CINCINNATI – La Vinci gioca una pessima partita e cede in due set e Jelena Jankovic. Hanno forse influito le scorie del derby con la Errani? Il sogno top-10 è ancora rimandato.
Pur senza particolari squilli di tromba, Jelena Jankovic ha ritrovato se stessa. Qualche anno fa era numero 1 WTA
Di Riccardo Bisti – 17 agosto 2013
Il sogno è ancora rimandato. Neanche il ritiro di Marion Bartoli darà una mano, per ora, consentirà a Roberta Vinci di entrare tra le top 10. Roberta ha sentito la pressione e ne ha pagato le conseguenze nei quarti di Cincinnati, laddove non era mai arrivata in oltre 15 anni di carriera. Il torneo dell’Ohio evocava ottimi ricordi per la corregionale Flavia Pennetta, mentre Roberta non era mai andata oltre il secondo turno (2009 e 2012). Stavolta aveva grandi ambizioni e guardava con ottimismo al match contro Jelena Jankovic, con cui era sotto 4-2 negli scontri diretti ma l’aveva battuta 12 mesi fa, in condizioni molto simili, in finale a Dallas. Invece Roberta ha giocato una brutta partita e in poco più di un’ora ha detto addio al Lindner Family Tennis Center. E’ finita 6-0 6-4 senza particolari discussioni, anche se Roberta ha sciupato un vantaggio di 4-2 nel secondo. Ma non c’è mai stata l’impressione che potesse vincere, ed è un peccato. Roby è sembrata un po’ scarica, come se non avesse quel mordente agonistico che tanto le ha dato negli ultimi anni. Anche nei cambi di campo in cui ha chiamato coach Fancesco Cinà sembrava negativa, svogliata. Difficile capire cosa le passasse per la testa. Maliziosamente, si può pensare che il derby contro Sara Errani abbia lasciato qualche scoria sul piano mentale. In effetti, dopo anni di idillio, per la prima volta c’è stato qualche (minimo) screzio tra le due, seguito da una stretta di mano tutt’altro che amichevole. Ne ha approfittato una Jankovic che quest’anno ha ripreso a giocare bene e che –onestamente – sembra meritare un posto tra le top-10 più della Vinci. Roberta, infatti, ha sciupato troppe occasioni per compiere quel piccolo salto di qualità che le manca.
Sulla partita c’è poco da dire, se non la collocazione sul campo Grandstand mentre sul centrale c’era Isner-Djokovic. Risultato? Tribune desolatamente vuote. Roberta è stata pessima nel primo set, poi ha sciupato moltissimo nel secondo. Ha avuto palle break sia nel primo che nel terzo game, ma non le ha sfruttate. Sotto 6-0 2-1 ha avuto l’unico sussulto, aggiudicandosi tre game di fila e salendo 4-2. Il match sembrava capovolto, rivoltato come un calzino. E invece è piombata in un terrificante buco nero, tanto da vincere appena 3 punti nei successivi quattro game. Un disastro. Il matchpoint è stato l’emblema della giornataccia di Roberta, incapace di vincere un faccia a faccia sotto rete, dove avrebbe dovuto far valere le sue maggiori doti di tocco. Invece lo ha perso e resterà al numero 12 WTA. E’ un peccato perché un suo ingresso tra le top 10 sarebbe il coronamento di una bella carriera, ma anche degli ultimi 10 anni di tennis azzurro in gonnella. Flavia Pennetta, Francesca Schiavone e Sara Errani (in rigoroso ordine cronologico) ce l’hanno fatta. Roberta è lì, ad un passo….e continuerà a provarci, sperando che non diventi una maledizione. Da parte sua, la Jankovic conferma di adorare il torneo di Cincinnati. Lo ha vinto nel 2009 (battendo in finale la Safina) e ha colto la finale nel 2011 (KO con la Sharapova). Dopo l’addio a Zeljko Krajan, con cui aveva lavorato nel 2012, ha ritrovato un buon livello con l’aiuto del fratello Marko. In semifinale se la vedrà contro la vincente di Azarenka-Wozniacki. E non partirà battuta, nemmeno in un’eventuale sfida con la bielorussa.
WTA PREMIER CINCINNATI
Quarti di finale
Na Li b. Agnieszka Radwanska rit.
Jelena Jankovic b. Roberta Vinci 6-0 6-4
Serena Williams b. Simona Halep 6-0 6-4
Victoria Azarenka vs. Caroline Wozniacki
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