ESCLUSIVO. Gli incordatori degli Internazionali d’Italia ci raccontano la loro esperienza al Foro Italico. Dai krumiri rubati al Subbuteo di Djokovic, ce n’è per tutti i gusti. 
Marco Gazziero al lavoro agli Internazionali e in compagnia di Andreas Seppi

Di Marco Gazziero – 23 maggio 2012
 
Venerdì 11 maggio la sveglia suona alle 5: destinazione Roma! Partenza da Casale Monferrato, breve sosta a Bologna a caricare un collega che condividerà le emozioni della sala incordatura e alle 13,30 siamo a registrarci presso il Foro Italico. Accanto a noi c’è Gisela Dulko (simpaticissima e bellissima!) e come si dice, se il buongiorno si vede dal mattino…Ci incamminiamo verso la sala incordatura, ed ecco la prima sorpresa positiva: è situata nella players lounge, ambitissima zona off limits. E’ lì che i giocatori riposano, chiacchierano, leggono, giocano. In 5 minuti veniamo catapultati in una realtà parallela, dove tutto quello che hai sempre sognato diventa realtà, solo che questo non è un sogno ed i protagonisti siamo noi!
Troviamo 3-4 sale dove ci sono divanetti, frigoriferi con acqua a disposizione, macchinette del caffè, televisori per seguire incontri e risultati, computer connessi ad internet con stampante e tablet  a disposizione; nell’ultima sala ci sono biliardo, playstation, un bellissimo calciobalilla in cristallo trasparente (che starebbe mooooolto bene nel salotto di casa mia) ed il tavolo del subbuteo (fondamentale, ma vi racconterò dopo).
 
Un muro di cartongesso separa quest’ultima sala dalle  famose “scale sul retro” usate dai giocatori quando non vogliono subire l’ennesimo bagno di folla per entrare ed uscire dalla players lounge e dalla sala incordatura. Ecco, la sala incordatura: appena entro sento un tuffo al cuore, come un bambino quando entra la prima volta in un immenso negozio di giocattoli. Le mie astronavi sono le BAIARDO della Wilson nere e argento luccicante, con ancora la carta trasparente a coprire il display, i miei lego sono tre rastrelliere piene di racchette, le mie macchinine sono un tavolo completamente ricoperto dalle matasse con i nomi dei giocatori! Sono le 15,30 ed un “Marco vieni che ti faccio vedere come funzionano le macchine” mi sveglia dal torpore che ti prende quando pensi di sognare mentre invece è tutto vero. L’idea di fare un paio di telai e poi andare a casa a posare armi e bagagli per poi tornare il giorno dopo….si trasforma in 11 telai di seguito! Il giorno dopo la sveglia suona all’alba: alle 5,45 in piedi, dobbiamo prepararci in 5 ed essere al Foro Italico alle 7.
 
Diamo la precedenza ai telai che devono essere pronti in mattinata, generalmente tra i 30 ed i 40 (5 telai a testa, giusto per iniziare la giornata!), tra cui tutte le racchette in budello (full o ibrido) che devono essere fatte in giornata. Per fortuna ci sorreggono i krumiri che ho portato da casa (graditi da tutti, anche giocatori e tecnici) ed i cornetti che a rotazione portiamo in sala: d’altra parte quale miglior modo per svegliarsi insieme ad un ottimo caffè delle super macchinette sempre pronte all’uso in dotazione alla players lounge? Alle 9,30 circa il lavoro avanzato dal giorno precedente è smaltito: ognuno ha la sua macchina incordatrice fissa, ogni tanto ci diamo il cambio sulle macchine ma anche in questo caso sempre stesso accoppiamento macchina-incordatore; generalmente facciamo in modo che sia sempre la stessa persona (o le stesse due) ad incordare per lo stesso giocatore, sulla stessa macchina: spesso è lo stesso giocatore che lo richiede (per esempio Nadal, i Bryan’s e le Williams….) anche perché nonostante la precisione delle macchine incordatrici, “la mano” dello stringer incide comunque sul risultato finale, senza contare la scaramanzia dei giocatori; nel caso di coppie o più telai di uno stesso giocatore, un’occhiata con l’ERT a lavoro finito per controllare che il DT sia lo stesso su tutte le racchette incordate e….via con un altro!
 
Alle 9,30-10 inizia la processione degli allenatori a prendere il materiale per gli allenamenti o i primi match, mentre verso le 11 arrivano i telai di chi si è allenato, chi vuole una tensione differente causa variazione della temperatura…e si cominciano a fare i telai da consegnare alle 15. Le giornate più impegnative sono dal venerdì delle prequalifiche al mercoledì del torneo, dove abbiamo sempre cercato di lasciare una macchina libera a rotazione pronta per le emergenze: spesso si impiega più tempo per il trasporto del telaio campo-sala incordature-campo che per l’incordatura stessa: per questo meritano un elogio tutti i colleghi che non si sono mai risparmiati ed hanno messo tecnica ed esperienza, ma anche cuore, anima e tanta passione. Tra noi c’era anche Flavia, una graziosa e brava woman-stringer che ha stupìto gli addetti per la sua bravura. Un accenno veloce ai materiali (che tratteremo in un altro articolo): che dire……un mondo parallelo, che spazia dal prodotto retail a quello con le personalizzazioni più spinte, corde comprese.
 
Dalle 11 fino alle 15 facciamo un po’ di rotazione sulle macchine per andare a pranzare, ma il materiale su cui lavorare non manca mai…tra incordature, qualche grommet rotto da sostituire, qualche telaio nuovo al quale va sostituito il grip e ribilanciato (un plauso a Mario e Silvano, i nostri stringer più esperti), senza contare i giocatori che “non si fidano” e, per essere sicuri di avere la racchetta incordata un attimo prima di entrare in campo, ci portano i telai da incordare con urgenza un’ora prima del loro match! Come tempistiche, i tempi spaziano tra i 25 minuti degli ibridi a tensioni altissime che necessitano della massima attenzione alla media di 17-18 minuti per i telai 16×19…….ai 13-14 minuti per le urgenze full mono.
 
Verso le 16 arriva la seconda grande ondata di lavoro: tanti match e allenamenti finiti, telai che vanno preparati il giorno stesso per quello successivo, alcuni da fare il giorno successivo in base alle esigenze degli atleti, altre urgenze…una tirata fino alle 21-22, senza contare che dobbiamo restare a disposizione sino alla fine dei match serali per le urgenze e per aspettare il materiale. Nel team della sala incordature ognuno ricopre la sua carica: c’è chi riceve e registra le racchette (segnando numero di nodi, tipo di corde, tensione e per quando va preparato), chi fa i loghi (alcuni non proprio semplici da centrare sul piatto, senza sbagliare il colore degli stancil!)…chi prende e porta i telai direttamente ai campi: deve essere un meccanismo ben oliato, con tanta voglia e capacità di lavorare in team. Dal punto di vista tecnico, il full mono copre la maggior parte dei telai, seguito a ruota dall’ibrido mono-budello (e di qualche mono-multifilo) normale o reverse; resiste ancora in pochi casi il full budello ed il full multifilo. Le tensioni grosso modo si assestano intorno ai 24-25 kg, con gli estremi dei 12 kg di Volandri e i 30 e passa delle Williams, mentre la tendenza è sempre più spesso ad incordare a 4 nodi, alcune volte anche con la medesima tensione. Alla fine torneo sono quasi mille i telai passati sotto le nostre mani.
 
Aneddoti? Stepanek è simpaticissimo, lo abbiamo soprannominato “pittore”: quando i suoi telai erano pronti, veniva in sala incordature e si faceva a mano libera il simbolo della Bosworth sulle corde con una precisione e velocità incredibili! Gasquet vuole che le sue racchette siano le prime fatte alla mattina. Le Williams ed i Bryan vogliono provare prima un paio di telai e dopo ti dicono come incordare i successivi che aspettano sulla rastrelliera. Simon incorda con un ibrido di due multifilo! La Petrova veniva a portarci le racchette in sala incordatura…per mangiarsi i krumiri. Il papà della Wozniacki ha riconosciuto l’incordatore di sua figlia dell’anno scorso ed ha voluto che incordasse per lei anche quest’anno. Una giocatrice ha protestato con la WTA perché…non avevamo gli adesivi sui quali scrivere le tensioni (i primi giorni….). I giocatori sono generalmente gentili: ogni volta che li abbiamo incontrati nella lounge ci hanno regalato un sorriso, anche dopo una bruciante sconfitta, così come genitori, coach ed allenatori, coi quali in qualche caso ci siamo fatti delle grasse risate (a parte qualche eccezione…). Dei nostri portacolori mi piace ricordare Cipolla, Brianti, Knapp e Seppi che sono sempre venuti di persona a lasciarci le loro racchette e non si sono mai negati a quattro chiacchiere…….poi Rafa con la sua timidezza, così come Nole che, patito di calcio, era solito concludere la giornata giocando a Subbuteo senza farsi mancare il giro di campo in caso di gol, senza negarsi mai a nessuno prima di andare via.  Ciò che mi ha più sorpreso è l’assoluta normalità di Nole, il suo vivere e ridere da 25 enne senza atteggiarsi, divertendosi, essendo sempre se stesso in ogni situazione. Che sia questo il suo segreto per essere così forte?