Tante voci e qualche indizio fanno pensare a un possibile sodalizio tra Federer e Riccardo Piatti. Non è la prima volta che lo svizzero si accosta a un coach italiano. Il precedente di Bertolucci….
Riccardo Piatti, 55 anni, ha centrato grandi risultati con Furlan e Ljubicic
Di Riccardo Bisti – 13 novembre 2013
Sembra proprio che ci sia l’Italia nel destino di Roger Federer. Non stiamo parlando della passione per la Roma, sua seconda squadra dopo l’amato Basilea (grazie ai buoni uffici di Francesco Totti), e nemmeno dell'esordio in Coppa Davis, quando ancora minorenne battè Davide Sanguinetti. Stavolta l’Italia potrebbe entrare nella sua vita professionale. Un motore azzurro sarebbe chiamato a dare impulso agli ultimi anni della sua carriera. Il “rumour” arriva da Londra, dove sono appena terminate le ATP World Tour Finals. Roger starebbe seriamente pensando di inserire Riccardo Piatti nel suo team. I fatti (pochi): durante la settimana londinese, il coach comasco ha comunicato a Richard Gasquet il termine del loro rapporto professionale. E’ durato due anni ed è andato benissimo, poichè Gasquet è tornato tra i primi 10, ha vinto tre tornei e ha colto le semifinali allo Us Open. Con l’ausilio di Sebastien Grosjean, Piatti è riuscito a portarlo dove aveva ipotizzato: a ridosso dei Fab Four. Gasquet ci è rimasto malissimo. Ha detto di essere stato informato in modo piuttosto brusco, ma non ha dato ulteriori spiegazioni. Ha lasciato intendere che la scelta è stata eslcusivamente di Piatti. L’altro fatto riguarda le scelte di Federer: circa un mese fa, ha chiuso il rapporto con Paul Annacone e ha fatto sapere, sin da subito, che nel suo team avrebbe potuto entrare qualcun altro, senza peraltro togliere il posto a Severin Luthi (che viaggia con lui 220 giorni all’anno, oltre a fare il capitano di Davis e il supervisore per Stanislas Wawrinka), al preparatore atletico Pierre Paganini e al fisioterapista Stephane Vivier. A Londra, nel team, c’era anche l’ex doppista Yves Allegro in veste di sparring partner.
Il rapporto di Federer con l’Italia, dicevamo. Non è la prima volta che il suo nome viene accostato a un coach italiano. Tutti sanno che qualche anno fa il suo entourage si mise in contatto con Paolo Bertolucci. L’ex braccio d’oro aveva già intrapreso la carriera di commentatore e ricevette una telefonata che lo mise in piacevole imbarazzo. Non ne ha mai parlato volentieri, un po’ per modestia, un po’ per discrezione. Poi l’hanno convinto, anche se ha preferito sfumare il periodo e i nomi degli altri candidati. In due parole, Bertolucci era tra i 3-4 candidati per assumere il ruolo. “Ci pensai, non ci ho dormito la notte – raccontò – poi però decisi di lasciar perdere perchè avrei dovuto stare fuori casa per 50 settimane l’anno e fare base principalmente a Dubai, dove Roger ha una casa. Avevo 50 anni compiuti e non me la sono sentita. Se la proposta fosse arrivata 10 anni prima, allora…”. Piatti ha qualche anno in meno di Bertolucci (ha compiuto 55 anni giusto lunedì) e ha un background diverso: da giocatore non è mai andato oltre la seconda categoria, e ha iniziato ad allenare molto presto. Con gli anni, è diventato uno dei coach più rispettati del tour. La sua carriera è costellata di successi, con un paio di perle: la prima è stata Renzo Furlan, il più forte dei “Piatti-Boys” (gli altri erano Cristiano Caratti, Christian Brandi e Federico Mordegan), lasciati a spasso dalla FIT di allora e rivitalizzati da Piatti. Furlan è entrato addirittura tra i top-20. Il vero capolavoro, tuttavia, è arrivato con Ivan Ljubicic, preso da ragazzino e portato fino al numero 3 ATP. I due hanno avuto un rapporto inscalfibile, mai messo in dubbio dai vari incarichi avuti da Piatti negli ultimi anni (responsabile della preparazione olimpica per Pechino 2008, coach di Simone Bolelli, supervisore di Fabio Fognini…anche nei primi mesi con Gasquet la priorità è sempre stata Ljubicic).
Adesso potrebbe esserci Federer. A differenza di Bertolucci, Piatti non dovrebbe cambiare il suo stile di vita poichè è già abituato a viaggiare. Forse dovrebbe rinunciare ad alcuni stage estivi che porta avanti da tempo, e forse anche al ruolo di direttore tecnico del Tennis Club Milano, ma di fronte a Federer tutto passerebbe in secondo piano. Dai diretti interessati non trapela nulla, anche perchè Piatti è sempre stato piuttosto riservato. Nelle ultime ore è trapelata la notizia che porebbe accasarsi con Milos Raonic, in questo periodo seguito (peraltro con discreti risultati) da Ivan Ljubicic. La notizia del clamoroso sodalizio Piatti-Federer circola da qualche giorno sui media italiani, rafforzata dal tam-tam dei social network, ed è stata ripresa anche da alcuni giornali svizzeri (su tutti l'onnipresente Blick). Conferme ufficali non ce ne sono, se non la presenza di Piatti a vari allenamenti di Federer durante la settimana londinese. Al di là dell’orgoglio patriottico, che in questi casi passa in secondo piano, la notizia è comunque interessante. La ricerca di un nuovo coach, chiunque esso sia, è il segno che Roger ha intenzione di fare le cose sul serio. E vuole davvero continuare a vincere, magari trionfare un altro Slam e raggiungere l’obiettivo dichiarato del 2014: vincere almeno cinque tornei. Un Federer motivato, e ben guidato, sarebbe una minaccia per tutti.
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