Martin Jaite prova a consolare Juan Monaco
Di Lorenzo Cazzaniga – 15 settembre 2012
“Ho terminato la partita con un forte dolore al polso”. Questa affermazione mette paura agli argentini. Dopo il 6-4 6-4 6-2 rifilato a Radek Stepanek, Juan Martin Del Potro non era sereno né sollevato. Il polso sinistro gli fa male e gli impedisce di giocare tranquillo. Il ceco ha polemizzato, dicendo che Del Potro gli è sembrato al 100%, senza alcun problema. “Se giocherò domenica? Lo deciderà l’allenatore” ha detto “Palito”, ma non è chiaro se si riferisse al coach-papà Franco Davin o al capitano Martin Jaite. Quest’ultimo è ricordato per essere stato uno dei più scarsi a entrare tra i primi 10 del mondo. A modo suo, è un complimento. Da giocatore, era un fine stratega. Da capitano, non ha fatto l’unica cosa che gli si chiedeva: far capire a Monaco di non stare metri dietro la linea di fondocampo. E’ vero che il campo di Parque Roca è piuttosto lento, ma i missili di Berdych sfonderebbero anche sulla spiaggia di Mar del Plata. Si spiega (anche) così l’emozionante 6-1 4-6 1-6 6-4 6-4 con cui il ceco ha portato la serie sull’1-1 e a questo punto pone gli europei in posizione leggermente favorevole. Essì, perché in doppio partiranno favoriti contro gli improvvisati Schwank-Berlocq, quest’ultimo all’esordio assoluto in Davis. “Se voglio vincere in Argentina, in doppio devono giocare Berdych e Stepanek”. Parola di Jaroslav Navratil, capitano ceco ben lieto di questo 1-1. I suoi “cavallini” hanno vinto 12 partite su 13 e giocano a memoria. Dovessero vincere, sul 2-1 l’Argentina avrebbe bisogno di un mezzo miracolo. Un Del Potro acciaccato può battere un Berdych arrazzato? E sull’eventuale 2-2 chi giocherebbe? In attesa di scoprirlo, è giusto fare i complimenti a Tomas Berdych, uscito vincitore da un “vero” match di Coppa Davis, come lo definirebbe Giampiero Galeazzi. Il ceco è partito fortissimo, poi Monaco è riuscito a far girare la partita. Accompagnato da un tifo rumorosissimo (tra cui Diego Armando Maradona, Martin Palermo e tanti altri), Monaco è arrivato fino al 4-2 al quarto. A quel punto si è spenta la luce e Berdych ha vinto otto giochi di fila, portandosi 4-0 al quinto. Quando l’ombra si era impossessata del campo, Monaco ha provato a restare attaccato alla partita. E’ riuscito a recuperare i due break di svantaggio (strepitoso il game di risposta sul 5-3), ma quando ha servito sul 4-5 ha perso il servizio a zero per merito di un grande Berdych. Da campione, il ceco ha capito che avrebbe dovuto rompere gli indugi, anche per preservare il fisico in vista del doppio.
L’altro eroe di giornata è stato Nicolas Almagro. Il murciano ha regalato alla Spagna il punto del 2-0 contro gli Stati Uniti, dando alla Furie Rosse la quasi certezza di giocare la nona finale della loro storia. Nel primo singolare, David Ferrer aveva superato in quattro set un generoso Sam Querrey, schierato da Jim Courier (in panchina – unico al mondo – in giacca e cravatta) per scelta ma anche per necessità (il ritiro di Roddick, la salute di Fish, l’inesperienza di Harrison). “Ferru” ha perso quattro giochi di fila nel primo set (da 4-2 a 4-6), poi si è adattato alla terra battuta e ha chiuso senza grossi problemi in quattro set (anche se ha dovuto cancellare nove palle break nel quarto). Nel secondo singolare, Nicolas Almagro ha mostrato una notevole maturità. Da spacca-racchette qual’era, un po’ arrogante, è diventato un giocatore solido e attento. Aiutato da capitan Corretja, ha aspettato il suo momento nella partita a scacchi contro John Isner. Il match è durato più di quattro ore e ha ricordato la sconfitta dell’americano al Roland Garros per mano di Paul Henri Mathieu. La terra ne ha sfibrato le lunghe leve, consentendogli di restare aggrappato al match grazie al servizio. Sul 4-5 al quinto ha annullato i primi due matchpoint con altrettanti servizi, ma sul 5-6 si è dovuto arrendere. E’ finita 6-4 4-6 6-4 3-6 7-5 e ora gli spagnoli possono guardare con serenità al doppio, dove i gemelli Bryan partono favoriti contro Granollers-Marc Lopez. “Di sicuro i nostri non hanno nulla da perdere – ha detto capitan Corretja, che ha raccolto alla grande l’eredità di Emilio Sanchez e Albert Costa – gli americani hanno dimostrato di essere forti, quindi ora sarebbe folle, da ‘junior’, rilassarsi e credere di aver già vinto”. Gli spagnoli hanno anche la tradizione dalla loro: nella storia della Davis è successo solo una volta che gli Stati Uniti rimontassero uno svantaggio di 0-2 (nel 1936 contro l’Australia, peraltro sul campo neutro di Wimbledon). Al contrario, la Spagna ha buttato via un vantaggio del genere solo nel 1966 contro il Brasile di Koch e Mandarino.
COPPA DAVIS 2012 – SEMIFINALI
ARGENTINA-REPUBBLICA CECA 1-1 (Buenos Aires, terra battuta)
Juan Martin Del Potro b. Radek Stepanek 6-4 6-4 6-2
Tomas Berdych b. Juan Monaco 6-1 4-6 1-6 6-4 6-4
Eduardo Schwank / Carlos Berlocq vs. Lukas Rosol / Ivo Minar
Juan Martin Del Potro vs. Tomas Berdych
Juan Monaco vs. Radek Stepanek
SPAGNA-STATI UNITI 2-0 (Gijon, terra battuta)
David Ferrer b. Sam Querrey 4-6 6-2 6-2 6-4
Nicolas Almagro b. John Isner 6-4 4-6 6-4 3-6 7-5
Marc Lopez / Marcel Granollers vs. Bob Bryan / Mike Bryan
David Ferrer vs. John Isner
Nicolas Almagro vs. Sam Querrey
Venerdì da maratoneti
COPPA DAVIS. Due partite di cinque set possono segnare le due semifinali: Berdych batte Monaco e spaventa l’Argentina, Almagro gonfia di sicurezze gli spagnoli.