giocato un ottimo tie-break". e poi ha filosofeggiato: "Credo di aver imparato ad apprezzare la vita che facciamo. Ho capito il valore del lavoro e quanto sia difficile vincere una partita. Tutto questo mi ha fatto crescere molto sul piano personale. Credo che per essere un buon sportivo bisogna essere anche una buona persona". Almagro ha giocato la semifinale indossando una divisa gialla, in onore a Guga Kuerten. "Mi piacerebbe vincere questo torneo e che lui venisse a consegnarmi il trofeo. Terrei questa foto come uno dei trofei più preziosi". Prima di festeggiare, tuttavia, se la vedrà con il nostro Volandri. Filippo è nell'invidiabile condizione di non avere nulla da perdere e va a caccia del terzo titolo ATP in carriera dopo St. Poelten nel 2004 e Palermo nel 2006. Comunque vada, grazie a questo risultato, Volandri si avvicinerà ai top 50. In pochi ci avrebbero scommesso. Complimenti davvero.
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