Quando perdi all’ultimo turno delle qualificazioni, non tutto è perduto. Può esserci ancora spazio per i miracoli o per vincere il torneo. Ecco cosa ci insegna la storia.

Di Riccardo Bisti – 20 dicembre 2014

 
Nel suo film “Matchpoint”, Woody Allen ha paragonato la vita a una partita di tennis. In fondo è il destino a decidere se una palla deve superare o meno la rete dopo aver sbattuto contro il nastro. Forse non sa, Woody Allen, che nel tennis c’è una realtà dove il destino (o la casualità, fate voi) è ancora più importante. Li chiamano “lucky losers”, perdenti fortunati. Sono i giocatori che perdono all’ultimo turno delle qualificazioni ma restano nella sede del torneo, si travestono da gufi e sperano che ci sia un ritiro nel main draw. E così possono entrare in tabellone, riciclando la propria settimana e intascando un bel prize money. In mezzo ai lucky loser ci sono tante storie di vita. Nei primi giorni di uno Slam, dove il prize money del primo turno può rimettere in piedi una stagione, si assiste a un torneo parallelo. Fino a quando non si è giocato l’ultimo match di primo turno, c’è una processione di giocatori negli uffici. Sono i perdenti all’ultimo turno delle qualificazioni, che firmano il documento e aspettano che arrivi la chiamata giusta. Se la chiamata arriva, devono essere pronti in 15 minuti. Solitamente, i lucky loser sono i giocatori meglio piazzati tra quelli eliminati all’ultimo turno delle qualificazioni. Negli ATP e nei Challenger è semplice: se c’è un ritiro, entra in tabellone il meglio piazzato tra quelli disponibili (capita spesso, infatti, che un giocatore eliminato abbia già abbandonato la sede del torneo). Negli Slam vige una regola diversa: si effettua un mini-sorteggio tra i quattro meglio classificati, da cui si stabilisce l’ordine di priorità. In questo modo, il meglio piazzato non ha più il 100% di chance di entrare in caso di ritiri, ma soltanto il 25%. La goccia che ha fatto traboccare il vaso risale a Wimbledon 2005: Justin Gimelstob aveva problemi alla schiena e pensava di non giocare il suo match di qualificazioni contro George Bastl. Gli ufficiali di gara, tuttavia, gli consigliarono di scendere in campo anche solo per un game. Era il giocatore di miglior classifica nelle qualificazioni ed erano quasi certi che ci sarebbe stato un forfait. L’americano giocò, perse, poi approfittò del ritiro di Andre Agassi e approdò al terzo turno, battuto da Lleyton Hewitt.
 
IL GIGANTE NORMAN, IL PICCOLO GOFFIN, IL MIRACOLATO ROBERT
Il comportamento di Gimelstob non è considerato antisportivo. Tuttavia è capitato che alcuni giocatori, già certi di entrare in tabellone, non abbiano giocato al massimo nel loro ultimo turno di qualificazioni. Le nuove norme, tuttavia, hanno quasi azzerato il rischio. Senza certezze, i giocatori sono costretti a impegnarsi fino all’ultima palla. Fino a qualche anno fa, il miglior risultato Slam ottenuto da un lucky loser era di Dick Norman. Il gigante belga, nel 1995, battè addirittura Stefan Edberg prima di cedere a Boris Becker negli ottavi. Nel 2012 è stato imitato da David Goffin a Parigi, quest'anno da Stephane Robert in Australia. Battuto da Michael Berrer, è stato chiamato dal referee mentre armeggiava al computer (stava aprendo un conto corrente!) e si è spinto fino agli ottavi, battendo al terzo turno Martin Klizan in un inedito derby tra lucky loser. L’avventura è terminata contro Andy Murray, ma si è messo a posto per un anno. E avrà vissuto meglio l’infortunio che lo ha bloccato a fine stagione, comunque meno grave dell’epatite A che qualche anno lo aveva relegato ai margini. A volte l’attesa vale la pena, soprattutto da quando gli Slam valgono molto di più. Negli ultimi anni, i montepremi sono cresciuti in misura impressionante. Allo Us Open 2010, gli sconfitti al primo turno intascavano 19.000 dollari (al lordo delle tasse, obviously). Quest’anno 35.000. Soldi che fanno gola. Capita spesso, dunque, che un giocatore scenda in campo anche infortunato pur di intascare il denaro. E il ‘povero’ lucky loser resta in panchina, con un pugno di mosche in mano. Tuttavia, negli ultimi 20 Slam è successo soltanto tre volte che non ce ne fosse neanche uno: Us Open 2010 e 2014, Roland Garros 2014. In quest’ultimo torneo, con 24.000 euro “omaggio” per gli sconfitti al primo turno, quattro partite sono terminate per ritiro dopo pochi game. Al contrario, all’ultimo Wimbledon sono entrati ben quattro lucky loser. Tra loro, il nostro Simone Bolelli che poi ha giocato uno splendido torneo e per poco non batteva Kei Nishikori al terzo turno.
 
UN GAME E TANTI SALUTI
“Giocare gli Slam in tabellone ti cambia la stagione dal punto di vista economico” ha detto Frank Dancevic, specialista nel passare le qualificazioni. Qualche anno fa, centrò un incredibile “Grande Slam” di qualificazioni. Non crediamo sia un caso che nel 2014 non ci siano stati lucky loser in due Slam su quattro, dopo che era successo in 15 dei 16 precedenti tornei. Da quando sono cresciuti i montepremi, accade qualcosa del genere persino nelle qualificazioni. Allo Us Open, per esempio, Thiemo De Bakker ha giocato appena un game prima di ritirarsi. “Non credo che un giocatore faccia un viaggio apposta per perdere nelle qualificazioni, a meno che non abbia giocato altri tornei in zona e gli serva quel denaro. In fondo, si ottiene più così che vincendo un Future” ha detto un ufficiale di gara. E l’olandese, intanto, ha portato a casa quasi 4.000 dollari praticamente senza giocare. Nella storia è persino capitato che un lucky loser vincesse un torneo ATP. Ecco l’elenco completo, più le migliori prestazioni Slam dei “perdenti fortunati”.
 
LUCKY LOSER VINCITORI DI UN TORNEO ATP
Heinz Gunthardt – Spingfield 1978
Bill Scanlon – Maui 1978
Francisco Clavet – Hilversum 1990
Christian Miniussi – San Paolo 1991
Sergiy Stakhovsky – Zagabria 2008
Rajeev Ram – Newport 2009
 
GRAND SLAM – I MIGLIORI LUCKY LOSER
Australian Open – Stephan Robert, 4° turno 2014
Roland Garros – David Goffin, 4° turno 2012 / Stanislav Birner, 4° turno 1978
Wimbledon – Dick Norman, 4° turno 1995 / John McCurdy, 4° turno 1983
Us Open – Fernando Verdasco, 3° turno 2003 / Flavio Cipolla, 3° turno 2008