Il lèttone regala un match spettacolare, tira 40 vincenti e arriva a due punti dalla vittoria. Ma alla fine la spunta il maiorchino, sempre più in forma. E adesso c’è Federer-Nadal.
Ernests Gulbis ha tirato il doppio dei vincenti di Nadal. Non è bastato
Di Riccardo Bisti – 14 marzo 2013
Nel cuore della notte europea, Rafael Nadal ed Ernests Gulbis hanno varcato ogni soglia spazio-temporale e hanno illuminato gli occhi per due ore e mezza. Il match più atteso non ha tradito: Gulbis ha giocato una partita eccezionale arrivando a due punti dal match, ma alla fine è emersa tutta la classe di Rafa, che si è imposto 4-6 6-4 7-5 regalandosi (e regalandoci) il 29esimo episodio dell’eterna rivalità con Roger Federer (stanotte alle 3, diretta Sky Sport 2). Alla vigilia, Gulbis era convinto di potercela fare. “Il tennis di Nadal non mi dà fastidio. Il suo topspin è perfetto per il mio timing. Se tiro un vincente, è così contro tutti. Anche contro Nadal. E’ facile: una palla in un angolo, una in un altro, e così via”. Diceva sul serio. L’inizio è stato devastante. Per nulla intimorito dal palcoscenico del Campo Centrale e nemmeno innervosito dalla lunga attesa, Gulbis ha tenuto un rendimento impressionante col servizio e tirava sassi da tutte le parti. Scippava il servizio a Nadal nel decimo game, quando Rafa serviva per rimanere nel set. Sorpresa relativa: pur avendo sempre perso, Gulbis aveva dato battaglia in ogni scontro diretto. E si è presentato a questo match con 13 vittorie consecutive. Ma anche Rafa aveva vinto 10 partite di fila. E ha fatto undici.
Nel secondo è partito meglio Nadal, approfittando dell’inevitabile calo di tensione post-primo set. Sotto 0-2, il lèttone ha ripreso a giocare alla grande. Oltre a tirare un vincente dopo l’altro (alla fine saranno 40, a fronte di 40 errori, mentre il bilancio di Nadal sarà in passivo: 22 vincenti e 28 errori), era lucido tatticamente. Non sparava saette a caso, ma aspettava il momento giusto. Attacchi in controtempo, rovesci in direzione anomala e alcuni dropshot gli consentivano di firmare il sorpasso. Guardare un match di Gulbis è uno spasso: non sai mai cosa succederà nel punto successivo. E’ imprevedibile, geniale. Il suo show non si ferma mai, nemmeno ai cambi di campo. Si siede come se fosse sul divano di casa, chiede acqua e bevande ai raccattapalle, lancia bottigliette. Nel terzo si è ferito le nocche della mano destra dopo aver tirato un pugno al piatto corde. Usciva il sangue e lui rideva, giocando come niente fosse…un mito. Coach Gunther Bresnik ha trasformato il suo tennis da “improvvisazione totale” a “improvvisazione ragionata”. Avrebbe vinto in due set contro chiunque. Invece Nadal ha alzato il baricentro del suo gioco, è stato via via più aggressivo e ha preso nuovamente un break di vantaggio. Lo ha portato a termine, peraltro dopo aver avuto tre setpoint nel nono game. Gulbis non ha mai “sciolto” e ha lottato duro anche quando era costretto in difesa.
Si è visto nel terzo set, quando ha tenuto con agio (e classe) i primi cinque turni di battuta. Le occasioni più importanti le ha avute lui. Sull’1-1 ha avuto una palla break, cancellata da un servizio vincente di Nadal. Dopo aver offerto alcune perle da campionissimo (si ricordano una demi volèe smorzata e un passantino stretto in corsa), Gulbis si è trovato a due punti dal match sul 5-4. Sul 15-30 ha commesso l’unico errore davvero grave, non forzando su una palla facile e rischiando troppo sulla successiva (più complicata). Risultato? Dritto in mezzo alla rete. Sul 40-40, Nadal è stato eccezionale, inventandosi un prodigioso recupero in slice, seguito da un passantino in avanzamento. Da quel momento, ha infilato un parziale di 11 punti a 2 che ha deciso la partita. Il brivido finale (dritto steccato e doppio fallo nei primi due matchpoint) è stato cancellato da un ultimo grande scambio, che ha liberato l’ennesimo “Vamos” e regalato a Larry Ellison (scatenato in tribuna) il secondo Federer-Nadal consecutivo a Indian Wells. L’anno scorso era una semifinale, ma cambia poco. In questo momento, il più forte in circolazione è Novak Djokovic. Ma il fascino delle sfide Federer-Nadal è ineguagliabile. Il torneo gode, i tifosi possono tornare a punzecchiarsi, ma il tennis applaude il ritorno di Ernests Gulbis. E prega che non vada fuori di testa un’altra volta. Non gli si chiede di diventare il Quinto Beatle, ma di continuare così. In pochi (pochissimi) sanno offrire il suo spettacolo.
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