CLAMOROSO: Elena Vesnina salterà la finale di Fed Cup per giocare il Tournament of Champions. “Voglio chiudere tra le top-20”. Si crea un precedente pericolosissimo. 
Elena Vesnina festeggia con le compagne il raggiungimento della finale di Fed Cup. Ma anzichè a Cagliari, andrà a Sofia per il Tournament of Champions

Di Riccardo Bisti – 10 ottobre 2013

 
In Italia sarebbe scoppiato il finimondo. Titoli sui giornali, polemiche, lotte intestine. Vediamo che succederà in Russia. Elena Vesnina ha rinunciato alla finale di Fed Cup contro l’Italia. E’ una scelta clamorosa perchè fino a oggi aveva sempre risposto “si” alle chiamate di Shamil Tarpischev, spesso riducendosi a fare il tifo in panchina. In sette anni, ha raccolto 13 presenze (tre in singolare e dieci in doppio). In due occasioni (2007 e 2008) ha alzato il trofeo, ma sempre da comprimaria. Avrebbe potuto esserlo nel 2011, quando Russia e  Repubblica Ceca si sono trovate al doppio decisivo, ma in coppia con Maria Kirilenko perse piuttosto nettamente contro Hradecka-Peschke. La rinuncia della Vesnina è clamorosa per due motivi: in primis, quest’anno è stata fondamentale nel percorso della Russia, vincendo il doppio decisivo sia contro il Giappone che contro la Slovacchia. Finalmente, è stata protagonista. In secundis, fa scalpore il motivo della scelta: nella settimana di Fed Cup, parteciperà al Tournament of Champions di Sofia, il “Masters B” inventato qualche anno fa dalla WTA. E' capitato più di una volta che le giocatrici qualificate per questo torneo fossero impegnate nella finale di Fed Cup, che si gioca (follemente!) nella stessa settimana. Ma non era mai successo che preferissero il “Masterino” alla Fed Cup. La scelta della Vesnina può aprire un pozzo senza fondo, una rivoluzione. In tante potrebbero imitarla, dando il colpo di grazia a una manifestazione già piena di complessi di inferiorità verso la Coppa Davis. Ci auguriamo che ITF e federazioni nazionali non stiano a guardare: onestamente, è folle inserire un torneo così importante nella stessa settimana della FINALE (lo stampatello non è casuale) di Fed Cup. Sofia regala 35.000 dollari per la sola partecipazione e la bellezza di 375 punti WTA più 270.000 dollari alla vincitrice imbattuta. E’ ovvio che le tenniste siano tentate.
 
La Vesnina ha annunciato il forfait in prima persona nel corso di un’esclusiva con Artem Taimanov, cronista del sito russo www.chempionat.com. Ecco i passaggi più significativi: “Purtroppo, non prenderò parte alla finale di Fed Cup. Per la prima volta, mi sono qualificata al Tournament of Champions di Sofia e vi prenderò parte. So bene che in molti prenderanno negativamente la mia scelta, ma negli ultimi sette anni ho sempre dato la priorità alla squadra, mettendo il capitano e la federazione davanti a tutto. Per questa ragione, il mio ranking individuale ne ha sempre sofferto”. Nelle sue dichiarazioni non ha parlato di soldi. Ma il rapporto costi-benefici di una partecipazione a Sofia è troppo ghiotto. “E’ la prima volta che posso chiudere la stagione tra le top-20, e mi piacerebbe molto riuscirci (la sua miglior stagione è stata il 2009, quando chiuse in 24esima posizione, ndr). E’ giusto provarci. E’ stato molto difficile prendere questa decisione. Ho sempre amato giocare in Fed Cup. Adesso abbiamo Maria Kirilenko, che non ha mai vinto il trofeo, e Anastasia Pavlyuchenkova. Certo, sarà molto difficile, ma non mi cospargerei il capo di cenere. Abbiamo la possibilità di farcela”. Cosa è, davvero, il Tournament of Champions scelto dalla Vesnina? Si tratta di un piccolo Masters, con due gironi da quattro più semifinali e finali, cui accedono le giocatrici con il miglior ranking WTA ad aver vinto almeno un torneo WTA di categoria “International” (e non qualificate per i WTA Championships di Istanbul). Vengono premiate le prime sei, mentre gli organizzatori hanno a disposizione due wild card, già assegnate ad Ana Ivanovic (vincitrice nel 2010 e nel 2011) e alla padrona di casa Tsvetana Pironkova. La Vesnina si è qualificata in virtù della 25esima posizione WTA e del successo a Hobart.
 
In chiave Fed Cup cambia parecchio. La Vesnina viene da una buona stagione in singolare (ha affrontato due volte Roberta Vinci, battendola a Melbourne e perdendoci a Roma, sempre dopo lunghe battaglie), anche se ha un po’ mollato nel finale, ma si è specializzata nel doppio con Ekaterina Makarova. Insieme, hanno consentito alla Russia di vincere il punto decisivo nelle difficili partite contro Giappone e Slovacchia. Ma hanno giocato alla grande anche nel circuito, vincendo al Roland Garros e a Indian Wells. A Parigi, hanno superato in finale proprio Errani-Vinci, prendendosi la rivincita della sconfitta in Australia. Insomma, un eventuale doppio sul 2-2 sarebbe stato uno spauracchio per le Cichi-Cichi, probabili scelte di Corrado Barazzutti tanto in singolare quanto in doppio. Il forfait della Vesnina, dunque, darà una grossa mano all’Italia. E alimenta i dubbi di Shamil Tarpischev, che aveva già disegnato tre nomi su quattro per la trasferta di Cagliari (Kirilenko, Makarova, Vesnina, sempre presenti nel 2013). Al primo turno, come quarta giocatrice, fu chiamata la giovanissima Margalita Gasparyan, classe 1994, da seguire perchè dotata di uno splendido rovescio a una mano. Contro la Slovacchia, ci fu Anastasia Pavlyuchenkova, ottima giocatrice ma molto discontinua. A questo punto, su chi punterà? Dando per scontate Kirilenko e Makarova, dovrebbe riproporre la Pavlyuchenkova (indimenticabile il suo match al Roland Garros 2011 contro la Schiavone, perso da un vantaggo di 6-1 4-1), mentre come quarta il nome “scontato” sarebbe quello di Svetlana Kuznetsova, bi-campionessa Slam e recente vincitrice sulla Errani a Tokyo. Ama la terra rossa (è cresciuta a Barcellona presso l’Accademia di Sanchez-Casal), ha vinto il Roland Garros e ha la giusta esperienza. Salvo contrasti e/o motivi oscuri, dovrebbe essere convocata. Anche perchè non ci sono alternative troppo convincenti. Nadia Petrova viene da una pessima stagione, in cui è scesa al numero 60 WTA. Un disastro. Le altre russe sono oltre la 100esima posizione, e la più fulgida speranza (Irina Khromacheva) è ancora numero 216 WTA. Ci sarebbe l’affascinante storia di Alisa Kleybanova, ma francamente ci sembra fantatennis.
 
Ci sarà tempo per parlare degli aspetti tecnici di questa finale. Oggi colpiscono quelli politici. La finale mondiale a squadre dovrebbe essere l’unico evento della settimana, senza alcun dubbio. E non consola granchè il fatto che il ranking medio delle otto (probabili) giocatrici presenti a Cagliari (23) sia migliore di quelle che andranno a Sofia (35). La WTA ha rotto con l’ITF mesi fa, non rinnovando l’accordo per le settimane da destinare alla Fed Cup. In realtà hanno abbaiato senza mordere, poichè il calendario 2014 prevede due “buchi” proprio nelle settimane di Fed Cup, anche se continua ad esserci l’incredibile concomitanza con Sofia. E gli effetti possono essere pericolosissimi: oltre alla Vesnina, infatti, si erano qualificate per Sofia altre tre giocatrici che vedremo a Cagliari: Roberta Vinci, Maria Kirilenko e Anastasia Pavlyuchenkova. Rinunciare alla bandiera per seguire il richiamo di dollari e punti WTA sarebbe legittimo (a parte l’articolo 18 del Regolamento di Giustizia FIT, che sanziona fino a 12 mesi chi non risponde alla convocazione in azzurro). Per fortuna non succederà, ma se tutte avessero scelto Sofia? Che finale di Fed Cup sarebbe stata? E come avrebbe reagito l’ITF? Durante un salottino nel corso degli Internazionali d’Italia di qualche anno fa, Francesco Ricci Bitti disse che erano riusciti a far ridurre da 12 a 8 il numero di giocatrici qualificate per Sofia. A quanto pare, il problema non si è risolto. Anzi, si è aggravato. Elena Vesnina non sarà a Cagliari e l’Italia ride, ma il prestigio della Fed Cup rischia di essere minato. Ce lo vedete un Tipsarevic che rinuncia alla finale di Coppa Davis per giocare un torneo analogo dell’ATP (che non esiste)? Ecco, la risposta è tutta lì.