La società francese Atton & Price ha proposto una raccolta firme per il sostegno economico di giocatori e giocatrici tra posizione numero 50 e 500 al mondo. Il governo del tennis: “Non lavoriamo con loro, diffidate dalle offerte”

“Diecimila euro al mese dal numero 50 al 500”

Sull’argomento prize money nel tennis si è dibattuto a più riprese e in tutte le salse. Se la disparità di trattamento economico tra circuito maschile e femminile spesso e volentieri si è allargata verso altri temi sociali, la differenza di premi tra i primissimi del ranking e giocatori di seconda fascia è sotto gli occhi di tutti e non mancava di scatenare polemiche già in tempi non sospetti. La pandemia del coronavirus, che ha fermato l’attività agonistica nel tennis (almeno) sino al 13 luglio, ha riportato alla ribalta un problema importante: un tennista professionista non ha uno stipendio garantito da una squadra, ha uno staff più o meno nutrito a seconda del proprio livello e per guadagnare ha (soprattutto) bisogno di vincere partite. La società francese “Atton & Price”, rappresentata dal presidente Eric Brimberg e da Olivier Roumelian, ha provato a prendere a cuore la questione proponendo una raccolta firme. L’obiettivo? Ottenere dai maggiori organi del Tour un totale di venti milioni di euro per giocatori (uomini e donne) tra la posizione numero 50 e la 500. “Vorremmo stanziare un pacchetto di 2.500 euro per ogni settimana di inattività – ha spiegato l’ex coach Philippe Rome, che ha appoggiato il progetto – Sappiamo cosa penserà la gente: “10.000 euro al mese mentre molti liberi professionisti sono in difficoltà?” ma va considerato che un tennista deve pagare il proprio staff, investire continuamente e viaggiare. In più non chiediamo soldi a un fondo pubblico ma alla famiglia del tennis, per una cifra che può sembrare considerevole ma che in realtà è minima se paragonata agli introiti di questo mondo“.

Botta e risposta con Atp, Wta e Itf

La risposta di Atp, Wta e Itf è arrivata attraverso un comunicato congiunto che chiude completamente la porta a questo tipo di iniziativa. Non solo, raccomandano anche i tennisti di starne alla larga. “La lettera di Atton & Price implica che stiamo lavorando con loro ma non c’è alcuna affiliazione. Durante questo periodo confermiamo la volontà di prendere tutte le misure necessarie di sostegno economico ai nostri affiliati. Suggeriamo pertanto di valutare attentamente qualsiasi offerta venga loro proposta“. La replica della società francese ha ribadito di non voler fermarsi qui e che “la sua azione ha lo scopo di aiutare coloro che ne hanno bisogno e che tutti coloro i quali hanno aderito non sono vincolate da alcun obbligo legale o finanziario”. “Siamo semplicemente persone che hanno vissuto in questo mondo, a tutti i livelli. Non ci aspettiamo nulla in cambio – ha confermato Rome a Sudpresse – Qualsiasi iniziativa di solidarietà, a meno che non provenga da Restos du Coeur (reti di associazioni francesi per sostenere le persone più bisognose, ndr), viene guardata con sospetto. Cosa abbiamo fatto per meritarci questo trattamento? Vogliamo solo aiutare e come risposta riceviamo un comunicato stampa al vetriolo”. Capitolo chiuso definitivamente o siamo solo all’inizio di una lunga querelle?