Da New York, Alessandro Terziani – foto Getty Images
Roberta Vinci, a 32 anni, coglie il risultato più importante della sua lunga carriera raggiungendo la prima semifinale in uno Slam. Dopo il fantastico 2013 che vide l’azzurra sfiorare la top ten con suo il best ranking (n.11 WTA), sembrava che la sua carriera avesse intrapreso una ormai inevitabile parabola discendente. Quasi fuori dalle top 50, aveva iniziato questi Us Open come n.43 senza apparenti ambizioni. Cammin facendo è invece aumentata la condizione e la Vinci ha ritrovato il gioco e la fiducia dei suoi momenti migliori. Il traguardo raggiunto è un meritato premio alla carriera, anche se ancora il torneo non è finito. In semifinale dovrà probabilmente affrontare in serale Serena Williams, sempre che la sorella non le combini un crudele scherzo, in odore di Grand Slam. Una sfida proibitiva in cui la tarantina non avrà nulla da perdere.
Il match odierno non è stato decisamente spettacolare e non lo poteva essere vista la posta in palio per due giocatrici, una forse all’ultima grande occasione della carriera e l’altra al suo primo importante match in uno Slam. Di certo non sono mancate le emozioni per l’altalenante andamento della partita.
La Vinci ha avuto un buon approccio alla partita. E’ partita subito concentrata incartando la francese con i suoi back e cambi di ritmo. La Mladenovic, molto contratta, non ci ha capito molto e si è subito ritrovato sotto 3-0 e di un break. L’azzurra serve molto bene e il set scivola via veloce in soli 27 minuti. Tutto fin troppo facile.
Nel secondo set accade tutto e di più. Sullo 0-1 la Vinci salva caparbiamente 6 palle break, le prime del match, e sull’1-1 effettua invece lei il break, 2-1. Sembra quasi fatta, ma da questo punto in poi comincia una partita completamente diversa. All’azzurra non entra più la prima di servizio e la Mladenovic inizia a giocare. Servizio e diritto le sue armi vincenti. La Vinci subisce due break consecutivi e va sotto 4-2. La francese, che ha pause sconcertanti, infila ben 4 doppi falli nel gioco successivo e le regala il servizio. Si torna in parità, 4-4. Sul 6-5 la Mladenovic strappa per la terza volta il servizio alla Vinci e pareggia il conto dei set dopo un’ora e 27 minuti.
L’azzurra, che rende dieci anni all’avversaria, appare stanca. D’altronde l’Arthur Ashe è immerso in una cappa di umidità insopportabile. Anche la Mladenovic accusa problemi fisici e chiama per due volte il medical time out. Il terzo set si gioca ormai di nervi. Fioccano gli errori anche banali. Saranno addirittura 64 gli errori totali della francese. La partita si decide sul 3-3 al termine di un interminabile gioco di 26 punti con la Mladenovic che commette ancora una volta 4 doppi falli e la Vinci che solo alla quinta occasione riesce a centrare il break decisivo. L’azzurra va a servire per la semifinale sul 5-4. Il primo match point è annullato dalla francese con un diritto vincente, nel secondo la francese affossa la risposta di diritto in rete. Dopo due ore e 32 minuti, Robertina può finalmente esultare. Bravissima.
Vinci b. Mladenovic 6-3 5-7 6-4