Dopo un match maratona di intensità impressionante, Jannik Sinner supera Medvedev e conquista l’Atp 500 di Vienna. E’ il decimo titolo che pareggia il record italiano di Adriano Panatta
A due settimane dalle Atp Finals di Torino, Jannik Sinner si dichiara presente! Nella finale dell’Atp 500 di Vienna supera per la seconda volta consecutiva (7-6 4-6 6-3) Daniil Medvedev, in un match quasi asfissiante per intensità, e si candida per la cattedra di Maestro. E’ il decimo titolo in carriera, con cui pareggia il record italiano di Adriano Panatta nell’era Open.
E’ passato meno di un mese dall’ultimo atto dell’Atp 500 di Pechino, e i due giocatori più in forma del momento si ritrovano a Vienna, di nuovo in finale, per il quarto scontro diretto di stagione. 2-1 in favore del russo, anche se l’ultimo, e noi italiani ce lo ricordiamo bene, lo ha conquistato Jannik.
Il primo set inizia in salita: il break per Medvedev arriva sul 2-1, complici un paio di brutti errori di Jannik commessi con lo smash. Set compromesso? Neanche per sogno! Senza nemmeno approfittare di un cambio campo per riorganizzare le idee, Jannik va a rispondere sul 3-1 e mette a segno un game capolavoro, recuperando a 0 il break e soprattutto dando una dimostrazione di incredibile forza mentale. «Sono qui per vincere», il messaggio a Medvedev arriva forte e chiaro.
Il gioco da fondo di Jannik è sempre in pressione, muove per primo lo scambio, cambia traiettorie; Medvedev lo contiene, talvolta a fatica, ma può contare su una buona dose d’ossigeno nei game al servizio, grazie al 73% di prime palle in campo e al 70% di punti quando mette la prima.
Sul 6-5 un servizio vincente permette a Sinner di annullare un setpoint. Il set si decide al tiebreak: un Medvedev impeccabile scappa sul 4-1, poi due ottimi servizi di Sinner e un maggior coraggio nel variare le giocate, uscendo da un estenuante braccio di ferro da fondocampo, premia l’altoatesino. Entrambi annullano un set point ma la prima frazione se l’aggiudica Jannik per 9-7.
Nel secondo parziale il copione non cambia. Un match combattuto, dove è però l’italiano a dettare le regole, con il russo che cerca di rincorrere (specialità che peraltro gli riesce bene). La solidità di Sinner è impressionante: colpi pesanti e profondi, un gioco di gambe invidiabile, sempre sulla palla, sempre in spinta, recuperi millimetrici. Come già accaduto nel primo set, Medvedev si affida al servizio per stare al passo, ma l’impressione è che, prima o poi, la fatica del russo si faccia sentire.
E invece, inaspettato, sul 2-2 Daniil piazza il break, allunga al servizio e incrina la fiducia della macchina Sinner, fino a quel momento perfetta. In soli 6 minuti, Medvedev spinge sull’acceleratore e si porta sul 5-2 con un doppio break. E’ una partita dai continui cambi di fronte; Sinner recupera agevolmente un primo break, si riporta sotto 4-5 ma cede poi quasi senza lottare 6-4. Ci si giocherà tutto nel set decisivo.
Nel terzo tutto si resetta. E’ un nuovo inizio e ogni punto pesa più di un semplice 15. Si gioca su scambi lunghi, intensissimi. Il quarto gioco è quello decisivo: dopo 13 parità, 32 punti giocati e nove palle break per Jannik, arriva la zampata: 3-1. Ci sono voluti 47 minuti per sbloccare una situazione apparentemente cristallizzata. Medvedev non si dà per vinto, in soli 4 minuti si riporta in parità, operando il controbreak (2-3), ma sarà l’ultimo atto prima della resa, perché da questo momento Sinner uscirà alla distanza, dimostrando una brillantezza fisica mai vista prima.
Dopo 3 ore e 4 minuti di estenuante battaglia, Sinner replica la vittoria di Pechino, pareggia i testa a testa con Medvedev in stagione e alza la coppa di Vienna, suo secondo Atp 500 del 2023.
Niente male, come biglietto da visita per le Finals!