A pochi mesi dalla fine della sua presidenza ITF, Francesco Ricci Bitti è sicuro: “Va eliminata la seconda palla di servizio”. Altre idee: set a quattro game, match di Davis al meglio dei tre set e finale in campo neutro.  

La sua presidenza è ormai agli sgoccioli. Francesco Ricci Bitti, ingegnere faentino, è alla guida della Federazione Internazionale (ITF) dal 1999, quando abbandonò la presidenza FIT conquistata un anno prima per sedersi sulla massima poltrona internazionale. Dopo quattro mandati, il suo incarico dovrebbe terminare il prossimo settembre. Tuttavia, ritiene che ci sia ancora qualcosa da fare per migliorare il tennis. Pur senza tradire i punti fermi della sua presidenza, a partire dalla tutela della Coppa Davis, nell'intervista rilasciata all'agenzia spagnola EFE ha toccato alcuni argomenti decisamente interessanti, soprattutto sul piano regolamentare. Qui sotto, alcune delle dichiarazioni più interessanti rilasciate da Ricci Bitti. Rivoluzioni in arrivo?

 

“Il tennis viene da un periodo molto favorevole, soprattutto in campo maschile. Federer, Nadal, Djokovic e Murray sono grandi ambasciatori del nostro sport, ma non sarà sempre così. Veniamo da un periodo d'oro, però sono ottimista per il futuro. La forza del tennis sta nei nuovi protagonisti, una nuova generazione che non è così spettacolare ma ha un ottimo livello. In campo femminile, oltre alle protagoniste di sempre (Serena e Sharapova), ci sono tante ottime giocatrici. Prima non era così. Sorprende il gran numero di teste di serie che escono ai primi turni. Il tennis femminile è sempre più competitivo”

 

“L'evoluzione del tennis è dovuta al cambio dei materiali. Le racchette, ma soprattutto le corde, permettono ai giocatori di dare un grande effetto alla palla. Penso che Nadal sia il giocatore che ne ha tratto il maggior beneficio. E' il miglior interprete dell'evoluzione dei materiali. Il cambiamento maggiore, tuttavia, riguarda il fisico. Oggi i tennisti sono grandi atleti, prima non era così. Il tennis è spettacolo, ma è necessario vigilare in questo senso. Ad esempio, i set a quattro game si basano su un fatto: l'interesse del pubblico si ravviva verso la fine di un set. Per questo difendo questa soluzione. Abbiamo un accordo con l'ATP, c'è un consenso generale”.

 

“La mia seconda idea è l'eliminazione della seconda palla. Prima saranno effettuati dei test, poi diventerà ufficiale. Sarà come occhio di falco: non è stato solo un aiuto per gli arbitri, ma anche un elemento positivo per gli spettatori. La penso così perchè la seconda palla è un retaggio dell'antichità, quando la tecnica non era così sviluppata e non era facile servire in una zona di campo così piccola. Ma adesso è una questione mentale, è il giocatore a decidere se rischiare o non rischiare”.

 

“Siamo aperti a eventuali modifiche alla Coppa Davis. Il 2016 sarà un anno decisivo. La Coppa del Mondo? E' un'altra cosa, si tratta di un'esibizione. La forza della Davis sta nel suo format: non dipende solo dai giocatori. Sono importantissimi, ma altre competizioni non potrebbero sopravvivere senza di loro. Il nostro sponsor principale, BNP Paribas, è molto soddisfatto. La prova è stata la recente finale di Lille. 30.000 spettatori per una partita. E in Svizzera, paese storicamente freddo, c'erano 10.000 persone alla cena di gala, con tutti i membri del governo. La vittoria in Coppa Davis è stato l'episodio più importante nella Svizzera degli ultimi 15-20 anni. Inoltre capita anche ai grandi tornei di non avere i migliori giocatori: a Melbourne non c'erano Tsonga e Del Potro, se fosse successo in Davis avrebbero detto che è un disastro”.

 

“La Davis ogni due anni è una follia, tenendo conto che le Olimpiadi si giocano ogni quattro anni. Stiamo valutando se giocare le partite al meglio dei tre set e portare la finale in campo neutro. Vogliamo migliorare. La Coppa Davis è un tesoro, eliminarlo sarebbe incomprensibile”.

 

“Non resterò in sella a lungo, anche perchè ritengo che la coerenza sia importante. Più delle organizzazioni, sono importanti le persone. Sono favorevole al limite dei mandati e voglio essere coerente come quando ho iniziato. Il primo anno ho cambiato lo statuto ITF, in modo che non si potesse essere allo stesso tempo presidente ITF e di una federazione nazionale. Quest'anno abbiamo messo il limite di tre mandati” (Ricci Bitti è al termine del quarto, ndr)

 

“Il mio successore? Non sono la persona indicata per fare nomi. L'età non sarà un problema: contano energia ed esperienza. Lo meritano in tanti, ma in questo caso l'organizzazione è la cosa più importante”.