Roberta Vinci domina fino ad arrivare a due punti dal successo contro Carina Witthoeft, poi si complica terribilmente la vita ma riesce comunque a spuntarla al terzo set, approdando agli ottavi di finale. Non ci riusciva proprio dallo Us Open del 2015, e può puntare (almeno) ai quarti. Anche se il tendine d’Achille continua a farle male.

4 ore e 7 minuti possono essere tanto oppure pochissimo. Fognini ha impiegato più tempo per vincere il suo match di primo turno, e idem Lorenzi per battere Gilles Simon nel match più lungo dello Us Open. A Roberta Vinci, invece, sono bastate per infilare le tre vittorie che l’hanno riportata agli ottavi di finale in un torneo del Grande Slam, risultato che le mancava proprio dalla splendida finale di dodici mesi fa sul cemento di Flushing Meadows. Ripetere quel percorso sarà difficile, forse impossibile, ma intanto ci si può godere tre buone vittorie e – probabilmente – alcune delle ultime pennellate di una giocatrice che resterà difficile da dimenticare. Gli organizzatori le hanno dato di nuovo un campo importante (e siamo a 3 su 3), e sul Louis Armstrong la tarantina ha ringraziato superando per 6-0 5-7 6-3 la ventunenne tedesca Witthoeft, Carina di nome e di fatto, con uno stile visibilmente ispirato a Maria Sharapova. Stessa racchetta, stesso sponsor tecnico, la visiera, i lunghi capelli biondi e pure un tennis interessante, ma sicuramente non ai livelli (né ora, né mai) di quello di “Masha”. Non a caso la Vinci ha controllato alla grande il match fino al 6-0 5-3 e 30-0, sopperendo a un servizio meno brillante rispetto ai giorni scorsi con un diritto più efficace. Il copione sembrava identico a quello delle vittorie contro Friedsam e McHale: primo set dominato e secondo un filino più complicato ma comunque chiuso con un punteggio agevole, invece l’azzurra si è fermata proprio sul più bello, quando aveva la vittoria in pugno, obbligando sé stessa a una quarantina di minuti di straordinari.

PRIMA DOMINA, POI LA SPUNTA D’ESPERIENZA
Già nel corso del set “Robertina” aveva lamentato qualche difficoltà, le è scappato un “non ho forza”, e il break ottenuto in apertura di secondo è subito tornato indietro. Ma poi ha ripreso a muovere bene la palla, a fare le cose semplici, e il terzo set pareva lontanissimo. Invece dal 5-3 ha smarrito la bussola, ha perso incisività e ha finito per cedere quattro game di fila, contro un’avversaria brava a capire il momento e sfruttarlo, peraltro mostrando di aver “assorbito” qualcosa dal tennis dell’azzurra. Ha fatto vedere un discreto back di rovescio, tante discese a rete ed è riuscita a regalarsi una chance, tenendo duro anche quando ha perso subito il servizio in apertura di terzo, contro una Vinci bravissima a tenere alta la concentrazione. Dall’1-3 la tedesca si è rifatta sotto fino a pareggiare i conti, ma è un po’ mancata quando ha avuto la chance per mettere finalmente il naso avanti, con due palle del 4-3 sulla racchetta. La Vinci le ha cancellate entrambe e poi ha allungato di nuovo, questa volta definitivamente, togliendosi pure l’impiccio di andare a servire per il match grazie a cinque punti di fila sul 5-3, con la rivale avanti 40-0 al servizio. Positiva la reazione del terzo set, un po’ meno il crollo del secondo, che l’ha obbligata a delle fatiche extra che sarebbe stato meglio risparmiare. Soprattutto alla luce del fastidio al tendine d’Achille della gamba sinistra, con cui convive da marzo. Dopo il successo al secondo turno ha detto di sentirsi meglio, ma nel corso delle fasi finali è parsa un tantino dolorante, e il “non sto benissimo” nell’intervista post-match lo conferma. Non resta che augurarsi possa recuperare in tempo per l’ottavo di domenica. Contro Lesia Tsurenko si può (deve?) vincere.

US OPEN 2016 – Terzo turno donne
Roberta Vinci (ITA) b. Carina Witthoeft (GER) 6-0 5-7 6-3