Vika Azarenka e il MTO incriminato
Victoria Azarenka sostiene di non aver commesso alcun gesto antisportivo nel chiedere l'intervento del trainer durante la semifinale contro Sloane Stephens. Dopo aver mancato cinque matchpoint, la bielorussa ha sospeso il gioco per 10 minuti sul 5-4 nel secondo set, facendo indispettire il pubblico. Dopo aver detto di essere stata vittima di un attacco di panico, Vika ha ribadito di avere avuto una costola bloccata che le impediva di respirare. "Dovevo sbloccarla e per questo sono dovuta uscire dal campo. Si, ho avuto un attacco di panico, ma non certo per i matchpoint mancati. Ho abbastanza esperienza per gestire queste situazioni. Non ho usufruito di due medical time out, ma solo uno. E non è colpa mia se il dottore ha impiegato un po' a diagnosticare il problema". Non c'è dubbio che abbia tratto vantaggio da questo stop, anche se la Stephens l'ha assolta, almeno a parole. "La mia sconfitta non ha a che vedere con quella pausa. Io e Vika siamo buone amiche, abbiamo lo stesso agente. Ne parleremo e chiariremo". Non è dello stesso parere David Nainkin, coach della Stephens, che ha seguito il match accanto a Wayne Ferreira. "E' stato un gesto antisportivo che non dovrebbe essere permesso. Nel regolamento ci sono alcune zone grigie che non dovrebbero esserci. Tutto qui". Il pubblico ha accolto con freddezza il successo della bielorussa, irritato per il suo atteggiamento.nel chiedere l'intervento del trainer durante la semifinale contro Sloane Stephens. Dopo aver mancato cinque matchpoint, la bielorussa ha sospeso il gioco per 10 minuti sul 5-4 nel secondo set, facendo indispettire il pubblico. Dopo aver detto di essere stata vittima di un attacco di panico, Vika ha ribadito di avere avuto una costola bloccata che le impediva di respirare. "Dovevo sbloccarla e per questo sono dovuta uscire dal campo. Si, ho avuto un attacco di panico, ma non certo per i matchpoint mancati. Ho abbastanza esperienza per gestire queste situazioni. Non ho usufruito di due medical time out, ma solo uno. E non è colpa mia se il dottore ha impiegato un po' a diagnosticare il problema". Non c'è dubbio che abbia tratto vantaggio da questo stop, anche se la Stephens l'ha assolta, almeno a parole. "La mia sconfitta non ha a che vedere con quella pausa. Io e Vika siamo buone amiche, abbiamo lo stesso agente. Ne parleremo e chiariremo". Non è dello stesso parere David Nainkin, coach della Stephens, che ha seguito il match accanto a Wayne Ferreira. "E' stato un gesto antisportivo che non dovrebbe essere permesso. Nel regolamento ci sono alcune zone grigie che non dovrebbero esserci. Tutto qui". Il pubblico ha accolto con freddezza il successo della bielorussa, irritato per il suo atteggiamento.