A 35 anni suonati, la Venere Nera ritrova un posto tra le prime 10 e sostiene di voler crescere ancora. Un'impresa possibile grazie all'enorme fiducia in se stessa, unita alla convinzione di essere la più forte. Salvo quando affronta la sorella. 

Venus Williams ha tanti pregi. Uno dei più importanti è l'intelligenza. Quando il cervello funziona, è più facile avere una visione corretta delle cose. E' (anche) grazie all'intelligenza che è tornata tra le top-10 a 35 anni suonati, grazie a uno splendido finale di stagione. L'Asia le ha portato fortuna: prima il Premier Five di Wuhan, poi il WTA Elite Trophy di Zhuhai, dopo che a Singapore si era accontentata del ruolo di riserva. Ma non finisce qui: Venus sente di avere ancora molto da dare, chissà per quanti anni. La sua vita è cambiata nel 2011, quando ha annunciato di avere la Sindrome di Sjogren, malattia autoimmune che tra i vari sintomi presenta stanchezza estrema, quasi debilitante, e dolore muscolare. “Sono felice della diagnosi – disse all'epoca – da adesso le cose potranno soltanto migliorare”. Niente lagne, niente rimpianti. Sempre il sorriso sulle labbra, consapevole di fare un lavoro che adoro. Come quando all'Australian Open 2014 perse al primo turno e le chiesero informazioni su un eventuale ritiro. “Amo il tennis. E' divertente. Questa è assolutamente una motivazione per andare avanti”. Per questo, dopo il successo contro Karolina Pliskova ha detto più o meno le stesse cose, pur dicendo di aspettarsi ancora molto da se stessa. Era così anche quando era uscita dalle top-100 nel 2012, e quando ormai non era più in grado di fare paura alle avversarie con la sola presenza.


UNA STAGIONE SFORTUNATA

Eppure la memoria del passato, quando era la numero 1 prima che la sorella Serena la spodestasse, le sta tornando utile. Scende ancora in campo con la giusta spavalderia, convinta di essere la più forte. Soltanto nei derby in famiglia le viene qualche dubbio. Viene da domandarsi come sarebbe stato il suo 2015 se non avesse pescato Serena a Wimbledon e allo Us Open. A New York le ha portato via un set, ma non ci ha creduto fino in fondo. Eppure si poteva fare, come dimostrato qualche giorno dopo da Roberta Vinci. A parte questo, non le è piaciuto pescare Serena per due volte. “E' brutto osservare l'altra metà del tabellone e accorgersi che non succede mai niente – ha detto – per carità, sono contenta per quelle che ne approfittano. Però è stato un anno difficile, sfortunato”. Anche per questo ha messo tutto l'impegno possibile per battere la Vinci nelle ultime due sfide. Prima a Wuhan, poi a Zhuhai. Nella prima occasione (decisa 7-6 al terzo), Roberta si è anche innervosita domandandole “se volesse un caffè” prima di tirare la seconda di servizio sul matchpoint. L'azzurra era indispettita per le perdite di tempo della Venere Nera. Lei ha detto: “Scusami?” e ha tirato una risposta di rovescio su cui Roberta ha commesso l'ultimo errore. C'è ancora fame di tennis in Venus. Non vuole ritirarsi. Vuole fare ancora qualcosa di grande.


"NON E' UN TRAGUARDO INCREDIBILE"

Anche nei momenti difficili ha avuto una ragione per essere ottimista. Ad esempio, il servizio. “Quando funziona, mi rende la vita più facile” ha detto a Wuhan, dove oltre a vincere il torneo si è presa il successo numero 700 in carriera. Quest'anno ha vinto tre titoli WTA, come non le accadeva dal 2008. Il successo a Zhuhai l'ha fatta piombare addirittura in settima posizione. E' la top-10 più anziana degli ultimi vent'anni: l'ultima era stata Martina Navratilova, 38enne nel 1995. “Sono stata anche più in alto, non posso certo dire che sia un traguardo incredibile – ha detto – quindi non voglio che tutto questo si fermi. Voglio continuare a salire nel ranking e vincere più tornei possibili”. Vien da domandarsi per quanto tempo voglia ancora andare avanti. Intanto ha vinto la battaglia più importante: il ritiro di Venus Williams, quando avverrà, sarà esattamente alle sue condizioni.

 

SETTE MOTIVI PER GIOIRE DEL NUMERO SETTE

  1. Venus è tornata tra le top-10 dopo quattro anni e mezzo. L'ultima volta risaliva al marzo 2011.

  2. Era addirittura uscita dalle top-100 nel 2012 a seguito di uno stop di sei mesi per curare la Sindrome di Sjogren. Il suo ranking è rimasto a tre cifre per 29 settimane.

  3. Non si è limitata a entrare tra le top-10, ma è piombata addirittura in settima posizione superando Pennetta, Safarova, Kerber e Bacsinszky.

  4. E' la top-10 più anziana dal giorno di Capodanno 1995, quando Martina Navratilova si ritirò da numero 8 WTA.

  5. Chiude l'anno tra le prime dieci per la dodicesima volta in carriera. La prima risaliva al 1998, l'ultima al 2010.

  6. Ha appena iniziato la 555esima settimana in carriera nel club delle migliori. Le precedenti 554 si erano snodate tra il 30 marzo 1998 e il 3 aprile 2011, su un totale di 679 settimane. Significa che ha trascorso l'81,6% del periodo tra le top-10.

  7. Era entrata nel club ben 17 anni fa, dopo il suo primo successo a Miami. Aveva 17 anni e 9 mesi. Oggi festeggia il comeback a 35 anni e 6 mesi.