dal nostro inviato Enzo Anderloni
Piove. E si gioca solo, a tetto chiuso, sul Centre Court. Almeno fino alle 15 ora di Greenwich. La situazione sarebbe già sufficientemente anomala ma a Wimbledon piace esagerare e così il primo match mette in campo altre due vere stranezze. La prima è l’età di Kimiko Date, oggi signora Krumm: la giapponese potrebbe giocare in un campionato Ladies (così si chiamano le veterane): ha 40 anni.
La seconda il vestitino bianco inguardabile che Venus Williams si è disegnata (e forse anche cucita) da sola. Una strana canotta a manica larga che le potrebbe andare bene anche tra 20 anni, con venti chili di più e un eventuale seno cascante. La schiena però è nuda, con l’ormai per lei usuale accorgimento di un intimo color carne (sua) per il reggipetto, alla ricerca dell’invisibilità.Queste le premesse dell’unica partita che ha tenuto vivi i Championships per oltre due ore durante gli scrosci che hanno punito migliaia di spettatori accorsi in Church Road( ieri più di 44.000), pieni di desiderio.
Per il primo set la quarantenne sembrava Venus, mentre Kimiko, semifinalista qui sui prati nel 1996, quindici anni fa, pareva uscita da un videogame. Velocissima e coraggiosa mentre l’avversaria ancora scaldava le gambone, la Date comandava fino al tie-break, dove si faceva annullare quattro set point consecutivi (da 6-2), prima di incamerare la partita. Nel Royal box, Camilla Parker Bowles, duchessa di Cornovaglia, se la rideva divertita.
Poi Venus la metteva sulla potenza, di sicuro non voleva perdere, e riapparigliava con un sicuro 6-3. Sul 2-0 per lei in avvio di terzo set la questione sembrava chiusa con tanti complimenti per la velocità e la grinta della quarantenne giapponese. Ma Kimiko non mollava, controbrekkava, e allungava la partita in continuo equilibrio giusto quanto bastava per far scendere in campo tutti gli altri match previsti nel nuovo orario di giornata, completamente riscritto dal giudice arbitro Andrew Jarrett. 8-6 per Venus il punteggio finale, buon viatico all’ingresso in campo di Rafa Nadal contro l’americano Sweeting.
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