DAY 11. Semifinali maschili. Djokovic e Federer si trovano per la 27esima volta, la prima sull’erba. Murray cerca di battere Tsonga per riportare la Gran Bretagna in finale dopo 74 anni.
Andy Murray ha sulle spalle il peso di un’intera nazione tennistica
Di Riccardo Bisti – 6 luglio 2012
1-1 e palla al centro. Molto bene Williams-Azarenka, mentre abbiamo clamorosamente sbagliato la lettura di Azarenka-Kerber. Pensavamo che la tedesca coi genitori polacchi potesse sfondare la polacca cresciuta in Germania. Invece è successo l’esatto contrario, nonostante l’ottimo inizio della Kerber. Di certo il tabellone femminile sembra destinato a una finale a senso unico. Oggi è tempo di semifinali maschili. Da una parte il match più atteso dagli appassionati (Djokovic-Federer), dall’altra quello più bramato dai britannici (Murray-Tsonga). Non sono semplici da pronosticare. Abbiamo chiesto aiuto ai numeri per trovare una chiave interpretativa efficace. Alla fine andiamo su Djokovic e Murray, ma il margine di rischio è piuttosto alto.
DJOKOVIC – FEDERER
Stefano Meloccaro, in fase di presentazione delle semifinali femminili, ha detto che Williams-Azarenka era una specie di “finale per il primo posto”. Volendo estendere il concetto, e pur riconoscendo a Murray e Tsonga un valore ben più alto rispetto ad Agnieszka Radwanska, è probabile che il vincitore di Wimbedon 2012 uscirà da questa partita. Djokovic-Federer è un “clasico” del tennis moderno, al pari di Federer-Nadal e Djokovic-Nadal. Sarà il 27esimo scontro diretto tra i due, il primo sull’erba. Il bilancio vede avanti Federer per 14 a 12, ma il serbo ha vinto sei delle ultime sette sfide. Traduzione: da quando ha preso in mano il tennis, nel gennaio 2011, lo ha sempre battuto salvo la mitica semifinale del Roland Garros 2011, quando Federer ha tirato fuori il 110% nel più bel match dell’anno. Per il resto solo vittorie serbe, compresa la semifinale del Roland Garros 2012 in cui Federer ha letteralmente buttato via il secondo set. Quella di oggi è una partita di difficile lettura. Detto che i due partono alla pari, ma volendo dare il canonico 51%, ci prendiamo Djokovic. Proviamo ad argomentare. Il serbo sta giocando (leggermente) meglio. Non ha avuto un tabellone semplicissimo, ma è passato sopra gli avversari con agio. Il solo Stepanek gli ha strappato un set, ma poi si è preso un triplo 6-2 ed è tornato tra le braccia della Vaidisova. Contro Mayer ha premuto sull’acceleratore solo quando ne ha avuto bisogno, proprio come i campioni. Tenere i ritmi del 2011 era impossibile, ma il Djokovic di quest’anno fa ugualmente paura. Ha aggiunto qualche dettaglio al suo tennis e in tutto il torneo ha commesso la miseria di 62 errori, una dozzina a partita. Dal canto suo, Federer ha rischiato grosso contro Benneteau. Sotto di due set, si è trovato a due punti dalla clamorosa eliminazione. Prima o poi la striscia dei quarti di finale consecutivi (giunta a 32) si dovrà fermare, ma a Wimbledon sarebbe stato brutto. Il francese ha detto che Roger è una “roccia”: “Se gli dai una minima chance, stai certo che se la prende”. Contro Malisse ha rischiato, più per i dolori alla schiena che per altro, ma contro Youzhny ha offerto la sua miglior partita. Non è chiaro se è stato così perché si è ripreso al 100% o perché il tennis del russo gli fa il solletico. Forse sono vere entrambe le cose. Le statistiche dei due sono incredibilmente simili: entrambi hanno vinto il 79% di punti con la prima e il 58% con la seconda, mentre Federer è andato a rete più volte ma ha tirato meno vincenti sia con il dritto (68 contro 69) che, soprattutto, con il rovescio (29 contro 45). A parità di errori gratuiti (62 Djokovic, 64 Federer), potrebbe essere questo a fare la differenza. In questo match c’è in palio anche il numero 1 ATP. Il nostro pronostico è con il serbo.
Djokovic in quattro set.
MURRAY – TSONGA
Chiunque vinca, partirà sfavorito in finale. Il pronostico è più difficile di quel che sembra. A naso diremmo Murray (e staremo con Murray), ma i numeri di questo torneo sono tutti per Tsonga. I precedenti sono 5-1 per Murray, compresi due successi sull’erba (che però vanno interpretati). Due anni fa, nei quarti, Tsonga ha tenuto due set e poi si è disunito. Ma c’era. Come c’era anche nella finale del Queen’s 2011, persa al fotofinish. Insomma, sui prati c’è un grande equilibrio. E la “famosa” pressione addosso a Murray sarà indubbiamente un alleato del francese. Ripetiamo ancora una volta la filastrocca nota a ogni appassionato: la Gran Bretagna non vince Wimbledon dal 1936 (Fred Perry) e non gioca una finale dal 1938 (Henry “Bunny” Austin). Da allora oltre 70 anni di delusioni, bagnate dalle quattro semifinali del “povero” Tim Henman. Per Murray è la quarta semifinale consecutiva, la prima da favorito. Chissà se sarà un vantaggio. I numeri, tuttavia, parlano di grande equilibrio. Murray ha vinto più punti con la seconda di servizio (66% contro 59%), ma il francese ha subito la miseria di quattro break in tutto il torneo. Impressiona la differenza nei colpi vincenti: Tsonga ne ha tirati la bellezza di 259 contro i 96 di Murray. La statistica è “dopata” dalle frequenti discese a rete del francese e tiene conto delle volèe, ma non può essere ignorata. Senza dimenticare che Tsonga è stato in campo quasi due ore in meno rispetto a Murray, che avrà anche la difficoltà di passare dal tennis di Ferrer (asfissiante, intenso) a quello spumeggiante ed estemporaneo del francese. Mica facile. Tuttavia i colpi di sbarramento e la tenuta fisica dello scozzese lo fanno preferire, anche perché un'occasione del genere non gli capita più. L’eliminazione di Nadal fa si che la finale sia l’obiettivo minimo. Se poi dovesse trovare Djokovic…il disegno sarebbe perfetto. Stiamo con Murray anche perché mamma Judy sembra essersi calmata. Il ruolo di coach di Fed Cup l’ha un po’ distratta e non tiene più gli atteggiamenti da hooligan di qualche anno fa. Andy, e tutto il suo clan, meritano una gioia.
Murray in quattro set.
PRONOSTICI TOTALI: 107
PRONOSTICI GIUSTI: 80
PRONOSTICI SBAGLIATI: 27
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