Pochi giorni dopo il 30esimo compleanno, Roberta Vinci gioca uno splendido tennis, supera la Kerber (n.6) ed è nei quarti a Dubai. Sogna le top-10, ma ci vogliono altri 1.000 punti… 
Nei quarti, Roberta Vinci affronterà Samantha Stosur
 
Di Riccardo Bisti – 20 febbraio 2013

 
E’ difficile trovare un’immagine fuori dal campo in cui Roberta Vinci non sia sorridente. Superati i 30 anni, Roberta continua a sorridere. E a giocare bene: a Dubai ha firmato un paio di belle vittorie che la spingono nei quarti, dove se la vedrà con Samantha Stosur. Se la vittoria contro Svetlana Kuznetsova ci poteva stare, vista la discontinuità della russa (che era comunque rodata da due turni di qualificazioni), il successo contro Angelique Kerber è un vero exploit. Difficilmente la tedesca perde contro avversarie peggio piazzate di lei, invece Roberta le ha dato una lezione di tattica nel 7-5 6-1 maturato in 71 minuti. Lo scorso anno si erano affrontate due volte: a Stoccarda, sulla terra indoor, vinse la Kerber, mentre Roberta si prese la rivincita a Montreal. Memore di quel successo, la Vinci ha giocato benissimo, sublimando le sue armi e mascherando i punti deboli. Il suo rovescio in slice, profondo e delicato, impediva alla Kerber di giocare in posizione comoda. Avanti 5-3 nel primo, la Vinci si è fatta riprendere (ha avuto un setpoint sul 5-4, annullato da un gran rovescio incrociato) ma dal 5-5 ha infilato un parziale di otto giochi a uno che le ha regalato un posto tra le prime otto. A fine partita è stata intervistata da Annabel Croft, occasionale collaboratrice della TV del Dubai, dicendo che “alleno molto il mio rovescio, ormai lo gioco così da 25 anni. Il doppio mi aiuta moltissimo, ho iniziato a crescere in singolare quando io e Sara Errani abbiamo cominciato a vincere tanto in doppio”. Lo diceva col sorriso, tipica espressione di una ragazza pugliese che non può più porsi dei limiti, specie dopo aver commesso la miseria di 6 errori gratuiti in tutto il match.
 
Sostengono questa tesi anche le statistiche: era da oltre 25 anni che sia la classifica di singolare che quella di doppio non erano comandate da due trentenni. A cavallo tra il 1986 e il 1987, Martina Navratilova guidava entrambi i ranking. Adesso, con il sorpasso di Serena Williams ai danni di Vika Azarenka e il compleanno di Roberta, la classifica torna ad essere comamdata da due “vecchiette”. Non è soltanto un dato statistico. Significa che anche tra le donne si sta sviluppando la tendenza del circuito ATP, con un’età media sempre più alta. Roberta può ancora crescere, anche in singolare. Un suo ingresso tra le top 10 sarebbe la sublimazione di una generazione d’oro del tennis italiano. Dopo Flavia Pennetta, Francesca Schiavone e Sara Errani (in rigoroso ordine cronologico), sarebbe giusto che anche Roberta ce la facesse. Non ne ha bisogno, nel senso che ha già scritto pagine importanti. Ma sarebbe un bella ciliegina sulla torta. L’impresa non è facile: attualmente è numero 17 WTA, a 1.035 punti di distanza dalla n. 10 (Caroline Wozniacki). 1.000 punti sono parecchi: per farcela, oltre ad essere molto continua, deve azzannare un exploit in un grosso torneo. L’ideale sarebbe una finale o una semifinale a Indian Wells o Miami, mentre un eventuale successo a Dubai ne darebbe 700 (il torneo è stato declassato da Premier 5 a “semplice” Premier in favore di Doha). Sarà dura, ma fino a quando le avversarie saranno irretite dal suo tennis vellutato, tanto da “sclerare” ai cambi di campo, come è accaduto alla Kerber, Roberta può continuare a stupirci.