Tre ‘grandi vecchi’ fanno il ritorno sui campi, fra voglia di riscatto e successi insperati. E a stupire è soprattutto il successo della 43 enne Williams, capace di stare in campo oltre tre ore per battere una Camila Giorgi che la credeva…. ritirata
A volte ritornano. Con il conto in banca sistemato per generazioni, la bacheca ricca di medaglie, la voglia di tornare protagonisti su un campo da tennis, per un giorno o per una stagione chissà. Nell’ultima settimana si è tornati a parlare di giocatori dati per ritirati o quasi, in grado invece ancora di inanellare qualche vittoria. Parliamo di Raonic, di Nishikori, di Venus Williams. Il bombardiere canadese, 32 anni, ex numero 3 del mondo, non giocava dal luglio del 2021, dalla sconfitta con Nakashima al torneo di Atlanta. Poi il lungo stop per un infortunio al tendine di Achille e il rientro in campo a s’Hertogenbosh, dove è stato capace di superare per 6-3 6-4 il numero 39 Kecmanovic prima di arrendersi in due set all’australiano Thompson, poi finalista del torneo olandese. Stesso taglio di capelli e stesso servizio micidiale (24 ace in due partite), Milos ha finalmente ritrovato il sorriso. «Bello essere di nuovo in campo. Non ho colpito una pallina per un anno intero, avevo dimenticato la sensazione di giocare di fronte a un pubblico. Mi sono impegnato al massimo, vediamo dove mi porterà». Rispuntato in classifica al numero 835, ora Milos, che nella pausa forzata si è sposato – in provincia di Siena! – con la modella belga Camille Ringoir, è ora impegnato al Queen’s Club in previsione del ritorno sui sacri campi di Wimbledon, dove manca dal 2019 e dove arrivò in finale nel 2016, battuto da Murray dopo aver superato in cinque set un Federer infortunato al ginocchio.
Percorso simile quello di Kei Nishikori, giapponese ex numero 4 Atp, che non si vedeva sui campi di tennis dall’ottobre di due anni fa, dalla sconfitta con Evans nell’edizione autunnale del torneo di Indian Wells. Anche lui, come Raonic, sceso in campo grazie al ranking protetto, ha giocato e subito vinto – su cemento – il torneo Challenger 75 di Palmas del Mar in Portorico. Un solo set perso in cinque partite in un campo di partecipanti non certo eccezionale – miglior classificato incontrato, lo statunitense Mitchell Krueger, numero 258 – ma tanta fiducia per il prosieguo della stagione, dopo lo stop dovuto prima ad un problema all’anca e poi a un infortunio alla caviglia. Nishikori non vinceva un torneo dal gennaio del 2019, a Brisbane in finale su Medvedev, ed è apparso molto emozionato – almeno come un giapponese può esserlo – dopo aver chiuso con una bella volèe di dritto la finale vinta 6-2 7-5 sul cinoamericano Zheng. Nishikori – ancora allenato da Max Mirny – si è riaffacciato in classifica al numero 492 del mondo, ed ha subito ringraziato Andy Murray, il primo a fargli i complimenti per il successo. «Grazie Andy, sei stato la mia ispirazione», ha scritto Kei. Il trentaseienne britannico, da parte sua, aveva appena vinto a Nottingham il terzo Challenger della sua stagione, il secondo di fila sull’amata erba. Il buon Andy – che aveva annunciato il suo ritiro già quattro anni fa… – gioca tranquillamente con una protesi all’anca ed è risalito al numero 38 della classifica, in piena corsa per una testa di serie al prossimo Wimbledon.
E poi c’è Venus Williams, 43 anni compiuti sabato scorso, che non vince un torneo dal 2016 e che negli ultimi due anni ha giocato otto partite vincendone due. Tra un nuovo modello per il suo brand EleVen e una visita ad una casa d’arte, una partitella a padel e un incontro con un amico, morso da uno squalo in Florida, è precipitata al 697º posto del ranking. Nella scorsa settimana ha perso a S’Hertogenbosh contro la svizzera Naef, di 26 anni più giovane, a Birmingham ha avuto ragione dopo oltre tre ore di Camila Giorgi, proprio la nostra tennista che, al Roland Garros, si era mostrata sorpresa del fatto che Venus non si fosse ancora ritirata. «Sentire ancora il tifo, provare certe emozioni, tutte cose che non hanno prezzo», ha detto la statunitense, che punta ad una wild card per poter scendere in campo ancora una volta a Wimbledon. Come negarla d’altra parte a una campionessa che ha giocato ben 23 volte sui campi di Church Road, vincendo cinque edizioni dei Championship?