di Giorgio Spalluto – foto Getty Images
Dopo 6 anni di incontrastato dominio, la Russia abdica e vede la “Kremlin Cup” prendere la strada della Serbia, una nazione che sta vivendo un momento magico nel tennis maschile. A poco più di un mese dalla finalissima di Davis contro la Francia, Viktor Troicki conferma il suo eccellente momento di forma, già palesato due settimane fa a Tokyo, e lancia la sua candidatura per un posto da singolarista al fianco di Novak Djokovic.
Dopo due finali perse (Washington 2008 e Bangkok 2009), il serbo è finalmente riuscito a sollevare il primo trofeo della sua carriera, sbarazzandosi in finale del cipriota Marcos Baghdatis. Per il numero 43 del mondo si tratta di un successo davvero speciale, visto che suo padre è nato e cresciuto in Russia.
Non si è trattata di una passeggiata di salute per il 24enne di Belgrado. L’isolano, infatti, parte meglio dai blocchi e, grazie a un break nel sesto gioco (4-2) realizzato con uno splendido rovescio lungolinea, ottiene il break che deciderà il primo parziale. Nel secondo set entrambi i contendenti tengono i rispettivi turni di battuta abbastanza agevolmente. Almeno fino al 5-4 Troicki. Baghdatis, giunto al decimo gioco con soli tre punti persi al servizio nei precedenti 4 turni di battuta, subisce l’aggressività in ribattuta del suo avversario che, con una violenta risposta di dritto porta a casa il secondo parziale, al secondo setpoint. Due chiamate dubbie in favore del serbo, mandano su tutte le furie il cipriota che non può neanche contare su “occhio di falco”, essendo il torneo di Mosca sprovvisto dell’ausilio tecnologico.
Troicki capitalizza a dovere l’inerzia a suo favore. Dopo aver annullato nel terzo gioco una pericolosa palla break, approfitta nel game successivo di tre errori consecutivi dell’avversario per piazzare l’allungo decisivo. Le fatiche della maratona vinta in semifinale recuperando due break di svantaggio contro Istomin, si fanno sentire sulle gambe di Baghdatis cui non riesce la miracolosa rimonta del giorno precedente. Il serbo chiude dopo un’ora e 44 minuti col punteggio di 3-6 6-4 6-3.
Lo straordinario match giocato a Tokyo contro Nadal, in cui non era riuscito a sfruttare due matchpoint e, ancor prima, il grande spavento procurato a Novak Djokovic a New York (quando era avanti 2 set a 1, e un break) avevano già lasciato intravedere i grandi progressi in atto nel gioco Viktor che, grazie a questo successo, sale al numero 33, scavalcando in classifica il suo connazionale Janko Tipsarevic (che scende al 46). Nella prima settimana di dicembre non sarà Guy Forget l’unico capitano ad avere l’imbarazzo della scelta…
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