La storia della 17enne Victoria Duval, prima ostaggio di uomini armati a Port-au-Prince, poi con la preoccupazione del padre sotto le macerie del terremoto di Haiti. Adesso lei è n°370 del mondo e al secondo turno a Miami… di MATTEO VENERI

di Matteo Veneri

Victoria Duval, 17 anni, due anni fa n°18 del ranking juniores e attualmente n°376 della classifica mondiale Wta. La teenager tennista statunitense giocherà questa notte il secondo turno del torneo Wta Premier Mandatory di Miami contro Jelena Jankovic, dopo aver battuto all'esordio la ceca Andrea Hlavackova. Quella di Victoria è una storia interessante e curiosa, che ha come luogo principe Haiti.

La Duval è nata a Miami, ma ha vissuto i primi anni della sua vita nello Stato più povero delle Americhe, Haiti. Tutto cominciò quando Victoria aveva 7 anni, ed era nel retro di casa della zia a Port-au-Prince, capitale di Haiti, con i cugini. Quel giorno fu tenuta in ostaggio da alcuni uomini armati che volevano compiere una rapina, e il sequestro durò diverse ore, prima di finire nel migliore dei modi con un sospiro di sollievo.

Nadine, la madre di Victoria, capì allora che quello non era il luogo adatto per far crescere la figlia, e tornò nel sud della Florida con i propri tre figli, lasciando il suo lavoro di dottoressa, e facendo però rimanere il marito Jean-Maurice ad Haiti per continuare il suo compito di ginecologo e ostetrico a Port-au-Prince. "La mia famiglia ha fatto molti sacrifici, ma mia mamma è stata brava a non farmi pesare nulla. Se l'avesse fatto, non sarei mai riuscita a giocare a tennis", dice la Duval. Victoria lasciò il ballo per concentrarsi sul tennis, lei e la madre si trasferirono ad Atlanta per lavorare con Brian de Villiers, coach di Melanie Oudin.

Nel gennaio 2010 Victoria era proprio ad Atlanta, quando la terra ad Haiti tremò. Ci fu un terremoto devastante che rase al suolo gran parte dell'isola, e il padre Jean-Maurice rimase sepolto vivo nelle mura della propria casa. Il padre riuscì a riprendere conoscenza dopo il crollo, ma le condizioni erano disperate, aveva le gambe rotte, il braccio sinistro in frantumi, sette costole fratturate che rischiavano di danneggiare i polmoni, e infezioni diffuse. Una famiglia di Atlanta, amici dei Duval, fa una donazione alla famiglia che possa permettere il trasporto aereo per l'uomo fino ad un ospedale di Fort Lauderdale, vicino a Miami. Il tutto però è ritardato dal fatto che il passaporto di Jean-Maurice è sepolto sotto le macerie, ma alla fine viene trovato e l'uomo viene trasferito negli Usa.

Victoria però si chiede "ma perchè dopo tutto questo e dopo essersi curato mio padre è tornato ad Haiti?". Jean-Maurice infatti, nonostante il braccio sinistro completamente paralizzato a causa di quel tremendo terremoto, è tornato a Port-au-Prince per fare il dottore, lì dove ce n'è bisogno. Padre e figlia si parlano attraverso Skype, mentre Victoria gira per gli Stati Uniti alla rincorsa di punti validi per il ranking, e da qualche tempo può contare anche sui consigli di uno dei migliori coach del mondo, Nick Bollettieri.

Victoria ha oltrepassato queste tragedie, cosa sarà mai una palla break della Jankovic questa sera in confronto a tutto quello che ha passato?