Tathiana Garbin ha già lanciato il suo grido di battaglia: nel 2017, vuole un team di Fed Cup sanguigno e agguerrito. Doti fondamentali, tenendo conto che l'Italia torna in Serie B dopo quasi 20 anni e la generazione d'oro si è definitivamente sgretolata, con la sola Sara Errani come punto fermo di una squadra che – in teoria – potrebbe contare su Vinci e Schiavone, che però nel 2017…faranno settant'anni in due. E allora, con la possibilità di inserire qualche giovane in rosa, “Tax” punterà sulla grinta e lo spirito di gruppo. Ma al PalaGalassi di Forlì, i prossimi 11-12 febbraio, ci sarà anche un'avversaria. Nel 2002 la Slovacchia vinse addirittura il titolo: di quella squadra è ancora in attività Daniela Hantuchova, che però ha ormai perso competitività ad alti livelli. Oggi è numero 226 WTA, qualcuno l'ha avvistata allenarsi a Milano e sembra non avere le idee troppo chiare: parlando con i media del suo paese, ha detto che il tennis le piace ancora e che continua a giocare per “puro piacere”, dal momento che “per fortuna non ho problemi economici”. D'altra parte, tuttavia, ha detto che non le dispiacerebbe diventare mamma. In fondo compirà 34 anni ad aprile, età ideale per la maternità. Ma per adesso va avanti, forte di una certa serenità interiore. “Quest' anno, dopo 16 stagioni nel tour, ho finalmente imparato a conoscermi meglio. Per la prima volta ho fatto una vacanza estiva come si deve, ho staccato dal tennis e sto cercando di allenarmi meno, anche se è difficile”. Incredibile ma vero, il suo periodo preferito è la preparazione invernale “quando arrivi alla sera e crolli sul letto ma sei soddisfatta perché sai di aver lavorato bene. E la domenica è l'unico giorno di meritato riposo”. In chiave Fed Cup, la bella Daniela potrebbe tornare utile soprattutto per il doppio, anche se non ha intenzione di imitare Martina Hingis e diventare una specialista. “Mai dire mai, ma per adesso non ci penso. Non riesco a immaginarmi a un torneo solo per giocare il doppio”. Ma in Fed Cup tutto può essere: quest'anno, tra l'altro, ha giocato solo un doppio. Insieme a Jana Cepelova hanno perso in tre set contro Dellacqua-Stosur, perdendo la possibilità di giocarsi il World Group I
ANNA KAROLINA DA RICOSTRUIREDando per scontata la presenza di Dominika Cibulkova, atleta slovacca più popolare dopo lo splendido successo alle WTA Finals (la presenza in panchina di Matej Liptak dovrebbe favorire la sua presenza: tra l'altro, giocandosi due settimane dopo la fine dell'Australian Open, non dovrebbero esserci problemi logistici), l'incognita principale riguarda la singolarista numero 2. A parte una serie di giovani che stanno emergendo, le opzioni più credibili sarebbero tre: Jana Cepelova, Anna Karolina Schmiedlova e Kristina Kucova, uscita dall'anonimato con un incredibile torneo a Montreal. Ma andiamo con ordine. Jana Cepelova (n.99 WTA) è nota per aver raggiunto, ormai due anni e mezzo fa, una clamorosa finale al WTA Premier di Charleston. Nel percorso batté anche un'acciaccata Serena Williams. Ciò che colpì di quell'exploit fu la sua capacità di restare competitiva nonostante fosse da sola, senza coach e nessun membro del suo staff. Una segnale della sua stabilità mentale. A Charleston si giocava su terra verde, e sulle note WTA c'è scritto che la terra è la sua superficie preferita. Potrebbe essere un osso duro, anche se quest'anno non ha brillato. Ma se in Italia abbiamo tanti nodi da sciogliere, c'è un caso anche in Slovacchia: quello di Anna Karolina Schmiedlova. Dodici mesi fa era numero 26 WTA, migliore giocatrice slovacca in virtù di due titoli WTA, curiosamente battendo in finale giocatrici italiane: Camila Giorgi a Katowice e Sara Errani a Bucarest. Quest'anno ha vissuto una stagione disastrosa. Da febbraio a oggi ha raccolto appena quattro vittorie, incassando ben 20 eliminazioni al primo turno. Ha perso 200 posizioni esatte, scendendo al numero 225. Nel tentativo di risollevarsi ha messo fine alla partnership con lo storico allenatore Milan Martinec, passando a Cech Levinsky, ma i risultati non sono arrivati. Con un ranking che probabilmente le impedirà di andare in Australia anche solo per le qualificazioni, ripartirà con un nuovo coach: Michal Mertinak. Ex ottimo doppista (n.12 del mondo nella specialità), è ricordato per aver giocato il singolare decisivo nella finale di Coppa Davis nel 2005, perso contro Mario Ancic (fu costretto a giocare a causa della squalifica per doping a Karol Beck). Chiuso il lavoro con i giovani Pato Fabia e Mato Blasko, è convinto di aver trovato una giocatrice dalle grandi potenzialità. “Credo che la classifica attuale non rispecchi il valore di Kaja. Quest'anno non ha avuto buoni risultati, ma momenti del genere capitano a ogni tennista. Spero che con la mia guida torni ai livelli abituali e si diverta con il tennis. Stiamo già cercando di completare il team, con fisioterapista e preparatore atletico”.KRISTINA, AGUZZA LA VISTA!
La Schmiedlova ha vissuto un'ottima carriera junior, coronata dalla finale al Roland Garros 2012, quando perse da Annika Beck. Da giovane ha fatto un passo in più Kristina Kucova (n.82 WTA), attuale seconda giocatrice slovacca. Nel 2007 vinse lo Us Open delle ragazze e un paio d'anni dopo era a ridosso delle top-100. Poi è scomparsa dai radar e si era parlato di lei solo per la mancata stretta di mano di Eugenie Bouchard prima di Canada-Slovacchia di tre anni fa, unico singolare giocato in Fed Cup negli ultimi sei anni. Tanti infortuni e una voglia non così ferrea di emergere non le hanno consentito di sfondare. Ha avuto anche qualche problema personale che l'aveva fatta allontanare dal tennis per sei mesi. Poi, all'improvviso, quest'anno è esplosa al Premier Five di Montreal, dove è arrivata addirittura in semifinale, mostrando un tennis “quadrumane” che ha sorpreso tutti. Il suo gioco è meno adatto alla terra battuta, ma al PalaGalassi si giocherà al coperto, il che potrebbe darle una mano. Kristina sta lavorando intensamente per il 2017, avendo terminato la sua stagione con lo Us Open. Motivo? Un rapido deterioramento della vista che le ha consigliato un piccolo intervento a entrambi gli occhi. Quindici minuti, entrambi gli occhi sistemati e vista di nuovo perfetta. Per la prima volta, potrà effettuare una programmazione da “vera” giocatrice. Dovesse giocare bene in Australia, avanzerebbe la sua candidatura per un posto a Forlì, dando un pensiero in più a Liptak. Insomma: la Slovacchia non deve farci paura, ma deve essere rispettata. E non è detto che arrivi a Forlì da favorita…