La storia di Amanda Anisimova è fatta di up e di down, ma oggi a Doha scrive la pagina più bella della sua carriera e dalla quale vuole ripartire più forte di prima
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DOHA – C’è sempre una speranza, la vita offre spesso una seconda possibilità. Funziona così anche per i tennisti, come può confermare la vicenda di Amanda Anisimova, 24 anni da compiere il prossimo 31 agosto, vincitrice a Doha (6-4 6-3 su Ostapenko), il suo terzo titolo della carriera – naturalmente il più importante – il primo dopo tre anni di digiuno. A 17 anni arrivò in semifinale al Roland Garros, pochi mesi dopo perse il suo amato padre, non riuscì a confermare le aspettative generali, nell’aprile del 2023 disse basta. «Sono preoccupata – comunicò – da un anno lo stress sta diventando eccessivo. Sento che è impossibile continuare a giocare i tornei, a questo punto la priorità è la mia salute mentale e mi prendo una pausa dal tennis». Cominciò a dipingere («vorrei ricominciare appena avrò un po’ di tempo libero – ha detto a Doha – è un hobby bellissimo»), a fare beneficienza, a uscire più spesso con gli amici. Nel gennaio del 2024 è tornata in campo, un anno fa si era affacciata in Qatar da numero 231 del mondo, da lunedì salirà sul 18º gradino della classifica, suo nuovo best ranking. «Ho lavorato duramente nelle ultime settimane – le sue parole – dal punto di vista fisico e mentale e sono felice di vedere i frutti del mio impegno. E’ stato un torneo molto duro (da Azarenka a Ostapenko, ha affrontato sei giocatrici dalla classifica migliore, nda) sono contenta di aver tenuto sempre un ritmo aggressivo, anche oggi. Come festeggerò? Nulla di speciale, non vedo l’ora di abbracciare la mia famiglia, che non vedo da due mesi. Ma ci vuole ancora tempo…». A Dubai, nel torneo che scatta domani, affronterà nel primo turno Kessler, per poi eventualmente scontrarsi con Coco Gauff.
Insomma, i mesi passati nella sua casa in Florida durante la pausa dal tennis hanno restituito una Anisimova diversa. «Ora sono più matura, soprattutto mi diverto quando gioco. Sono felice dei progressi che sto compiendo come atleta ma anche come persona». Contro Ostapenko ha messo a segno 38 colpi vincenti, sedici in più della sua avversaria, anche lei celebre bombardiera. «Sono molto soddisfatta del mio gioco, del rovescio ma anche dei progressi su dritto e servizio. Adesso scendo anche di più a rete».
E allora forza Amanda, non sarai la nuova Sharapova, come troppo frettolosamente eri stata soprannominata nel 2019, ma una giocatrice da tenere d’occhio nei grandi tornei. E soprattutto, un donna che ha imparato di nuovo a sorridere.